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Notizie brevi 26/04/2005

A Bonneville, al processo sul rogo nel Traforo del Monte Bianco, l’accusa chiede 13 condanne

A Bonneville, al processo sul rogo nel Traforo del Monte Bianco, l’accusa chiede 13 condanne


di Maria Teresa Zonca

 
BONNEVILLE – C’è delusione ed amarezza tra coloro che nel rogo del Traforo hanno perso i loro cari. Nonostante fosse chiaro a tutti che per “omicide involontarie”, il capo d’accusa che equivale al nostro omicidio colposo, è difficile finire in carcere, per questa tragedia in cui i morti sono stati 39 la richiesta di sospensione condizionale della pena sembra troppo generosa. Lo sostiene André Denis, rappresentante dell’associazione che raggruppa i familiari delle vittime: avrebbe voluto per tutti gli imputati, sedici tra persone fisiche e giuridiche, la pena massima e la prigione. Invece il procuratore Vincent Le Pannerer ha distinto le posizioni di ogni indagato. E in alcuni passi della sua istruttoria è tornato su quel mozzicone di sigaretta, probabile origine del rogo secondo una delle ipotesi tecniche. Ma vediamo, una ad una, le richieste dell’accusa, riassunte dall’agenzia Ansa. Il pm ha chiesto la condanna a sei mesi per Gilbert Degrave, autista belga del Tir da cui si origino’ l’incendio nella galleria. Lo ha definito come un uomo preso dal panico, sin dai primi istanti, da quando si è accorto del fumo. Un panico così grande da indurlo a fuggire a piedi dalla metà del tunnel. Richiesta di condanna a un anno e sei mesi e 7.000 euro di ammenda per Claudio Lyveroulaz, di Morgex (Aosta), responsabile della sicurezza per la Società italiana di gestione della struttura (Sitmb); a un anno per Marcello Meyseiller, di Courmayeur (Aosta), controllore della Sitmb; a due anni e 15.000 euro di ammenda per Michele Tropiano, di Pre’ Saint Didier (Aosta), ex direttore di esercizio della Sitmb; a tre anni e 12.000 euro di ammenda per Gerard Roncoli, responsabile della sicurezza della Societa’ francese di gestione del tunnel (Atmb); a due anni e 15.000 euro di ammenda per Christian Basset, ex direttore di esercizio della Societa’ francese di gestione del tunnel (Sgtmb); a un anno per Daniel Claret-Tournier, controllore dell’Atmb; a due anni e 30.000 euro di ammenda per Remy Chardon, presidente dell’Atmb; a otto mesi e 15.000 euro di ammenda per Michel Charlet, sindaco di Chamonix; a otto mesi e 15.000 euro di ammenda per Chantal Lecomte, funzionario del Ministero francese dei Trasporti; a 70.000 euro di ammenda per Sitmb e Atmb, a 30.000 euro di ammenda per Sgtmb. Il proscioglimento e’ stato invece chiesto nei confronti della Volvo, casa automobilistica produttrice del tir carico di farina e margarina da cui partirono le fiamme. ’’Per me non e’ soddisfacente - ha detto il procuratore rivolgendosi alla Corte a proposito della sua richiesta - anzi e’ frustrante, ma per dimostrare una responsabilità ci vogliono delle certezze e io in questo momento non ne ho’’.
Proscioglimento anche per Charles Salzmann, ex presidente dell’Atmb, e per Jean Claude Gaime, responsabile della sicurezza nell’Alta Savoia. "Tutte le colpe che ho individuato nel corso dell’istruttoria sono gravi. Sia in relazione alla fase di gestione della crisi, sia nella gestione delle infrastrutture dal giorno dell’inaugurazione il 19 luglio 1965".
Durante la sua requisitoria il procuratore ha spiegato che "la gravità della colpa deve essere individuata alla luce del contesto". "Nel tunnel - ha aggiunto - il tema della sicurezza doveva essere onnipresente, come per un boeing 747 in volo. Tutte le situazioni esaminate riguardo alla vicenda determinano una colpa grave”. Un’ampia pagina è stata dedicata al mancato addestramento di chi avrebbe dovuto occuparsi proprio della sicurezza.
Quattro anni e mezzo di indagini, raccolte in 80 volumi ben visibili nell’Agorà di Bonneville, e tre mesi di udienze per un processo inimmaginabile in Italia. Basti pensare che ha rispettato giorno per giorno il calendario prefissato delle audizioni dei testimoni e dei periti. Questioni tecniche che si sono accavallate ad aspetti umani, lo spettro di risarcimenti milionari per le assicurazioni e la richiesta di giustizia per chi sostiene che 39 vite non hanno prezzo. Fino ad aspetti inquietanti, come quello riportato da La Stampa che riguarda un a delle vittime del rogo, Franco Viscogliosi, 61 anni. Due giorni prima della tragedia aveva fatto un brutto sogno ed aveva voluto disegnarlo. In aula è stato mostrato il foglio di carta su cui erano raffigurate una galleria ed un angelo, ciò che ricordava di quell’incubo. Franco Viscogliosi morì con sua moglie Irma due giorni dopo quel terribile sogno, il 24 marzo del ’99, nel rogo del traforo.
La settimana prossima (quella del 25 aprile) la parola verrà data ai difensori, per le loro arringhe. Il clima si preannuncia teso. Tuttavia, il momento della sentenza è ancora distante: i giudici si sono presi tre mesi, tanti quanti quelli delle udienze, per decidere chi condannare e perché.



di Maria Teresa Zonca

Traforo del Monte Bianco
Martedì, 26 Aprile 2005
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