(ASAPS)
AREZZO – Quando dal Centro Operativo Autostradale è
stata diramata la nota di ricerca, gli agenti di Arezzo si sono
appostati. Sapevano che se i rapinatori stavano utilizzando un’auto
per la fuga, sarebbero passati di lì. Fin qui, tutto ok…
ma da qui a sapere anche solo che tipo di macchina, ne passa. L’esperienza,
l’occhio “clinico”, hanno fatto la differenza: quando
hanno visto sfilare quell’auto nuova nuova, che dal controllo
a terminale risultava a noleggio, il capopattuglia ha dato il via
all’autista. Breve inseguimento, per niente cruento: alla paletta
alzata i due si sono fermati ed hanno chiesto il motivo del controllo.
La descrizione diffusa, però, era troppo precisa: nella filiale
di San Donnino della Cassa di Risparmio di Firenze, due dei quattro
rapinatori erano proprio identici a loro. Con un trincetto avevano
saccheggiato la cassa, portando via un bottino di 33mila euro. Nel
bagagliaio, però, non c’era niente ed anche nell’abitacolo
nemmeno un euro. Così i poliziotti hanno preso l’iniziativa
e quando la perquisizione è diventata personale, la verità
è venuta a galla: nelle scarpe c’erano 15mila euro,
più o meno la metà dell’intero bottino. Manette
e carcere, grazie anche alla collaborazione della Squadra Mobile
di Firenze, che ha fatto immediatamente arrivare una copia del filmato
della rapina. Proprio gli uomini del dr. Ferri cercheranno di dare
un nome, ora, ai complici dei due arrestati, finiti scalzi –
è proprio il caso di dirlo – al carcere di Arezzo. Si
tratta di due giovani catanesi, pregiudicati per rapina, autori
forse di altri colpi. (ASAPS)
|