Wildhaus
Sebbene indossare la cintura di sicurezza a bordo delle autovetture
sia obbligatorio da anni, non per questo è divenuto una
pratica abituale e ovvia. Come dimostrano i crash test della
Dekra e della Winterthur, i passeggeri che non allacciano le
cinture di sicurezza non mettono in pericolo solo se stessi,
bensì anche gli altri occupanti. I moderni dispositivi
di sicurezza, inoltre, possono dimostrare tutta la loro efficacia
solo se interagiscono l’uno con l’altro. Per gli occupanti
che non allacciano le cinture di sicurezza, ad esempio, l’airbag
è pressoché inutile. Secondo l’Ufficio svizzero
per la prevenzione degli infortuni (upi) ben la metà
di tutti i conducenti d’auto morti in Svizzera in un incidente
stradale non avevano allacciato la cintura di sicurezza. Se
l’avessero fatto, la maggior parte di loro sarebbe ancora
viva. Particolarmente bassa, con un valore che va dal 40 al
50 per cento, è la percentuale di utilizzo della cintura
tra coloro che occupano i sedili posteriori. Credere di essere
al sicuro solo perché si è seduti dietro è
una conclusione falsa e pericolosa: coloro che siedono sui sedili
posteriori e non indossano la cintura di sicurezza, infatti,
subiscono, in caso di collisione, lesioni da due volte a due
volte e mezzo più gravi di quelli che invece la indossano.
Nei centri abitati, in Svizzera, solo due terzi circa di tutti
gli occupanti allacciano le cinture, sebbene siano proprio questi
i luoghi in cui il rischio di infortunio è maggiore.
In Svizzera, inoltre, la percentuale di utilizzo delle cinture
varia fortemente a seconda della regione: registra il valore
più elevato nella Svizzera tedesca (86 per cento), scende
al 73 per cento nella Svizzera romanda e tocca addirittura il
63 per cento in Ticino. Molti automobilisti che non allacciano
le cinture di sicurezza credono che, in caso di incidente, sarebbero
in grado di attutire il colpo con le mani. Un grave errore di
valutazione, come evidenziano i crash test. Già a velocità
minime, infatti, in caso di urto si liberano forze che una persona
non è in grado di contrastare. "Nell’urto contro
un muro alla velocità di 14 km/h, ad esempio, le forze
che si liberano sono pari a otto volte il peso corporeo",
spiega Anton Brunner, responsabile infortunistica della Winterthur.
Vista l’enorme violenza dell’impatto, un passeggero
che non ha allacciato le cinture di sicurezza non mette in pericolo
solo se stesso, bensì anche gli altri occupanti. I crash
test evidenziano che la cintura di sicurezza dimostra la maggiore
efficacia in caso di collisioni frontali. Anche in caso di ribaltamento
del veicolo la cintura riduce sensibilmente il rischio di lesioni.
"Coloro che non indossano la cintura di sicurezza, infatti,
possono essere sbalzati dall’auto con maggiore facilità
e sono dunque esposti ad un rischio di subire lesioni anche
mortali decisamente più elevato dei passeggeri più
prudenti", spiega Jörg Ahlgrimm, responsabile perizie
analitiche della Dekra. In caso di collisioni laterali, invece,
le cinture di sicurezza hanno una minore efficacia, perché
lateralmente non sono in grado di sostenere la parte superiore
del corpo in maniera ottimale e svolgono quindi solo limitatamente
la loro funzione di ritenuta. A causa della violenza dell’urto
c’è il rischio che, sebbene la cintura sia allacciata
correttamente, il passeggero venga spinto dall’altra parte
del veicolo, mettendo tra l’altro in pericolo anche chi
è seduto vicino. "Un aiuto potrà arrivare
in futuro dai nuovi sistemi di cinture, che sono in grado di
riconoscere, grazie a sensori elettronici, anche un urto laterale,
e di tendere la cintura in maniera adeguata in caso di collisione",
prosegue Ahlgrimm. Questi sistemi, tuttavia, al momento sono
in dotazione solo su pochi veicoli. Solo la perfetta interazione
tra i singoli dispositivi di sicurezza garantisce una protezione
ottimale degli occupanti del veicolo. Come evidenziano i crash
test, per gli occupanti che non allacciano le cinture di sicurezza
l’airbag è pressoché inutile, e in certi
casi può persino trasformarsi in un pericolo. Secondo
uno studio condotto dalla Gesamtverband der Deutschen Versicherungswirtschaft
(Gdv), l’associazione delle compagnie assicurative tedesche,
la cintura di sicurezza e l’airbag, insieme, riducono del
65 per cento il rischio di subire lesioni gravi o addirittura
mortali in caso d’incidente stradale. I sistemi di cinture
sono collegati all’airbag, insieme al quale interagiscono.
Il tensionatore delle cinture entra in azione già a velocità
moderate, in caso di collisione. Solo in caso di incidenti che
comportano una maggiore sollecitazione entra in azione anche
l’airbag, come ulteriore strumento di protezione. "Mentre
in combinazione con la cintura l’airbag riduce sensibilmente
il rischio di lesioni in caso di incidente, per un passeggero
che non indossa la cintura può trasformarsi in un pericolo,
vista l’elevata velocità con cui si gonfia (ca.
200 km/h)", spiega Anton Brunner. Esiste inoltre il rischio
che l’automobilista, per la violenza dell’impatto,
vada a sbattere contro il cruscotto o il volante passando attraverso
l’airbag. Per quanto riguarda i bambini, negli ultimi anni
la percentuale di utilizzo della cintura di sicurezza è
sensibilmente cresciuta. Anche qui, tuttavia, esiste ancora
un grosso potenziale di miglioramento, tanto più che
il rischio di subire ferite gravi o addirittura mortali per
i bambini che non indossano cinture di sicurezza è sette
volte più elevato che per gli adulti. Diversi studi dimostrano
inoltre che i sistemi di ritenuta per bambini vengono spesso
utilizzati in modo improprio (errori di utilizzo). In Svizzera
e in Germania circa il 60 per cento dei bambini che viaggiano
in auto sono assicurati in maniera errata. Se si spiegasse con
maggiore chiarezza agli utenti quali possono essere le conseguenze
dell’utilizzo improprio dei sistemi di ritenuta per bambini,
la percentuale di errore potrebbe essere ridotta sensibilmente.
I fabbricanti di seggiolini per bambini, da parte loro, sono
invitati ad ottimizzare i loro prodotti e a fare in modo che
le istruzioni per l’uso siano chiare e comprensibili.