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L’omicidio stradale

di Ugo Terracciano*
Foto di repertorio dalla rete

 

Certe volte (troppe volte) la strada si trasforma in una “scena del crimine”: c’è la vittima, c’è l’omicida, ci sono gli strumenti del delitto, ci sono le impronte e i segni dell’azione criminosa.

 

Ma il delitto, qui, è qualcosa di inaspettato (il che, attenzione, non significa fatale), una sorta di “crimine per caso”: l’omicida fino ad un attimo prima del sinistro non pensava di divenire tale, non conosceva la vittima e non avrebbe mai premeditato di ucciderla. La vittima a sua volta non avrebbe mai potuto pensare di incontrare il suo assassino: si è soltanto trovata, innocentemente, nel momento sbagliato nel posto sbagliato.

 

Ed il posto sbagliato è la strada, che è luogo di tutti, spazio elettivamente pubblico e teatro unico della mobilità moderna. E’ un “omicidio per caso”, dicevamo, ma questo non toglie che una vita sia stata stroncata, che sull’asfalto quel tragico giorno sono svaniti in un attimo voglia di vita, felicità, idee, futuro, diritto ad una esistenza.

 


>LEGGI L'ARTICOLO

 

da il Centauro n. 175

 

 

 

 

 

Mercoledì, 02 Luglio 2014
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