ROMA – A qualcuno è sembrata quasi una provocazione,
ma il presidente dell’Ania Fabio Cerchiai, l’ha proposta come
fosse una verità assoluta e questo ha suscitato subito
un vespaio di polemiche. «Spiace – ha detto –
continuare ad assistere alla pervicace denuncia di abnormi aumenti
tariffari che, come certificato dall’Istat, sono in realtà
inesistenti negli ultimi due anni». Ricordando i dati
Istat, che certificano un incremento tariffario dell’1,8% in
un arco temporale di quasi due anni a fronte di un aumento dell’inflazione
del 4,2%, Cerchiai ha introdotto l’ultima indagine Ania su 5
profili di assicurato nelle 30 compagnie che rappresentano circa
il 90% del mercato. In base all’indagine, per la prima volta
in assoluto, le tariffe Rc auto sono in calo, anche se di una
percentuale piccolissima. Il premio medio pagato ad aprile 2005
a livello nazionale è stato infatti di 530 euro, lo 0,25%
in meno rispetto ad aprile dello scorso anno. La flessione non
è omogenea per tutti i profili. Insomma, a parere di
Cerchiai gli aumenti sono stati inesistenti. Frase che ha scatenato
i consumatori che hanno risposto per le rime: altro che tariffe
ferme, gli aggettivi per definire le polizze Rc auto sono ben
altri, visto che tra il ’95 e il 2004 l’aumento è stato
del 127%, concentrato soprattutto nel periodo ’96-2003. Secondo
l’indagine condotta sul settore dal Movimento difesa del cittadino,
in quei sette anni le tariffe sono infatti rincarate del 106%.
Un’impennata difficile da fronteggiare per gli automobilisti
che, nello stesso periodo, hanno invece visto le loro buste
paga solo del 18,2%. Per il Codacons le tariffe devono scendere
subito del 20% e Adusbef e federconsumatori intravedono nell’indennizzo
diretto uno dei modi per risparmiare. Perchè «dal
1. luglio – sostengono le associazioni – sono in agguato
ulteriori aumenti medi stimati al tasso del 6%, già deliberati
dalle principali compagnie con apposita comunicazione agli assicurati
«virtuosi» nelle classi di merito più basse,
con punte di rincari dal 30% al 70%, per le polizze telefoniche,
sempre a carico degli assicurati che non hanno provocato sinistri».
Secondo le associazioni con l’indennizzo diretto il risparmio
sarebbe fino a 1,5 miliardi di euro l’anno». Il ministro
delle Attività Produttive, Claudio Scajola ha subito
colto l’occasione, per annunciare che chiederà al Parlamento
una delega per introdurre un sistema generalizzato di indennizzo
diretto (servirebbe a snellire e razionalizzare i risarcimenti
sulla base di criteri certi).