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Articoli 30/09/2014

Omicidio stradale, Renzi lo aveva annunciato, ma non ce n'è traccia

di VINCENZO BORGOMEO

Il progetto è fermo al palo, anche se lo scorso giugno il premier aveva ribadito che "Colmeremo a breve questa carenza legislativa - Le proteste delle associazioni

 



Il presidente del consiglio era stato chiaro. E togliendo ogni dubbio proprio lo scorso giugno aveva annunciato: "Il reato di omicidio stradale? Verrà realizzato". Tutto sembrava ormai fatto perché l'annuncio - storico, mai prima di allora un premier aveva preso posizione in merito - arrivava su un progetto che aveva raccolto 70 mila firme e su cui si lavorava con forza dal 2011.

Eppure da allora non è successo nulla, nonostante le proteste delle associazioni e le buone intenzioni di chi ci governa. Ora dopo il caso di Sassano si riaccendono le polemiche anche perché ormai sulla "pirateria stradale" siamo in piena emergenza.

Ma per spiegare l'importanza della legge ricorriamo ancora una volta alle parole del premier: "Dobbiamo andare avanti con la legge in virtù di un vuoto nel nostro codice – dichiarò Renz – che deve essere colmato. Per questo ho messo la prima firma sulla proposta di legge promossa dal comune di Firenze, ASAPS, Associazione Lorenzo Guarnieri e Associazione Gabriele Borgogni nel 2011. L’intento
allora – spiega il Primo Ministro – era quello di invitare il Governo e Parlamento a riflettere e colmare questa lacuna.”

Renzi, rispondendo alle domande della rivista ufficiale dell’ASAPS, il Centauro, poi spiegò: "Per combattere la violenza stradale è necessario lavorare su più fronti, su diversi livelli che non rimangano compartimenti stagni, ma interagiscano tra loro. Gli inglesi usano il termine 3E per indicare le cose da fare: Enforcement, Education, Engineering. La violenza stradale non è frutto del destino. Nella stragrande maggioranza dei casi è determinata da un comportamento sbagliato alla guida. Chi si mette alla guida in condizioni fisiche alterate deve essere consapevole, e in questo caso occorre responsabilizzare, che rappresenta un pericolo per gli altri e per se stesso”.

Va ricordato che il tema è davvero un “dramma sociale” perché gli incidenti stradali sono la prima causa di morte e di invalidità permanente per i giovani, senza considerare un costo superiore a 30 miliardi di euro l’anno, pari al 2% del PIL.

 

 

da repubblica.it

 


 

Ma noi non molliamo la presa. Ora si è pronunciato favorevolmente anche il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Lupi. Bene, allora tutti d’accordo!! L’unica accelerazione che ci piacerebbe è per questa legge. (ASAPS)

 

 

 

 

 

 

Martedì, 30 Settembre 2014
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