RUBIERA
(RE, 20 giu. 2005) - Più che pensare a ringraziare la
buona sorte per essere praticamente uscito illeso da una fuoriuscita
stradale alla ferma contestazione del reato di guida in stato
d’ebbrezza da parte dei Carabinieri e’ andato in escandescenza
minacciando, anche in presenza della madre chiamata per calmare
il figlio, il suicidio per indurre i militari a non ritirargli
la patente.
Per lui e’ quindi scattata una doppia denuncia: oltre a quella
per guida in stato di ebrezza, quella per il reato di minacce
a pubblico Ufficiale.
La singolare vicenda si è verificata la scorsa notte
a Rubiera, nel comprensorio ceramico reggiano, dove una pattuglia
dei Carabinieri durante un servizio di controllo del territorio
in Via Matteotti procedeva al controllo di un’ auto uscita di
strada che è risultata essere condotta da un 26enne operaio
di Scandiano.
Durante le procedure di identificazione il giovane conducente
ha mostrato immediatamente i sintomi di alterazione psicofisica
dovuta all’alcol, infatti ha iniziato a proferire frasi senza
senso, barcollava, emanava alito vinoso e nel contempo riferiva
di essere uscito fuori strada da solo non capendo quindi l’intervento
dei militari.
Terminate le procedure di recupero del mezzo gli operanti provvedevano
a condurre il giovane in Caserma dove veniva redatto verbale
relativo all’infrazione per guida in stato d’ebbrezza con ritiro
della patente, decurtazione dei dieci punti e la relativa
denuncia penale sia per guida in stato d’ebbrezza sia per rifiuto
di sottoporsi all’accertamento finalizzato a stabilirne il tasso
alcolemico.
Tutto si ma non la patente! E’ stato questo il momento in cui
il giovane iniziava a minacciare, anche in maniera concitata,
di suicidarsi se gli fosse stata ritirata la patente, cosa che
continuava a fare anche in presenza della di lui madre chiamata
dai carabinieri per calmare il figlio ed accompagnarlo a casa.