Regno Unito, scende ancora la mortalità stradale: nel 2013 registrato il 2% in meno dei morti. Diminuiscono le vittime anche tra bambini, pedoni e ciclisti. In aumento invece i caduti tra i motociclisti
È il risultato migliore dal 1926
(ASAPS) Londra, 29 luglio 2014 – Gli inglesi stanno arrivando al livello zero: 1.713 morti sulla strada nel 2013 (-2%), 21.657 feriti gravi (-6%), 138.660 incidenti con lesioni (-5%) sono il computo definitivo della sinistrosità del 2013, racchiuso nel bollettino pubblicato pochi giorni fa nel Regno unito dal Dipartimento del Trasporti britannico. È il dato migliore dal 1926 e la metà esatta dei morti registrati nel 2000! Se ce n’era bisogno, questa è la dimostrazione che Oltremanica fanno sul serio e quando proviamo sollievo nel rilevare che in Italia si contano oggi 3.653 vittime e 264.716 feriti (dati del 2012), magari pensando al paragone con 10 anni fa (6.563 morti e 356.475 feriti), ricordiamoci anche che la popolazione inglese equivale quella italiana e che, dunque, il rischio morte sulle strade italiane è ancora doppio. Eh sì, le cose stanno proprio così, e non è tutto: nel Regno Unito la polizia, nel corso del 2013, ha rilevato un calo degli incidenti con il coinvolgimento di bambini (0-15 anni di età) pari al 9%, con un calo di morti e feriti ancora più marcato e pari al 13%. Il tutto nonostante il traffico sia invece aumentato dello 0,4%. Le statistiche mettono al primo posto, nella classifica nera, gli occupanti delle vetture, che da soli rappresentano il 46% degli uccisi, seguiti dai pedoni (23%) e dai motociclisti (19%).
Qualche dato nel dettaglio: le vittime complessive in autovetture sono state 785: il 44% in meno rispetto al 2005. I pedoni rimasti sul selciato nel 2013 sono stati 398 (in Italia 564 nel 2012) numero che, come già detto, risulta calato del 5% rispetto all’anno precedente; in calo anche i feriti gravi tra questa categoria di utenti, la più debole in assoluto, che in tutto sono stati 4.998 (-10%). A proposito di utenze deboli: il numero di ciclisti rimasti uccisi in scontri è diminuito dell’8%: 109 contro 118 (289 in Italia). A proposito di questa categoria, gli esperti del governo britannico fanno però notare che il numero di vittime è sempre rimasto oscillante, negli ultimi 6 anni, tra 100 e 120 e che le fluttuazioni sono ancora troppe per poter cantare vittoria: sono diminuiti però anche i ciclisti feriti gravemente (-2%, in tutto 3.143) e questo dato fa ben sperare perché era dal 2000 che questa voce non faceva registrare una flessione.
I bambini di età compresa tra i 0-15 anni rimasti uccisi sono stati 48 (-9% rispetto ai 61 del 2012); quelli feriti gravemente sono stati in tutto 1.932 (-13%) e si tratta della rilevazione più bassa dal 1979!
In Italia, secondo i dati dell’osservatorio ASAPS, le vittime tra i bambini nel 2013 sono state 52, ma la fascia d’età di nostra rilevazione va da zero a 13 anni, dovendo per forza escludere dalla nostra rilevazione i 14 e i 15enni perché entrerebbero in gioco i ciclomotoristi. ISTAT, che rileva fino a 14 anni, nel 2012 ha contato 51 vittime. La fascia d’età successiva va da 15 a 19 e in questo ambito, nel 2012, le vittime in Italia sono state 184.
L’unico dato in controtendenza è quello dei centauri: il numero dei caduti tra i motociclisti è infatti cresciuto dell’1%, da 328 vittime registrate nel 2012 alle 331 del 2013 (in Italia 904 vittime fra motociclisti e ciclomotoristi). Si tratta del primo aumento dal 2006, ma scendono i feriti gravi (-3% con 4.866 ricoveri) e la sinistrosità complessiva della categoria (-3% con 18.752 casi). Purtroppo però, all’aumento di vittime corrisponde anche una diminuzione del traffico veicolare della categoria dei motocicli del 5% e questo impone una riflessione. (Clicca qui per leggere il comunicato del governo inglese) (ASAPS)
Ancora risultati positivi in GB. Da loro 48 bambini morti in un anno ma da 0 a 15 anni. Da noi 52 ma da 0 a 13 anni. Se si contassero i 15 anni si arriverebbe ad oltre 100 con il conteggio dei ciclomotoristi. (ASAPS)