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Spagna, sostanze psicoattive nel mirino: alcol, droga ma anche farmaci
Un incidente su due è provocato da conducenti positivi al test e il 36% dei conducenti è sotto l'effetto di sostanze stupefacenti
Accertata la positività del 43% dei conducenti e del 44% dei pedoni uccisi in incidenti

di Lorenzo Borselli
Foto di repertorio

 

 

(ASAPS) Madrid, 1 settembre 2014 – Mentre in Italia il rinnovamento politico in atto non ha ancora rimesso in moto il Dipartimento delle Politiche Antidroghe (DAP) dopo la mancata conferma del Capo Dipartimento Giovanni Serpelloni, in Spagna la Direzione Generale del Traffico (DGT) è riuscita a calcolare, promuovendo un'indagine nazionale per la prevenzione della guida sotto le sostanze, che il 36% dei conducenti iberici tra quelli sottoposti a narcotest risulta positivo e che un incidente stradale su due è provocato da conducenti che hanno assunto droghe.
Maria Seguì Gomez, direttrice della DGT, ha reso noto lo sconfortante dato – frutto della sessione spagnola del progetto DRUID 2013 (Driving under the Influence of Drugs, Alcohol and Medicines) – nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Madrid nei giorni scorsi e di cui hanno fatto ampia menzione i media spagnoli, dichiarando tutta la sua preoccupazione per l'aumento degli indicatori.

 

Preoccupazione legittima, aggiungiamo noi, se consideriamo che non si è trattato di un controllo estemporaneo, lanciato cioè sulla scia di qualche evento: i numeri finiti sul tavolo della direttrice Seguì arrivano da un intero anno di analisi sui controlli specifici che la Guardia Civile, la Polizia Nazionale e le Polizie Locali, comprese quelle Autonome, hanno messo in atto sulle strade della penisola nell'ambito del progetto europeo DRUID.
Oltre a quelli messi in campo per individuare droghe, sono stati eseguiti 3 milioni di alcoltest nei confronti di altrettanti conducenti: tra questi, il 2% è finito sotto inchiesta per positività, percentuale che sale al 5% in caso di controlli effettuati a seguito di incidente.

 

La preoccupazione è ovviamente grande, visto che da molto tempo la DGT sta insistendo sui segnali che dalla strada danno in costante crescita l'uso di sostanze proibite da parte dei conducenti e che si riflette sul loro comportamento alla guida: nel 2014 sono stati realizzati, fino a questo momento, circa 10mila narcotest, il doppio di quelli eseguiti in tutto il 2013 e già nelle note che accompagnano la descrizione del rapporto sulla sinistrosità di quell'anno, era emerso che il consumo di sostanze psicoattive da parte dei conducenti spagnoli non è affatto una questione occasionale.
E anche sul fronte dell'approccio al problema, ci sembra più che opportuno rappresentare che mentre in Italia il rapporto ISTAT/ACI  non accerta affatto le ebbrezze, siano esse quelle legate al consumo di alcol che quelle dovute invece agli stupefacenti (riferendo problemi di rilevazione*), in Spagna si parla genericamente (ma più correttamente) di sostanze psicoattive.

 

Il loro consumo, nel regno di Filippo VI, è accertato nel 12% dei conducenti: l'Istituto Nazionale di Tossicologia e Scienze Forensi (INTCF), che effettua un puntuale screening autoptico sul un campione sempre più alto di vittime della strada, ha accertato che il 43% dei conducenti uccisi (240 su 557) aveva assunto sostanze psicoattive: il 67% dei positivi aveva invece assunto solo alcol ma nello spettro di positività sono stati individuati anche assuntori di droghe (35%) e di psicofarmaci (33%).
Addirittura, sappiamo che il 44% dei pedoni uccisi (71 su 161) ha fatto uso di sostanze psicoattive, farmaci compresi.
Come si vede, investigare su un delitto stradale, paga sempre: in primis perché conoscere  la verità su un evento può aiutare a prevenirne la ripetizione; inoltre, la verità può risultare favorevole all'investitore e non sottoporlo a ingiusta condanna.

 

La considerazione finale è che, fatte le dovute proporzioni, la droga arriverebbe a uccidere sulle strade iberiche circa mille persone all'anno: se il fumo passivo concentra i suoi effetti negli spazi comuni chiusi, alcol e droga passiva creano i loro effetti peggiori sull'asfalto, che in Spagna ha fatto registrare – nel 2013 – 1.680 vittime.
La soluzione, secondo la DGT, è una sola: intensificare la vigilanza e sottoporre quanti più conducenti possibile ai test. La sola Guardia Civile ha ricevuto la consegna di effettuare almeno 25mila alcoltest al giorno, ai quali dovranno essere abbinati anche i narco-controlli. (ASAPS)
 


(*) Istat precisa che “a causa dell’esiguo numero di circostanze presunte dell’incidente legate allo stato psico-fisico alterato del conducente e ai difetti o avarie del veicolo, a partire dall’anno 2009 non vengono pubblicati i dati sugli incidenti stradali dettagliati per tali circostanze. Per motivi legati spesso all’indisponibilità dell’informazione al momento del rilievo, inoltre, risulta di estrema difficoltà la compilazione, da parte degli Organi di rilevazione, dei quesiti sulle circostanze presunte dell’incidente legate allo stato psico-fisico del conducente. Il numero degli incidenti nei quali è presente una delle circostanze appartenenti ad uno dei due gruppi sopra citati risulta, quindi, sottostimato”. Ovviamente, secondo noi, basterebbe aggiungere una “X”: all'estero come faranno?
 

 


 

Ecco come funziona il contrasto alal droga alla guida in Spagna, mentre in Italia il contrasto è quasi inesistente. (ASAPS)

 

 

 

 

Lunedì, 01 Settembre 2014
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