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Notizie brevi , News 18/08/2014

Multe: se sbagli il nome di chi guidava paghi

Occhio all’equivoco che vi costa 300 euro

La multa supplementare funziona in modo molto semplice. Ipotizzate di essere proprietari di un'auto, e di ricevere a casa una multa data con un autovelox, per un forte eccesso di velocità rilevato un mese prima. Vi verranno spediti, in un'unica busta, diversi fogli, tra cui la multa e la richiesta di comunicare (entro 60 giorni) alla polizia il nome del guidatore al momento della violazione. Lo dice l’articolo 126-bis del Codice della strada: "La comunicazione deve essere effettuata a carico del conducente quale responsabile della violazione; nel caso di mancata identificazione di questi, il proprietario del veicolo deve fornire all'organo di polizia che procede, entro sessanta giorni dalla data di notifica del verbale di contestazione, i dati personali e della patente del conducente al momento della commessa violazione. Se il proprietario del veicolo risulta una persona giuridica, il suo legale rappresentante o un suo delegato è tenuto a fornire gli stessi dati, entro lo stesso termine, all'organo di polizia che procede". Ma cosa succede se il proprietario del veicolo omette, senza giustificato e documentato motivo, di fornire quei dati? Pagherà una multa supplementare di 284 euro. Più circa 20 euro di spese di spedizione. Insomma, oltre i 300 euro.

Zero buona fede

Chi paga la multa originaria deve comunque comunicare il nome del guidatore. Se dimentica di dare quei dati, non potrà giustificarsi dicendo che aveva già saldato il debito, così pensando di essere in regola. E se era lui stesso a guidare, deve dirlo. Occhio, è un equivoco molto più diffuso di quanto si pensi (ce lo dicono le segnalazioni che riceviamo in redazione). La polizia né i giudici in un eventuale ricorso contro la multa supplementare non terranno conto della buona fede. La classica frase, "scusi, io non lo sapevo" è inutile: la legge non ammette ignoranza (specie quando ci sono in ballo 300 euro…).

Un'eccezione rarissima

Torniamo però a quanto dice il Codice della strada, che parla di giustificato e documentato motivo per non dare alla polizia il nome del guidatore. Questa è la classica norma del Codice (scritto malissimo, tanto che si avverte l’esigenza di rifarlo da capo a piedi) che lascia spazio a mille interpretazioni. Non sarà certamente il proprietario dell’auto a stabilirlo: il "giustificato motivo" che esclude l’obbligo di comunicazione viene valutato dalla polizia stessa. In particolare, potremmo dire che, prestando la macchina a più persone, non riusciamo a ricordare a chi l’abbiamo data in uso un certo giorno a una certa ora. Ma questa tesi viene generalmente respinta: si deve sempre sapere il nome della persona a cui affidiamo il nostro mezzo.

 

Fonte: omniauto.it

Lunedì, 18 Agosto 2014
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