Chiusura del Fréjus: l’Europa deve dotarsi dei mezzi per assicurare un transito più sicuro e meno inquinante attraverso le Alpi | |
La chiusura della galleria del Fréjus dopo l’incidente mortale provocato lo scorso 4 giugno dall’incendio di un camion ha puntato i riflettori sul traffico transalpino. Oltre al problema della sicurezza stradale, il traffico denso e in continua crescita nuoce all’ambiente e alla fluidità degli scambi commerciali e provoca le proteste degli abitanti. Per ridurre la congestione nella regione alpina, l’Unione europea agisce su più fronti: promozione del trasporto ferroviario, tariffazione per l’uso delle infrastrutture stradali, realizzazione di nuove infrastrutture stradali nell’ambito delle reti transeuropee e dialogo con i paesi alpini, tra cui la Svizzera. «Al di là del dramma umano, le ripercussioni di questo incidente ripropongono alla nostra attenzione l’urgente necessità di un riequilibrio tra il trasporto su strada e quello su rotaia» ha dichiarato Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione europea nonché Commissario responsabile per i trasporti. «I capi di Stato e di governo devono ora stanziare i mezzi finanziari necessari perché l’Europa possa essere veramente in grado di decongestionare il traffico nelle Alpi e realizzare i nuovi assi ferroviari alpini.». |
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