Una
sorta di Fbi all’italiana che lavora sul contrasto ai reati gravi
e al crimine organizzato internazionale, ma che a differenza dell’agenzia
statunitense che lavora in assoluta autonomia, la Dac collabora con le
squadre mobili e la polizia locale in un’azione congiunta e in piena
condivisione del territorio e degli obiettivi.
I servizi offerti dalla Dac vengono infatti richiesti direttamente dalle
squadre mobili e dalle polizie di prevenzione ogni volta che, per l’efferatezza
del crimine, la pericolosità dell’organizzazione che si ha
di fronte o per la complessità delle indagini non si riesce ad
andare avanti con i mezzi ordinari. Tra gli esempi più noti il
caso di Unabomber e i recenti delitti di Angelo Izzo.
In realtà la Dac è una nuova struttura della polizia criminale
che riunisce nel cosiddetto “Polo Tuscolano” tre servizi,
già esistenti, della Polizia di Stato: lo Sco, Servizio centrale
operativo che coordina le squadre mobili e l’attività investigativa;
la polizia scientifica; e i reparti di controllo del territorio.
I tre servizi, grazie a questa nuova struttura, possono però usufruire
di spazi maggiori e nuovi laboratori più grandi e con tecnologie
avanzate.
Una delle novità principali è il Balipedio, una sorta
di poligono dove gli esperti della Scientifica possono analizzare le traiettorie
dei proiettili con tecnologie all’avanguardia. Una pedana girevole
e raggi laser, collegati direttamente a un pc, permettono di rielaborare
i dati in modo digitale e di individuare e studiare la traiettoria precisa
di entrata e di uscita dei proiettili sugli autoveicoli. E proprio qui,
su questa pedana e nel Balipedio di via Tuscolana è stata montata
e analizzata anche la macchina su cui viaggiava il funzionario del Sismi
Nicola
Calipari.
Proprio recentemente è stato inoltre firmato un protocollo d’intesa
tra il direttore della Dac, il prefetto Nicola Cavaliere e il vice direttore
dell’Fbi, Chris Swecker, che dà il via ad un accordo
di cooperazione tra la Direzione centrale anticrime e il Federal bureau
of investigation, fortemente voluta dal capo della Polizia Giovanni De
Gennaro. Un’iniziativa che darà un ulteriore impulso alla
già ventennale collaborazione tra i due “uffici” per
la lotta al crimine organizzato transnazionale consentendo di intraprendere
azioni congiunte con investigatori esperti in materia. Grazie all’accordo
infatti alcuni investigatori dello Sco avranno un ufficio nella sede centrale
dell’Fbi a Washington e alcuni esperti del Federal bureau of investigation
lavoreranno a Roma a fianco dei colleghi della Direzione anticrimine.
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