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Notizie brevi 16/09/2014

A rischio sicurezza: i veicoli sempre più connessi

E’ questo in sintesi quanto emerge dal “Primo Studio Annuale delle Auto Connesse” realizzato da Kaspersky Lab e Iab

A rischio sicurezza  i veicoli sempre più connessi. L’espansione delle auto dotate di connessione al web e ai vari dispositivi mobili come smartphone, tablet e pc portatili, potrebbe renderle vulnerabili a un attacco da parte degli hacker. E’ questo in sintesi quanto emerge dal “Primo Studio Annuale delle Auto Connesse” realizzato da Kaspersky Lab e Iab, una delle principali aziende spagnole di marketing e digital media.

 

L’analisi si pone come obiettivo quello di offrire una panoramica del mercato delle auto connesse, combinando tutte le informazioni disponibili per rispondere ad alcune domande cruciali e far luce su un argomento non molto chiaro, grazie anche a una “proof of concept” per l’analisi delle implicazioni per la sicurezza del collegamento delle vetture a Internet, a cura di Vicente Diaz, principal security researcher di Kaspersky Lab.

 

“Gli automobilisti non possono più ignorare le preoccupazioni dal punto di vista della sicurezza dei servizi di comunicazioni e Internet inclusi nella nuova generazione di vetture “connesse” – si legge nello studio – La tecnologia nelle auto non si limita più ad essere un aiuto per parcheggiare la vettura in modo sicuro; ora comprende l’accesso ai social network, e-mail, connettività degli smartphone, il calcolo del percorso, le app in-car, ecc Queste tecnologie offrono grandi vantaggi per gli automobilisti, ma portano anche nuovi rischi per gli utenti di oggi. Ecco perché è essenziale analizzare i diversi vettori che potrebbero causare attacchi informatici, incidenti o manutenzione errata del veicolo.
Privacy, aggiornamenti e app per smartphone per queste vetture potrebbe essere trasformata in tre vettori di attacchi separati per i criminali informatici”.

 

“Le Auto Connesse possono dare libero accesso alle minacce che da tempo esistono nel mondo dei Pc e degli smartphone – ha aggiunto  Vicente Diaz – Ad esempio, i proprietari di auto connesse potrebbero scoprire che le loro password sono state rubate. Questo potrebbero far si che venga rilevata la posizione del veicolo e che vengano aperte le portiere da remoto. I problemi di privacy sono cruciali e gli automobilisti oggi devono essere consapevoli dei nuovi rischi che semplicemente prima non esistevano”.

 

Entrando un po’ di più nel dettaglio, la proof of concept di Kaspersky Lab, è stata effettuata analizzando il sistema ConnectedDrive della Bmw e sono stati rilevati diversi potenziali vettori di attacco:
“Credenziali Rubate: Rubare le credenziali necessarie per accedere al sito web di Bmw – con mezzi noti come phishing, keylogger o ingegneria sociale – può portare all’accesso non autorizzato di terzi parti alle informazioni degli utenti e quindi al veicolo stesso. Da qui è possibile installare una app mobile con le stesse credenziali e potenzialmente abilitare servizi remoti prima di aprire la macchina e portarla via.

Application Mobile: Attivando i servizi mobile di apertura a distanza, si crea in pratica un nuovo set di chiavi per l’auto. Se l’applicazione non è sicura, chi ruba il telefono potrebbe ottenere l’accesso al veicolo. Con un telefono rubato sarebbe possibile modificare il database delle applicazioni e bypassare qualsiasi autenticazione tramite Pin, rendendo più facile per un cyber-criminale attivare i servizi remoti.

 

Aggiornamenti: i driver Bluetooth vengono aggiornati scaricando un file dal sito Bmw e installati attraverso una porta Usb. Questo file non è crittografato o firmato, e include numerose informazioni sui sistemi interni in esecuzione sul veicolo. Questo potrebbe fornire a un potenziale aggressore l’accesso all’ambiente preso di mira e potrebbe anche essere modificato per eseguire codice dannoso.

 

Comunicazioni: Alcune funzioni comunicano con la Sim all’interno del veicolo tramite Sms. L’inserimento all’interno di questo canale di comunicazione permette di inviare istruzioni “false”, a seconda del livello di crittografia assicurato dall’operatore. Nel caso peggiore, un criminale potrebbe sostituire per esempio le comunicazioni di Bmw con le sue proprie istruzioni e servizi”.
Insomma al pari di computer e smartphone anche le nostre auto sempre più connesse possono essere oggetto di spiacevoli inconvenienti causati dai “dispetti” di chi si diverte a prendere di mira le reti informatiche. (m.r.)

 

 

da repubblica.it/motori

 

 

Martedì, 16 Settembre 2014
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