(ANSA)
- ROMA, 9 GIU - C’e’ un tavolo presso l’Anas con un
compito preciso e circoscritto: definire entro le prossime 48
ore un piano trasportistico d’emergenza, su rotaie e su gomma,
per tutto il flusso di traffico che riguarda l’arco alpino
occidentale . E’ uno degli impegni annunciati oggi dal ministro
delle Infrastrutture alla delegazione di politici valdostani
guidati dal presidente della Regione, Perrin, per una
valutazione approfondita sulle conseguenze della chiusura del
traforo del Frejus. L’emergenza trasporti e’ tutta nelle cifre
della giornata di ieri: nell’arco delle 24 ore sono transitati
circa 4.300 mezzi pesanti sotto il Monte Bianco.
Le risposte fornite da Lunardi sono state giudicate
’’importanti’’ dai suoi interlocutori valligiani, preoccupati
dal forte impatto che l’improvvisa impennata del traffico
pesante, dirottato sul tunnel del Monte Bianco, minaccia di
avere sull’ambiente ma anche sull’economia turistica della
Regione.
Una prima schiarita sui tempi di riattivazione del traforo e’
venuta stamani dalla procura francese di Albertville, che indaga
sul rogo per competenza territoriale. I magistrati d’oltralpe
hanno infatti deciso di sbloccare la galleria, avendo eseguito i
rilievi necessari ai fini dell’inchiesta: questo significa che i
lavori di ripristino possono iniziare in tempi relativamente
rapidi. Lunardi si e’ spinto a pronosticare in due o tre mesi al
massimo il tempo necessario per riaprire il traforo. Addirittura
potrebbe essere riaperto entro fine luglio ’’ma questa notizia -
ha subito precisato Lunardi - va presa con il beneficio di
inventario anche se mi auguro che corrisponda a realta’ ’’.
Il ministro discutera’ con il suo omologo francese, lunedi’
prossimo, il piano trasportistico d’emergenza la cui riuscita e’
in parte legata all’assunzione di misure analoghe sul versante
francese. L’incremento esponenziale del traffico registrato ieri
sotto il Bianco trova una parziale spiegazione nel fatto che il
mercoledi’ e’ di solito il giorno della settimana di piu’
intenso traffico commerciale ai valichi di attraversamento
alpino.
Il confronto con i dati statistici del mese di maggio
conferma che circa 2/3 dei veicoli pesanti che abitualmente
utilizzavano il traforo del Frejus si e’ indirizzato
sull’itinerario del Monte Bianco, mentre circa 1/3 ha scelto
itinerari alternativi. Nessuna variazione significativa si
segnala per quanto riguarda il traffico di veicoli leggeri.
Sul fronte giudiziario e’ da registrare un esposto presentato
dall’associazione Pro Natura alla procura di Torino.
L’associazione affaccia un sospetto sulla natura dolosa
dell’incidente che ha provocato due morti. Mario Cavagna Bontosi
ed Emilio Delmastro, rappresentanti di Pro Natura, lanciano
l’ipotesi che qualcuno abbia manomesso il camion che ha preso
fuoco una volta imboccato il tunnel dal lato francese: un’azione
che potrebbe essere stata effettuata all’insaputa del conducente
e approfittando ’’della mancata operativita’ del portale per la
segnalazione dei principi di incendio, di cui era in corso
l’installazione a quattro anni dalla sua entrata in funzione nel
versante italiano’’.
Nell’esposto si afferma che dopo l’incendio ’’la lobby di
promozione’’ della linea ferroviaria ad alta velocita’
Torino-Lione si e’ ’’attivata immediatamente per sfruttare
l’incidente per ottenere l’approvazione’’ del progetto, e si
sottolinea una ’’incredibile coincidenza’’: lo stesso giorno, il
4 giugno, si era tenuta, a Venaus, una manifestazione di
protesta contro la Torino-Lione alla quale avevano preso parte
trentamila persone.(ANSA).
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