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Intervista de il Centauro
al presidente del Consiglio Matteo Renzi
Omicidio stradale: “c’è sicuramente un vuoto nel nostro codice che deve essere colmato”

Foto di repertorio dalla rete

 

Presidente la violenza stradale è entrata, per la prima volta nella storia Repubblicana, in un discorso di presentazione del Governo al Senato per la fiducia. Ci spiega perché?
Avendo fatto il Sindaco, so che ogni amministratore pubblico deve scontrarsi con metodi molto duri. Per me, come ho raccontato, questi momenti erano rappresentati dagli sms del comandante della Polizia municipale che mi avvisavano di un incidente stradale, in cui qualcuno perdeva la vita. Ho ricordato la storia di Lorenzo a Firenze, ma c’è un Lorenzo in ogni angolo del Paese. In quel momento non sei solo un Sindaco alle prese con la burocrazia e vicende amministrative, ma sperimenti il dolore di una famiglia colpita da un evento terribile. La violenza stradale rappresenta un dramma sociale: perché colpisce principalmente i giovani, perché non distrugge solo le famiglie, ma coinvolge la comunità e le istituzioni. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte e di invalidità permanente per i giovani, che rappresenta un costo enorme per lo Stato (superiore a 30 Miliardi di Euro l’anno pari al 2% del PIL). Confrontandoci con altri paesi, i migliori in questo campo come Inghilterra, Svezia, Olanda, vediamo che è possibile dimezzare la mortalità attuale. Un problema così grande di “salute pubblica” e di economia che può essere affrontato e ridotto come posso non considerarlo una priorità e venir ignorato dalla politica?

 

Veniamo subito al dunque: la proposta di  istituire una forma di Omicidio Stradale non è mai stata così concreta. Quali saranno i passi del primo firmatario della proposta di legge, ora che tiene in mano la barra del timone del nostro Paese?
C’è sicuramente un vuoto nel nostro codice che deve essere colmato. Per questo ho messo la prima firma sulla proposta di legge  promossa dal Comune di Firenze, Asaps, Associazione Lorenzo Guarnieri e Associazione Gabriele Borgogni nel 2011. L’intento allora era quello di invitare il Governo e Parlamento a riflettere e colmare questa lacuna.

 

Signor Presidente: il coordinamento delle forze di polizia tiene banco da decenni, ma dai palazzi del Governo non si è mai riusciti a capire perché non si riesca, ad esempio, ad avere un numero unico dell’emergenza.
Penso a ‘sinergie’ tra i corpi di Polizia. Dobbiamo puntare all’efficienza e alla modernità ispirandoci, anche in questo caso, a modelli di successo di alcuni paesi. Ridare efficienza significa anche migliorare il servizio al cittadino, sapendo che le nostre forze di sicurezza fanno ogni giorno uno straordinario lavoro.

 

Pene più severe, d’accordo, ma sul fronte della sicurezza stradale quali sono le altre cose da fare?
Combattere la violenza stradale è un problema complesso, ecco perché non si può agire su un solo capitolo, ma è necessario lavorare su più fronti, su diversi livelli che non rimangano compartimenti stagni, ma interagiscano tra loro. Gli inglesi usano il termine 3E per indicare le cose da fare: Enforcement, Education, Engineering.
La violenza stradale non è frutto del destino. Nella stragrande maggioranza dei casi è determinata da un comportamento sbagliato alla guida. Chi si mette alla guida in condizioni fisiche alterate deve essere consapevole, e in questo caso occorre responsabilizzare, che rappresenta un pericolo per gli altri e per se stesso.

 

 

 

 


 

Venerdì, 18 Luglio 2014
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