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Svizzera: ogni giorno due pedoni restano uccisi o feriti gravemente
Pronto il rapporto SINUS 2014 dell'UPI (Ufficio Svizzero per la Prevenzione degli Infortuni). A rischio soprattutto gli anziani

(ASAPS) BERNA, 7 novembre 2014 – Nel corso del 2013, in Svizzera, 69 pedoni hanno perso la vita sulla strada, mentre 723 sono rimasti gravemente feriti, e il 70% di essi appartiene alla fascia d'età degli over 64. È quanto emerge dalla valutazione dell'incidentalità realizzata nel quadro del rapporto SINUS dell'UPI  – l'Ufficio svizzero per la Prevenzione degli Infortuni – dal quale emerge un altro dato sconcertante ma, purtroppo, già noto agli esperti di sicurezza stradale: la probabilità di sopravvivenza è determinata in ampia misura dalla velocità di collisione.

Negli ultimi decenni, secondo le osservazioni dell'UPI, la sicurezza globale sulle strade svizzere è andata migliorando costantemente, ma per i pedoni la violenza stradale resta un insidia su cui ancora non si riesce a intervenire.
Nel 2013, dopo un decennio caratterizzato da forti variazioni, il numero di pedoni gravemente o mortalmente feriti è infatti attestato allo stesso livello del 2003, pur con qualche indicatore di miglioramento.

Ciò che emerge con forza dal rapporto SINUS è che il rischio per un pedone di perdere la vita sulle strade aumenta con l'avanzare dell'età: tra gli over 64, infatti, è otto volte superiore che non tra i bambini e i giovani fino a 17 anni. A conferma di questo dato, lo scorso anno, sui 69 pedoni deceduti, 48 erano anziani ultrasessantacinquenni. Ciò corrisponde a una quota del 70 percento, riconducibile al fatto che le persone anziane sono fisicamente più vulnerabili rispetto agli utenti più giovani.

Come in Italia, gli incidenti gravi con il coinvolgimento di pedoni sono molto più numerosi nei centri abitati, dove stanno proliferando le aree in cui la limitazione massima della velocità è ormai stata fissata in 30 km/h, ma è sulle extraurbane che le conseguenze sono più gravi e più frequentemente letali, a causa della velocità di collisione che nella maggior parte dei casi è decisamente più alta.

È proprio la velocità di collisione ad essere decisiva per la probabilità di sopravvivenza del pedone: in caso di collisione frontale con un'automobile, il rischio per il pedone di perdere la vita è sei volte superiore a una velocità di 50 km/h rispetto a una velocità di 30 km/h, mentre a 60 km/h raddoppia.
Tre quarti circa di questi eventi infortunistici avvengono nell'atto di attraversare la strada e infatti, nel corso del 2013, 301 pedoni sono rimasti gravemente feriti e 21 hanno perso la vita proprio sulle strisce, con dati che sembrano fotocopia rispetto agli anni precedenti.
Infatti, a fronte di una diminuzione della mortalità del 21% e del numero dei feriti gravi del 2%, la situazione per chi va a piedi è la stessa di 10 anni prima.

I rapporti di polizia e le indagini giudiziarie confermano che nel 90% dei casi, i principali responsabili degli incidenti gravi sulle strisce pedonali sono i conducenti di veicoli a motore.
Pur essendo tra le più sicure al mondo, le strade svizzere registrano dunque un accrescimento dei rischi, dovuti – sempre secondo l'UPI - all'utilizzo sempre più diffuso dei telefonini e degli altri dispositivi elettronici alla guida, puntando l'indice anche sul consumo di medicinali, in particolare da parte degli anziani. Curioso, inoltre, il particolare che secondo le indagini demoscopiche la proporzione di utenti della strada al corrente del limite di alcolemia degli 0,5 grammi di alcol per litro di sangue è sensibilmente diminuita, passando dal 92% nel 2005 (anno della sua introduzione) al 70% nel 2013. (ASAPS)
 

 

 

 


 

Venerdì, 07 Novembre 2014
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