Ormai le divise sono nel mirino
Roma, Carabinieri sotto attacco: folle aggredisce a coltellate e martellate 4 militari del Radiomobile. Uno è grave.
(ASAPS) ROMA, 11 settembre 2014 - E' stato un vero pomeriggio di follia quello vissuto nel quartiere Prati di Roma ieri pomeriggio, quando un clochard tedesco ha iniziato a molestare i passanti. Sono intervenuti i Carabinieri, con una prima pattuglia che è stata aggredita a martellate e coltellate dall'uomo, forse uno squilibrato, che non si è fermato nemmeno davanti ai rinforzi.
Il bilancio è pesante: il comandante del Nucleo Radiomobile, colonnello Claudio Rubertà, e tre sottufficiali, sono finiti in ospedale con ferite in tutte le parti del corpo. L'ufficiale è il più grave di tutti ma nonostante le gravi lesioni ha ammanettato l'aggressore insieme ai colleghi.
Foto da repubblica.it |
Sono tempi duri per le divise, tanto per riprendere una frase che il premier Matteo Renzi ha pronunciato nel corso di un suo intervento all'inaugurazione di uno stabilimento, mentre il ministro della difesa, Roberta Pinotti, ha manifestato la propria preoccupazione per il ferimento dei carabinieri. “Porto loro la mia solidarietà”, ha detto la Pinotti, raccomandando di fare “attenzione a non far montare un clima d'odio contro le forze dell'ordine”, riferendosi anche alla vicenda di Davide Bifolco, ucciso da un militare dell'Arma a Napoli durante un'operazione di polizia.
Troppo tardi, signor Ministro.
Bisognerebbe mettere online i messaggi che riceviamo, se non fossero invece impubblicabili, per farle capire che è già troppo tardi da un pezzo.
Solidarietà è arrivata anche dal ministro dell'interno Angelino Alfano e dal presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, che hanno telefonato al comandante generale dell'Arma Leonardo Galitelli, subito in visita ai suoi uomini.
Questa è la cronaca.
I numeri dicono molto altro: solo quelli che abbiamo raccolto all'ASAPS, rivelano che nei primi 8 mesi dell'anno, le divise tanto rispettate nel nostro paese, hanno subito 1.560 aggressioni, 773 solo nei confronti dell'Arma (49,6%).
Attenzione: non vuol dire che ci sono 773 Carabinieri feriti; diciamo che i Carabinieri sono stati vittima di aggressioni in 773 occasioni, ma i feriti sono molti di più.
Purtroppo, non riusciamo a tenere il conto, ma il caso di Roma è lampante, visto che in una sola aggressione i feriti sono 4.
Non staremo a tediarvi, rimandando il disturbo a una pubblicazione ad hoc completa dei dati nel dettaglio, ma ci limitiamo a dire che in 349 casi, il 22,4% del totale, si sono usate armi , proprie o improprie, e che la presenza di stranieri è stata accertata - nei casi da noi osservati - in 640 eventi (41%).
E questi sono i numeri.
Si, pare proprio che ce la passiamo male e non solo per la questione degli stipendi.
La nostra azione, che riteniamo resti un baluardo nella difesa della collettività, non è più condivisa da tutti e abbiamo la tremenda sensazione che oltre ad essere malpagati, male organizzati e ogni giorno sempre più vecchi, la nostra presenza sia sempre più malvista, anche in seno alle istituzioni.
Ad esempio, nei rapporti che intercorrono tra le divise che sulla strada contrastano la microcriminalità e la Giustizia, il fosso si allarga sempre più.
Non sappiamo, o forse sì, se sia colpa di un sistema che non riesce a sanzionare con pene certe e immediate, comportamenti che oltreconfine sono invece ritenuti (dai più, almeno) gravissimi, oppure se esista anche in ambito istituzionale la tesi che la divisa sia sistematicamente indossata per dare sfogo a frustrazioni personali (attribuite però all'intera categoria) o semplicemente per sopraffare il prossimo. Andate a prendere i delinquenti veri...
Prendete le truffe: non esiste la possibilità di fermare, mandandolo in galera, un truffatore. Anche se una condannuccia arriva, la prescrizione lo salva. Idem per i furti e tutto uno spettro di reati spaventoso.
Questa idea che si è tutti impunibili, rende molti certi di restare impuniti e in certi contesti che definire disagiati ci pare addirittura riduttivo, nelle periferie dove la tensione è altissima, un evento accidentale gravissimo diviene il pretesto per fare una bella rivolta delle banlieu di “noialtri”.
E la cosa grave è che alla tesi che il poliziotto o il carabiniere spari coscientemente a un ragazzino per ammazzarlo, credono ogni volta sempre più persone, soprattutto per effetto di una sostanziale imparità mediatica, per la quale nemmeno una perizia ha più valore.
E nemmeno la vita.
Sicuramente ha più valore, di una storia anche recente, l'arringa in chiave acab di un giovanotto che invece di stare ai domiciliari per furto parla al paese dando a intendere che un uomo in divisa è un assassino e deve marcire in galera. Lui no.
Degli avvocati non parliamo: troppo rischioso.
Piuttosto: qualcuno sa che fine ha fatto Giuseppe Giangrande? Qualcuno sa invece dove sia Luigi Preiti? (ASAPS)
Una riflessione da leggere...! (ASAPS)