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Notizie brevi 14/06/2005

Fotocronache da Roma... Quando chi sgarra é un incivile, magari anche cretino

Fotocronache da Roma... Quando chi sgarra é un incivile, magari anche cretino
(ASAPS) ROMA – Oltre alla foto del nostro Vincenzo Coraggio, vorremmo non aggiungere altro. Ed a scanso di querele, non c’è una targa, ma solo un bel biglietto, autografo. Un pensiero elementare, vergato con una calligrafia davvero puerile e con un messaggio da bizza di bebè, maschio o femmina che sia, viziato/a come un piccolo principe. Ma questo rampollo figlio/a di papà, del Piccolo Principe di Saint-Exupéry non ha veramente nulla. Ruote grandi, motore potente, ciuffo al vento e battuta pronta. Chissà che ghigno, mentre impugna con la mano tremolante per l’incertezza (di azzeccare l’italiano, non certo di esternare il proprio pensiero) il pennarellino. Chissà la bramosia, mentre taglia lo scotch con i denti e chissà quale recondita soddisfazione nel vedere il suo manifesto pubblicato così, in quella piccola fuoriserie di traverso sul marciapiede. “Incivile”, si definisce sul proprio autoritratto in prosa, ma crediamo che almeno in questo si sottovaluti. Preferiamo un epiteto meno edificante, da accoppiare a quell’aggettivo scelto da solo, del tipo “cretino-a” o “imbecille”. Sì, “imbecille” crediamo che calzi, perché non comporta nemmeno l’attribuzione del genere. È un epiteto neutro, che ben si adatta al ruolo che nella società deve avere l’autore dell’insolita dichiarazione, messa lì a difesa della propria insignificanza, a tutela dell’unico modo che ha per farsi notare o per essere comunque annotato nel diario di bordo di quell’immenso bastimento, spesso alla deriva, che è una metropoli. Possiamo dirci fortunati, però, che di questi “bravi”, degni della masnada di don Rodrigo, ce ne siano pochi. Altrimenti la bella fiancata lucida sarebbe stata ritrovata piena di sputi, o di graffiti incisi con la punta della chiave. Ci auguriamo con lui che non debba provare mai a trovarsi su una sedia a rotelle, e che non debba mai contare sull’educazione degli altri anche solo per poter passare sul marciapiede. Speriamo che almeno in questa occasione, il povero/a demente – e scegliamo un altro epiteto neutro – sia stato almeno costretto a cercare l’auto in una qualche depositeria. Ma la speranza che quand’anche fosse finita così, sia servito da lezione, è davvero esile. (ASAPS)

Lorenzo Borselli

Martedì, 14 Giugno 2005
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