FONDAZIONE ANIA: POSITIVO CALO VITTIME, LAVORIAMO SU UTENTI VULNERABILI
Il presidente Minucci: «Politiche a tutela di pedoni, ciclisti e motociclisti. Tecnologia per le statali»
Roma, 4 novembre 2014 - «L’Italia conferma la tendenza ultra decennale nella diminuzione continua del numero di morti e feriti sulle strade e, nel 2013, ha superato la soglia di riduzione del 50% del numero di vittime sulla strada rispetto al 2001. Un dato positivo, soprattutto in considerazione del fatto che il nostro Paese è in linea con il resto del continente nel tentativo di ottenere un ulteriore dimezzamento delle vittime entro il 2020, obiettivo fissato dalle Nazioni Unite e dalla Commissione europea. Dati sicuramente incoraggianti, ma che non ci devono far abbassare la guardia, tenendo presente che, in valore assoluto, l’Italia è il paese con il maggior numero di morti nell’Europa a 28».
E’ questo il commento di Aldo Minucci, Presidente della Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale, alla pubblicazione del rapporto Aci Istat sugli incidenti stradali.
«I dati diffusi oggi – prosegue Minucci – confermano alcune criticità che avevamo messo in evidenza già negli anni scorsi: la pericolosità delle strade extraurbane, il drammatico coinvolgimento degli utenti vulnerabili della strada, l’elevato numero dei morti tra i neopatentati e la conferma che la distrazione al volante è la prima causa di incidente. Non è un caso che, come Fondazione ANIA, negli ultimi anni abbiamo realizzato progetti focalizzati proprio su questi aspetti».
Infatti, analizzando il rapporto, emerge che 1.649 vittime della strada, pari al 48,7% del totale, erano utenti vulnerabili; in particolare, 724 motociclisti, 549 pedoni e 251 ciclisti hanno perso la vita in incidenti. Guardando alla localizzazione degli incidenti, si conferma la pericolosità delle strade extraurbane, dove si sono registrati 1.643 morti, pari al 48,5% del totale.
«L’incidenza delle vittime tra gli utenti vulnerabili sul totale – spiega Minucci – è di uno su due ed è molto preoccupante. Non è un caso che le Nazioni Unite e la Commissione europea abbiamo sollecitato l’adozione di politiche in loro favore. In particolare, bisogna intervenire sulle aree urbane affinché aumenti la tutela di queste categorie di utenti. Riuscire a risolvere questo problema significa dimezzare i morti sulle strade. Interventi mirati vanno, poi, fatti sulle strade extraurbane che, anche quest’anno, si confermano le più pericolose d’Italia. La Fondazione ANIA, proprio in queste settimane, sta portando avanti insieme ai Carabinieri la terza edizione di “Adotta una strada”, iniziativa dedicata alla prevenzione degli incidenti stradali su 5 statali tra le più pericolose d’Italia, che ha dato ottimi risultati in termini di riduzione di morti e incidenti. Utile, poi, su questa tipologia di strade potrebbe essere l’aumento della tecnologia: strumenti come il Tutor e il Vergilius hanno portato ad un dimezzamento delle vittime sui tratti dove sono stati installati e, proprio in considerazione di ciò, sarebbe opportuno aumentarne la presenza sulle extraurbane dove si registrano più vittime».
Un discorso a parte va fatto sui giovani. In un quadro complessivo in cui si registra la diminuzione delle vittime under 30, resta alto l’allarme nella fascia dei neopatentati, tra i 20 e 24 anni, dove si raggiunge il picco dei decessi con 305 morti.
«Da oltre 10 anni – conclude Minucci – la Fondazione ANIA dedica iniziative ai giovani. Stiamo raccogliendo i frutti del lungo lavoro svolto, come dimostra la diminuzione del numero dei morti con meno di 30 anni. Alla luce dei dati emersi, siamo convinti che la formazione serve ed è per questo che incrementeremo i nostri progetti che prevedono l’assegnazione di corsi di guida gratuiti per i neopatentati. Allo stesso modo, continueremo in un’attenta opera di sensibilizzazione sui rischi della guida distratta».