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Notizie brevi 26/08/2014

Lugo
"Quell'incidente mi ha cambiato la vita e i connotati"

La storia "Quella ragazza con quella manovra mi ha rovinato la vita. Da 27 anni lavoravo nel settore della moda, ora non posso più farlo”

LUGO - Vedi? Io prima ero così, e adesso sono così. Sì, pubblicale tutte e due. Quelle foto da sole raccontato tutta la mia storia”. L’incidente del resto non solo gli ha cambiato la vita, ma anche i connotati. E lui, da quel viso che avresti detto quasi da fotomodello, si è ritrovato con la faccia, così come il resto del corpo, martoriata da decine di operazioni. La storia di Valerio Vespignani, 49 anni tra pochi giorni, nato a Lugo, per diverso tempo residente a Fusignano e ora domiciliato a Gatteo assieme alla compagna, è quella dei tanti ai quali un incidente stradale ha stravolto la vita. Un lampo, nemmeno il tempo di poterci pensare su, e ti ritrovi su un letto d’ospedale. Tutto è cambiato, la tua vita non sarà più quella che era stata. Per Valerio è accaduto il 27 maggio del 2008 a Massa Lombarda. Ore 20 circa: e lo scooter dell’uomo tra la San Vitale e via Padre Costa viene centrato da un furgone guidato da una 21enne di Faenza. Nessun dubbio secondo i verbali dei carabinieri della locale Stazione: la ragazza, cercando di svoltare a sinistra, ha omesso di dargli la precedenza.

 

Lui ha fatto un volo pazzesco, e poi buio. Per la giovane, che peraltro guidava senza patente perché non l’aveva presa, a fine febbraio scorso davanti al giudice di Pace di Lugo, una volta ottenute le attenuanti generiche, è finita con la condanna a una multa di 1.067 euro. Una pena così modesta per un danno così grave? Se è questo che pensate, tenete comunque presente che non è dipeso dalla particolare clemenza di un giudice, ma dal fatto che il codice penale nel caso delle classiche lesioni colpose, ovvero quelle stradali, prevede pene assai miti. Per questa in particolare a maggio è stato pure presentato appello. “Quella ragazza con quella manovra mi ha rovinato la vita. Da 27 anni lavoravo nel settore della moda, ora non posso più farlo”. Andatura zoppicante, non può stare in piedi per più di tanto. A distanza di oltre sei anni, Valerio assicura di ricordare ancora tutto bene, almeno fino a poco prima dello schianto. “Saranno state le 7.30 di sera, stavo ricansando da Castel San Pietro dove ero stato per lavoro. In quel periodo gestivo uno showroom di abiti: vendevo ai negozi, e loro venivano da me apposta per comperare. Ero così indaffarato che per spostarmi più agevolmente, usavo quello scooter Yamaha che è andato totalmente distrutto. Ma fino a quella sera, ci andavo a incassare gli assegni e poi tornavo. In 27 anni di spostamenti, non mi era mai successo nulla di particolare. E poi...”.

 

E poi quel 27 di maggio. Lo scooter si trova su un tratto della Statale denominato via Martiri della Libertà e sta procedendo senza intoppi con senso di marcia Bologna-Ravenna. Il furgone sta arrivando dalla parte opposta. I due veicoli si trovano ora alla stessa altezza su via Padre Costa, proprio quando la 21enne cerca di svoltare. “Non aspettò che passassi, non mi diede la precedenza. E poi lo schianto. Di quel momento preciso non ricordo nulla; tutto fu così rapido, non feci neanche in tempo a toccare il freno. Lì per lì sono svenuto, e poi mi hanno tenuto in coma farmacologico per più di due mesi alla Rianimazione del Bufalini”. Del resto quella botta gli aveva procurato lesioni davvero importanti. “Guarda il braccio, vedi questa cicatrice? E’ di 40 centimetri. Si era sbriciolato, come il resto della mia vita... Ma ho rischiato pure che mi amputassero una gamba. Del resto il femore mi era praticamente esploso ed era uscito. E così tante volte ho rischiato anche per infezioni alle ossa”. Tocca però soprattutto fare i conti con la faccia: quella, il nostro biglietto da visita, ciò che più di ogni altra cosa ci contraddistingue a una prima occhiata, è definitivamente cambiata. “Lì mi avranno operato almeno quattro o cinque volte delle 27 che mi ricordo di avere subìto finora. Nove ore sotto ai ferri al maxillofacciale; il naso me lo hanno ricavato con la cartilagine delle orecchie. E poi c’erano i denti: 12 quelli che mi erano finiti in gola. Del resto con la faccia ero andato a stamparmi nello spigolo del furgone... Guarda: questa foto l’aveva fatto appena quattro mesi prima dell’incidente; e quest’altra qualche tempo dopo essermi risvegliato. Le ossa della faccia mi si sono spostate di un centimetro e mezzo”.

 

Ecco, quello è stato il momento più delicato: quando lo spazio vuoto deve riallinearsi con la realtà. “A un certo punto all’improvviso ho riaperto gli occhi: prova a pensare al tuo cervello spento per tutto quel tempo... Non ero neanche in grado di capire perché mi trovassi su quel letto d’ospedale: ci ho messo 10 giorni solo per quello. Ed è stato anche grazie a mia madre che per farmi comprendere cosa mi fosse successo, mi ha messo in mano i ritagli dei giornali dove era stato scritto dell’incidente. Lei in quei momenti mi è stata molto vicina, così come i miei amici e la mia compagna”. A quel punto è subentrata una nuova fase, non meno pesante: quella del recupero fisico. “Per un anno e mezzo ho dovuto tenere due ferri che pescavano nell’osso della gamba: li vedevi bene perché sporgevano. Non so quante placche ho ancora addosso, me ne hanno messe talmente tante che non le ho contate. Adesso ho 80 punti di invalidità biologica e la vita rovinata per sempre. L’ultima operazione l’ho subìta nemmeno troppo tempo fa. Mi piacerebbe tornare a lavorare ma proprio non ce la posso fare. Lei, la ragazza al volante ma senza patente, non si è fatta mai sentire. Sì, certo: ho ottenuto un adeguato risarcimento; il mio avvocato, Fabio Fanelli, è stato molto bravo. Ma per quello che ho subìto, non esiste proprio nessun tipo di risarcimento”.

 

 

di Andrea Colombari
da romagnanoi.it

 


 

Una testimonianza significativa di quello che può causare la strada. Lui, dopo l'incidente, ridotto così. Lei, l'investitrice, non aveva la patente: sanzione di 1.067 euro e neanche un saluto. (ASAPS)

 

 

Martedì, 26 Agosto 2014
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