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Omicidio stradale , Editoriali ,... 30/06/2014

Omicidio stradale
La richiesta non è il frutto di una bulimia legislativa, semmai di una anoressia di giustizia
Spieghiamo perché le leggi attuali non funzionano

Di Giordano Biserni

L’occasione ci viene dal commento di Maurizio Caprino. Sul suo blog l’attento giornalista del Sole 24 Ore torna sulla proposta dell’Omicidio stradale, alla luce della spinta emozionale dei 4 bambini uccisi sulle strade in una settimana (ma sono stati 8 nel solo mese di giugno!).

 

L’autorevole firma del Sole esprime le sue perplessità sull’iniziativa e in più occasioni e in interventi anche radiofonici ha sostenuto, come del resto fanno anche numerosi avvocati e magistrati, che le leggi ci sono già e non c’è bisogno di crearne di nuove.

 

Ecco gli avvocati e i magistrati, due categorie che ci fanno venire alla mente le parole di un addetto ai lavori parlamentari il quale a fine 2012, quando le associazioni Lorenzo Guarnieri, Gabriele Borgogni ed ASAPS consegnavano le prime 52.000 forme alla Commissione Trasporti della Camera. Fu allora che ci disse testualmente: la vostra iniziativa è encomiabile, ma in un parlamento dove siedono oltre 170 fra avvocati ed ex magistrati l’Omicidio stradale non passerà mai. Il nostro “esperto” -  lo hanno dimostrato i fatti - ha avuto poi ragione.

 

Abbiamo assistito ai balletti del sì e del no, iniziati prima dal ministro Passera nel Governo Monti, inizialmente possibilista e poi contrario, proseguiti poi con  il ministro dell’Interno Cancellieri prima contrario e poi, con una repentina inversione di marcia, il 9 gennaio 2014  da Ministro della Giustizia del Governo Letta, si dichiarò favorevole, ma dopo poco finì il suo mandato. E’ stata poi la volta del Governo Renzi. In questo caso sappiamo bene come la pensa il premier visto che è stato, da sindaco di Firenze, primo firmatario della proposta Guarnieri – Borgogni – ASAPS. Nel suo discorso di insediamento al Senato Renzi è ritornato sulla sicurezza stradale e sull’omicidio di Lorenzo Guarnieri.

 

Tutto risolto allora? No… Le resistenze rimangono eccome! Abbiamo notizia che proprio nella Commissione Giustizia del Senato, guarda caso dove siedono molti avvocati ed ex magistrati come il suo presidente Nitto Palma, emergerebbero non pochi dubbi e fiorirebbero proposte che non sono esattamente in sintonia con la nostra proposta sull’omicidio stradale né con le altre proposte depositate in parlamento.

 

Ma quali sono gli argomenti che gli esperti avvocati portano per dimostrare la non necessità di una nuova legge? Innanzi tutto il fatto che esiste già una specifica normativa che regola la materia. Questo è innegabile. L’art.589 CP già prevede precise ipotesi di omicidio colposo.

 

Infatti nei commi 2 e 3 il 589 CP fa preciso riferimento a chi uccide violando le norme della circolazione stradale:

 

Se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da due a sette anni.


Si applica la pena della reclusione da tre a dieci anni se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale da: 1) soggetto in stato di ebbrezza alcolica ai sensi dell'articolo 186, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni; 2) soggetto sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope.

 

Tutto bene quindi? No, per niente. Il trucco che gli avvocati/parlamentari tacciono sta nel fatto che queste severe previsioni partono sempre da pene minime di 2 o 3 anni, per cui con l’applicazione del rito abbreviato e con il patteggiamento, partendo da pene base di 4 o 5 anni si ottengono quasi sempre sentenze a pene che rimangono sotto i 3 anni e liberi tutti !

 

Questo è un paese nel quale chi uccide alla guida di un veicolo, mentre è ubriaco o drogato e si ferma immediatamente (a volte anche perché dopo lo schianto è nell’impossibilità di scappare), nella quasi totalità dei casi se ne può tornare tranquillamente a casa e magari può andare alla sera al bar ha raccontare la “disavventura” davanti ad uno spritz.

 

Qualcuno vuole dirci che non è così?? Ok allora facciamo in questo modo, noi vi lanciamo una sfida netta e chiara. Tutti sanno (e Maurizio Caprino ci stima per questo) che l’ASAPS ha costituito ormai una ventina di osservatori sui più drammatici fenomeni della (in)sicurezza stradale fra questi insieme, alle stragi del sabato sera, gli incidenti ai bambini, i contromano, gli sbirri pikkiati, c’è anche quello storico della pirateria stradale. Bene allora diamo qualche numero per un ripassino e per fare una domandina.

 

In sei anni il nostro osservatorio ha registrato 4.168 eventi con 653 morti e 4.943 feriti.
In 716 episodi,  con 172 morti, i  pirati erano  ubriachi o drogati pari al 26,4% del totale (dato ampiamente sottostimato). Allora la sfida che lanciamo ai perplessi avvocati e/o parlamentari è questa: noi siamo in grado di fornirvi nomi e cognomi dei pirati omicidi e parliamo solo di quelli che si sono dati alla fuga, perché ricordiamo che in questi sei anni i morti sulle strade sono stati circa 25.000 e almeno 7-8.000 sono stati conseguenza di stati di ebbrezza da alcol  o per effetto di stupefacenti. Ma limitiamoci a questi 172. Voi siete in grado di indicarci con tanto di nome  in quale casa circondariale sono custoditi o sono stati custoditi e per quanto tempo?? Ci sarà qualcuno che accetta la sfida? Per ora non l’abbiamo trovato e dubito che lo troveremo. Perché? Semplice perché la sfida sarebbe persa in quanto in galera non c’è andato quasi nessuno se non nei rari casi di arresto immediato con relativa scarcerazione nei giorni immediatamente successivi.

 

Allora? Si tratta di bulimia legislativa all’affannosa ricerca di nuove leggi o di una sorta di anoressia di giustizia per le tante vittime della strada, visto che le condanne per chi ammazza da ubriaco o drogato corrispondono a quelle di un borseggio al supermercato o sulla metro??

 

Infine non ci dicano gli avvocati e gli esperti che non c’è bisogno di leggi nuove, perché ne abbiamo già tante. Anche questo è vero, verissimo, però quando è arrivato il momento giusto il Parlamento italiano ha approvato la legge sullo stalking,  eppure avevamo già reati specifici come la violenza privata, le minacce ecc. Eppure la norma è stata voluta e ha dato suoi lusinghieri frutti.

 

Quindi e per concludere le leggi ci sono. E’ vero. Ma allo stato attuale non funzionano. Ecco perché nasce la proposta delle associazioni Guarnieri – Borgogni – ASAPS per  l’elevazione delle pene minime e massime, per l’arresto in flagranza per l’omicida e per l’ergastolo della patente.
Qualcuno ci domanda: ma voi volete  in galera tutti quelli che hanno bevuto o assunto sostanze poi hanno avuto un incidente grave? La risposta?  Diciamo che siete voi che volete tutti fuori!

 

Ma la proposta risolverà il problema degli incidenti stradali alcol/narco connessi e aggiungiamo della pirateria stradale? Non lo sappiamo. Intanto però una misura del genere costituirà un forte deterrente psicologico per chi si pone alla guida in quelle condizioni psichiche. Ma soprattutto al di là della contingente e drammatica strage di bambini sull’asfalto, che creerà anche emotività ma è una sequela tragica a cui dobbiamo risposte, la proposta sull’omicidio stradale, se approvata,  realizzerà una forte propulsione alla giustizia per le vittime della strada e per i loro familiari, giustizia di cui la società ad oggi è assolutamente anoressica.
Per questo noi non molleremo la presa signori avvocato e staremo col fiato addosso al Governo del premier Matteo Renzi perché onori il suo impegno.

 

 

Giordano Biserni
Presidente Asaps

 


 

 

Una risposta ai dubbi sollevati da avvocati ex magistrati parlamentari sull'Omicidio stradale. Non cerchiamo leggi inutili, ma una giustizia indispensabile che ha l'orologio fermo!  (ASAPS)

 

 

 

Lunedì, 30 Giugno 2014
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