Rischio
due ruote
Sicurstrada ritiene che dal luglio 2003, data di introduzione della
patente a punti, in Italia sia migliorato il grave problema degli incidenti
stradali.
Purtroppo i risultati positivi ottenuti dal Decreto Legge n° 161
del 27 giugno 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n°149 del
30 giugno 2003, nei primi mesi sono andati lentamente riducendosi e
l’effetto deterrente delle norme si è contratto.
In particolare le due ruote continuano ad avere un’indice di incidentalità
non più tollerabile.
L’elemento più preoccupante emerge nell’incidentalità
dei motociclisti, in particolare dei motocicli con passeggero.
Fra i motociclisti con passeggero si assiste ad una esplosione dei numeri
con una mortalità che è cresciuta del 153%.
E’ difficile trovare una giustificazione per una simile esplosione dell’incidentalità
grave fra i motociclisti, sembra quasi si sia moltiplicato il numero
di motociclisti con un secondo passeggero rispetto agli anni precedenti.
Certo rimane un dato di fondo: con un parco veicoli di circa 3 milioni
e cinquecentomila mezzi, i motociclisti rappresentano appena l’8% del
parco veicolare nazionale costituito da 44 milioni di veicoli, ma pagano
un prezzo nella mortalità da incidente stradale di oltre il 13%
e dell’11,2% fra i feriti.
Ove si consideri poi la più ridotta percorrenza chilometrica,
per il fermo invernale, si può constatare che l’incidentalità
primaverile ed estiva fra i veicoli motorizzati a 2 ruote, compresi
i ciclomotoristi, nei fine settimana raggiunge percentuali di oltre
il 50% della sinistrosità grave totale. Dati allarmanti confermati
nella primavera-estate 2004.
La patente a punti ha inciso poco in questo settore. Chi usa il ciclomotore,
siccome non rischia il ritiro della patente, continua a tenere sulla
strada un comportamento poco rispettoso delle regole.
Il solo esame teorico per l’ottenimento del certificato di idoneità
per la guida del ciclomotore, è importante ma non sufficiente.
Deve essere prevista anche una prova pratica.
I test di guida eseguiti da Sicurstrada su ragazzi che avevano ottenuto
il certificato di idoneità hanno evidenziato come solo il 10%
fosse in grado di condurre in sicurezza un ciclomotore su strade aperte
alla circolazione. Solamente dopo almeno 4 ore di guida in parco chiuso
i ragazzi avessero una sufficiente confidenza con il mezzo.
Per non parlare della pericolosità di affidare i quadricicli,
vere e proprie piccole vetture, a ragazzi senza nessuna esperienza di
guida. In Francia, Germania, Austria, Belgio, Olanda, Portogallo l’età
minima prevista per guidare un quadriciclo leggero è di 16 anni.
Sicurstrada, oltre alla necessità di prevedere anche la prova
pratica per l’ottenimento del certificato di idoneità, rilancia
la proposta di introdurre un patentino a punti per i minorenni, dove
la sanzione sia esclusivamente educativa ed abbia come conseguenza il
ritardo nel poter acquisire la patente dell’auto una volta che
il ragazzo sia divenuto maggiorenne.
In questa proposta presentata alle Istituzioni, Sicurstrada aveva previsto
una modalità innovativa di sanzioni, lo “stop and go”,
una griglia di penalizzazioni equivalenti a giornate di ritardo nel
poter iniziare l’iter per ottenere, al compimento del diciottesimo
anno d’età, la patente per l’auto.
Non quindi, come prevede la patente a punti, appena introdotta, l’impossibilità
di guidare, a causa del ritiro della patente, dopo la sottrazione di
un certo numero di punti, ma una somma di punti corrispondenti a settimane
e/o mesi di ritardo per l’ottenimento di altre patenti
Esempio: se con lo scooter passo con il rosso avrò la sottrazione
di un certo numero di punti, diciamo 5 che potrebbero corrispondere
a 5 settimane di ritardo nel potermi iscrivere, al compimento dei 18
anni, all’autoscuola per ottenere la patente.
“La proposta di Sicurstrada nasce dal fatto che nel caso dei giovani
è estremamente importante privilegiare la parte educativa, piuttosto
che quella repressiva. La condivisione di una norma, piuttosto che l’obbligo
produce dei futuri buoni automobilisti e cittadini. Questo concetto
unito al fatto che avere l’auto a 18 anni per sentirsi indipendente
e libero è una delle massime aspirazioni per gli adolescenti
e ci spinge a dire che allontanare, anche di poco, la possibilità
che questo sogno si avveri, verrà vissuta come una grave mancanza
rispetto ai propri coetanei, si rischia di rimanere fuori dal “gruppo”
(i miei amici hanno l’auto io no). Questo pericolo sarà
un formidabile deterrente e spingerà ad avere un comportamento
meno trasgressivo e più rispettoso delle regole del Codice della
Strada”.
Riteniamo che quando si parla di giovani debba essere sempre privilegiata
l’educazione, per questo rilanciamo la nostra proposta, che in
diverse assemblee studentesche, nell’ambito della nostra attività
di educazione stradale nelle scuole, ha già ottenuto parecchi
consensi, proprio dagli interessati, i ragazzi.
Velocità
Totalmente negativo è invece il giudizio sull’aumento del
limiti di velocità nelle autostrade a 3 corsie, dove si passerà
dai 130 ai 150 km/h.
Norma populistica perché tende ad intercettare un facile consenso
fra gli automobilisti ma inutile perché, di fatto applicabile
a limitatissimi tratti di autostrada.
Ma con un effetto psicologico devastante, in quanto gli automobilisti
hanno percepito il messaggio di fondo che si può correre.
Una norma anti UE, in Europa si va verso l’abbassamento generalizzato
della velocità.
Sicurstrada si è fatta promotrice con altre Associazioni, di
uno specifico manifesto “no ai 150 km/h”
Secondo l’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) l’eccesso di velocità
causa oltre 25.000 incidenti all’anno che provocano 1.300 vittime ed
oltre 36.000 feriti.
Cosa possono essere 5 minuti risparmiati, di fronte all’incalcolabile
perdita di vite umane se poi a causa di un incidente in autostrada causato
dall’alta velocità si possono invece perdere ore e ore in coda.
Particolare attenzione va posta al controllo dei limiti di velocità
nelle ore notturne.
Secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili, analizzati da Sicurstrada
le ore notturne del fine settimana, da mezzanotte alle sette, sono le
più micidiali con 751 morti nell’ultimo anno pari al 50,67%,
424 vittime la notte della domenica, pari al 28,60% e 327 in quella
del sabato (22,06%).
Incidenti che si verificano per la maggior parte sulle strade extraurbane,
dove gli automobilisti, di fronte a lunghi rettilinei scaricano la potenza
delle loro auto, salvo poi non riuscire a mantenere la traiettoria in
curva a causa della velocità o delle condizioni psicofisiche
non idonee.
Ormai è evidente che la struttura dei controlli, soprattutto
di notte, nonostante la patente a punti, fatica a garantire il rispetto
delle regole del Codice della Strada, in una società che fa della
velocità e della trasgressione da alcool e droga una costante
spesso impunita, al di là dei proclami delle Istituzioni sui
media.
Servono provvedimenti urgenti, più risorse, più mezzi
per contrastare un fenomeno in crescita.
I dati evidenziano, nonostante la patente a punti, che l’infrazione
dell’eccesso di velocità sia in crescita.
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1.7.2002
30.6.2003
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1.7.2003
30.6.2004
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Variazione
%
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Eccesso
di velocità
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755.800
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874.794
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15.74
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Fonte
Polizia Stradale
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I documenti dell’Unione Europea indicano nella riduzione dei limiti
di velocità una delle soluzione per raggiungere l’obiettivo
comunitario di -50% delle vittime entro il 2010.
Secondo uno studio del Transport Research Laboratory del Regno Unito,
una riduzione di 3 km/h della velocità media permetterebbe di
salvare da 5 000 a 6 000 vite ogni anno in Europa, e eviterebbe da 120
000 a 140 000 incidenti, con un’economia di 20 miliardi di euro.
Riteniamo che la semplificazione dei controlli con la possibilità
di usare in maniera più sistematica i sistemi elettronici a distanza
di rilevazione della velocità possa portare una forte riduzione
del numero delle vittime.
Secondo le osservazioni del Regno Unito, l’installazione di videocamere
di sorveglianza automatiche ha portato ad una riduzione di 9 km/h della
velocità media, cosa che permetterebbe, se il loro uso fosse
generalizzato a livello dell’Unione europea, di eliminare un terzo
degli incidenti e dimezzare il numero di morti sulle strade.
Alcool
e guida problema sociale
Purtroppo la guida in stato di ebbrezza è un problema che si
sta allargando, a cui bisogna porre un argine.
Le contestazioni per guida in stato di ebbrezza, della sola Polstrada,
nel 2002 sono state 25.389 (dati Istat) di queste 22.584, cioè
l’89%, hanno riguardato i conducenti di automobili, 1.244 (4,9%)
i conducenti di autocarri. Di notte si verifica la stragrande maggioranza
delle violazioni, infatti 20.146 infrazioni sono state contestate dalle
22 alle 06 del mattino, pari al 79,3%, fascia oraria nella quale la
Polizia Stradale fa un maggior uso degli etilometri, 3.739 (14,7%) nel
pomeriggio dalle 15 alle 21 e appena 1.504 (5,9%), agli irriducibili
che sono ebbri anche al mattino dalle 7 alle 14.
Proprio le notti e quelle del fine settimana espongono al rischio. Il
50,86% degli incidenti mortali si è verificato nelle strade extraurbane
proprio da mezzanotte alle sette del sabato, 199 decessi 21,49% e nelle
stesse ore della domenica, 272 morti pari al 29,37%.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità il rischio di incorrere
in un incidente stradale con perdita di controllo in soggetti che guidano
nelle ore notturne del fine settimana con alcoolemia superiore a 150
mg/dl è circa 380 volte più grande rispetto al rischio
relativo ai soggetti sobri.
Purtroppo il rischio alcool si va maggiormente diffondendo tra i giovani.
Secondo i dati raccolti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità,
l’alcool è la prima causa di morte tra i giovani uomini
europei: un decesso su quattro, tra i ragazzi di età compresa
tra i 15 e i 29 anni, è dovuto al consumo di alcol per un totale
di 55mila morti l’anno a causa di incidenti automobilistici, avvelenamento,
suicidio indotto dal bisogno di liberarsi dall’alcolismo, omicidi legati
allo stesso fenomeno.
Un’indagine Doxa su “Italiani e Alcool”, commissionata
dall’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool ha evidenziato come
quasi il 20% dei ragazzi tra 15 e 34 anni abbia dichiarato di aver guidato
in una o più occasioni dopo "avere bevuto un po’ troppo".
I dati dei controlli ci confermano come circa le fasce d’età
5.586 (22%) positività al controllo hanno riguardato i giovani
fra i 18 e i 24 anni, 8.352 (32,9%) adulti fra i 25 e i 32 anni, 11.358,
cioè il 44,7%, ha riguardato gli over 32 anni.
Per questo è necessario intervenire nell’informazione degli
adolescenti, la fascia che sta crescendo come consumatori di alcolici,
invogliati anche dai nuovi modelli di marketing e pubblicità,
con momenti di sensibilizzazione sugli effetti dell’alcool alla
guida.
Sicurstrada ritiene che si debba puntare sul modello del “guidatore
designato”, chi guida del gruppo di amici per una sera non beve,
modello che si può diffondere (vedi gli esempi all’estero)
solo se le sanzioni sono pesanti ed i controlli capillari e certi per
chi infrange le regole.
Sicurstrada è seriamente preoccupata per la facilità con
cui persone recidive per “guida in stato di ebbrezza” tornano
a guidare.
Si richiede che vengano previsti controlli più approfonditi sulle
condizioni psicofisiche di chi viene trovato a guidare in stato di ebbrezza
o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, o commette gravi infrazioni.
Vanno introdotti provvedimenti di “driver improvement”, cioè
di misure riabilitative per i conducenti che hanno contravvenuto al
Codice della Strada.
Nel sistema internazionale, ad esempio la perdita dei punti porta in
effetti ad un triage:
• un primo gruppo riceve immediatamente i punti indietro, in quanto
dimostra di avere persi per puro caso;
• un secondo gruppo viene inviato al “driver inprovement and
rehabilitation”, in quanto appare disponibile ad un cambiamento
reale del proprio stile di guida, ed eventualmente di vita;
• un terzo gruppo purtroppo appare non maturo per la ripresa della
guida, neppure passando attraverso un corso di “driver imporvement
and rehabilitation”.
Riteniamo inoltre che i recidivi per gravi infrazioni vadano fermati
privandoli del veicolo.
A nostro parere dovrebbe essere prevista la possibilità di estendere
anche al Codice della Strada (ipotesi sperimentata dalla Procura della
Repubblica di Treviso) l’articolo 321 del Codice di procedura penale
che afferma: "Quando vi è pericolo che la libera disponibilità
di una cosa pertinente al reato possa aggravare o protrarre le sue conseguenze,
o agevolare la commissione di altri reati, a richiesta del Pubblico
Ministero, il Giudice dell’indagine preliminare dispone il sequestro
con decreto motivato".
Priviamo i “soggetti pericolosi” dell’arma del delitto
(l’auto), come se fosse una pistola.
Sicurstrada non ci sta a sopportare il fatto che la nostra società
sia impotente e non sappia riconoscere ed attribuire le giuste responsabilità
verso chi costituisce una minaccia per la vita e la sicurezza dei cittadini.
La nuove tecnologie ed i benefici nel settore della sicurezza stradale.
L’Italia si è molto impegnata in questi anni nel settore
dei “sistemi intelligenti” e ha sviluppato tecnologie e soluzioni
innovative.
Il nostro Paese si è dotato sin dal 1996 di uno specifico Piano
nazionale per lo Sviluppo della telematica coordinato dal Ministero
delle Infrastrutture.
Questo piano è orientato non solo a rafforzare la promozione
dell’uso della telematica per il miglioramento della sicurezza
sulle strade. Le Linee Guida per il Piano Nazionale per la Sicurezza
Stradale, elaborate dal Ministero delle Infrastrutture, indicano la
diffusione e lo sviluppo della telematica come soluzione per raggiungere
l’obiettivo europeo di una riduzione del 40% delle vittime degli
incidenti stradali entro il 2010.
Inoltre nel Nuovo Piano Generale dei Trasporti, è assegnato un
ruolo importante dalla creazione di un ambiente favorevole allo sviluppo
e all’utilizzazione di tecnologie e servizi innovativi, che contribuiscano
al miglioramento del sistema dei trasporti e accrescano la competitività
dell’industria nazionale. Il Governo Italiano ritiene doveroso
definire il ruolo dell’intervento pubblico in questo settore: ruolo
chiave e determinante.
L’utilizzo della tecnologia ha cominciato a trovare spazi, anche
in ambito assicurativo, soprattutto come strumento per aumentare il
grado di personalizzazione della polizza RC Auto e ottenere così
effetti sulla riduzione dei premi; infatti può aumentare la possibilità
di ricostruire la dinamica degli incidenti e quindi rilevare i comportamenti
truffaldini, influenzando quindi il comportamento di guida degli automobilisti
ed aumentando la prevenzione e la sicurezza stradale.
L’esperienza nel campo degli autotrasportatori per le polizze furto
incendio sull’uso degli antifurti satellitari ha prodotto risultati
più che positivi, arrivando a ridurre considerevolmente il rischio
e quindi anche il costo della polizza.
Per quanto riguarda il mercato della RC Auto, ossia la massa degli automobilisti,
siamo ancora agli inizi.
Sicurstrada ha seguito e monitorato il progetto denominato “Unibox
Strada Sicura”.
Unipol Assicurazioni è stata la prima assicurazione in Italia
a puntare sull’installazione di una “scatola telematica”
per il controllo del veicolo. La sperimentazione durata quasi 2 anni
ha riguardato l’istallazione di uno specifico congegno su circa
3.000 autovetture, di cui 500 camion.
La sperimentazione ha dato ottimi risultati, tanto che dal 2 maggio
2005 il prodotto ha iniziato la commercializzazione ed a tutti i nuovi
assicurati viene proposta l’istallazione di “Unibox”.
La scatola trasmette le informazioni di un eventuale incidente ed è
al tempo stesso un efficace sistema satellitare.
In particolare il dispositivo, è in grado di:
- inviare ad una centrale operativa i dati relativi alla percorrenza
del veicolo e, in caso di urto, grazie ad un apposito accelerometro,
di trasmettere alla medesima centrale un segnale di allarme;
- attivare i soccorsi in caso di sinistro grazie alla centrale operativa
che, una volta ricevuto il segnale di allarme, contatta il conducente
e, se necessario, invia i mezzi di soccorso;
- ricostruire la dinamica del sinistro, determinando maggiori certezze
sulla responsabilità dell’evento e riducendo sensibilmente
la possibilità di truffe;
- localizzare il veicolo in caso di furto. Il dispositivo è infatti
anche un rilevatore satellitare che consente di segnalare l’esatta
dislocazione territoriale del veicolo.
La sperimentazione ha evidenziato una grande utilità del sistema
per:
1) la ricostruzione della dinamica d’incidente;
2) la localizzazione del luogo dell’incidente. Elemento di grande
importanza sia per l’invio dei soccorsi, sia per l’individuazione
dei punti pericolosi della circolazione (black point);
3) la riduzione dei furti dei veicoli e delle truffe;
4) il miglioramento del comportamento dei guidatori che si sentono responsabilizzati
dall’installazione del sistema.
Tale tecnologia è immediatamente applicabile a tutti i veicoli
e può essere installata anche di serie già dal costruttore.
Sicurstrada ritiene che l’introduzione su scala nazionale
di tale sistema possa avere enormi benefici sulla sicurezza stradale
e possa portare notevoli vantaggi economici per gli automobilisti.