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Il nodo irrisolto della velocità
Tutta Europa si muove in direzione della limitazione e del controllo delle velocità dei veicoli. C’è anche un buon consenso popolare per queste politiche Resta però il problema di conciliare passione e sicurezza stradale

di Riccardo Matesic*

Si chiamava David Holmes, aveva 38 anni ed era un grande appassionato di moto. È morto poco tempo fa, scontrandosi frontalmente con un’auto che ha attraversato la sua strada senza vederlo. Aveva una telecamera montata sul casco, e il video dell’incidente oggi è pubblicato
su Internet, per volontà della famiglia.
A rilanciare il filmato, fra i tanti, anche un nostro conoscente, scooterista, con questo commento: “quello che mi ha sconvolto di più, non è tanto il volo, quanto la normalità della situazione: lui guida bello tranquillo, è un po’ veloce, l’auto non lo vede, svolta, bum!”.
Holmes però non era semplicemente un po’ veloce. In realtà viaggiava a circa 160 km/h su una strada extraurbana, dove il limite dovrebbe essere di 96 km/h. Purtroppo per lui è incappato nel più tipico degli incidenti dei motociclisti, un evento causato dalla cattiva valutazione della velocità della moto da parte del guidatore dell’auto. Colpisce sopratutto la sottovalutazione della componente velocità come concausa d’incidente e come aggravante da parte del nostro amico scooterista.


>LEGGI L'ARTICOLO

 

da il Centauro n. 179


 

Velocità 2 – Come conciliare passione e sicurezza stradale

 

Martedì, 25 Novembre 2014
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