Giovedì 21 Novembre 2024
area riservata
ASAPS.it su
Notizie brevi 29/08/2014

Sicurezza stradale
Né messaggi né selfie al volante: spegnete tutto, vi verranno idee
Le pessime abitudini alla guida. Gli «Autosociali» sono pericolosi. Cercare un nome sulla rubrica o scattarsi una foto alla guida non è distrazione ma idiozia

di Beppe Severgnini

Ogni stagione ha i suoi campioni e i suoi fanatici. In quest’intervallo bagnato tra la primavera e l’autunno 2014 alcuni personaggi hanno segnato i nostri viaggi e i nostri spostamenti. Sono gli Autosociali: individui nocivi che, mentre stanno al volante, devono rispondere ai messaggi, controllare Facebook, scrivere un tweet convinti di portare verità nel mondo.
Avvertimento ai lettori: non state per leggere un divertente articolo di costume. Stiamo per esplorare, invece, il nuovo abisso dell’imbecillità di massa. Abisso drammatico: perché anche così si muore e si uccide. Il numero di incidenti stradali collegati all’uso dello smartphone è cresciuto in maniera esponenziale: si parla del 40 per cento (dati Aci-Istat 2013). Un’insensata strage digitale di cui potremmo fare a meno.

 

Ora che il tutor ha portato un po’ di buon senso sulle autostrade, e la voracità comunale ha riempito l’Italia di autovelox, il pericolo maggiore non è costituito dalla velocità. Il pericolo è rappresentato da un bel ragazzo sorridente che, mentre guida, chatta su WhatsApp e non s’accorge che le auto davanti si sono fermate improvvisamente perché un bambino sta attraversando la strada.

 

La chiamano distrazione, ma è idiozia. Scattare un «selfie» alla guida - spiega ASAPS (Associazione Amici della Polizia Stradale) - richiede in media 14 secondi. Accedere ai social deconcentra il guidatore per almeno 20 secondi, un tempo in cui un’auto che procede a 100 km/h percorre una distanza pari a cinque campi di calcio. Per comporre un numero di telefono - o cercare un nome sulla rubrica - occorrono almeno 7 secondi, in cui si distolgono gli occhi dalla strada. A 50 km/h così si percorrono 98 metri, a 100 km/h quasi 200 metri, lungo i quali possono accadere molte cose, non tutte divertenti.

 

 

Un tempo, un’auto che procedeva a zig-zag lasciava pochi dubbi: principiante assoluto o ubriaco recidivo. Oggi è un tipo distinto che gioca con il tablet appoggiato sul cruscotto. Le case automobilistiche fanno del loro meglio per semplificare i comandi e ridurre le distrazioni alla guida; ma noi, imperterriti, ne troviamo di nuove. Non accade solo in Italia, sia chiaro. Una ricerca di Ford, condotta su un campione di 7.000 giovani europei nella fascia d’età 18-24, ha stabilito che un ragazzo su quattro posta o controlla i social mentre è al volante, e si è fatto un «selfie» al volante. Uno su due ha ammesso di aver scattato foto durante la guida.

 

Certo, spetta alle forze dell’ordine scoraggiare questi comportamenti. Ma di notte, o con il brutto tempo, è praticamente impossibile contestare certe infrazioni. Il rischio è che accada con gli smartphone quant’è accaduto, purtroppo, con il cellulare: l’impunità ha introdotto la consuetudine. Basta girare in città per rendersene conto. Piccole auto schizzano qui e là come zanzare ubriache, mentre i conducenti chiacchierano amabilmente con l’apparecchio all’orecchio o gestiscono la propria vita online. E i motociclisti non sono da meno. L’abbiamo visto in tanti, l’equilibrista che regge il manubrio con la destra e messaggia con la sinistra. L’abbiamo odiato tutti, il ridanciano con l’iPhone incastrato tra il casco e l’orecchio. E non gli cade nemmeno. Perché questa, diciamolo, costituirebbe una consolazione.

 

Lo so: il mondo, di questi tempi, offre spettacoli peggiori. Ma spesso sono le piccole cose a provocare grandi conseguenze. «Smartphone» vuol dire: telefono intelligente. Ecco: cerchiamo di essere all’altezza dei nostri strumenti. È un buon proposito per il Grande Rientro che s’annuncia tra oggi e domenica. Se poi diventasse un’abitudine, tanto meglio. La guida - insieme alla doccia e al dormiveglia - è un momento magico in cui vengono le idee. La testa ha bisogno d’essere libera, ogni tanto. E non ama andare a sbattere contro il parabrezza.

 

 

 

 

di Beppe Severgnini
da corriere.it

 


 

Beppe Severgnini sul Corriere della Sera rilancia, da par suo, la nostra campagna contro la distrazione da cellulare alla guida e i selfie, con tutti i nostri dati. Da sempre Severgnini ha sostenuto le nostre battaglie, in particolare ricordiamo quelle contro le stragi del sabato sera. Grazie Beppe! (ASAPS)

 

 

Venerdì, 29 Agosto 2014
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK