Patenti
facili, altro colpo della Stradale a Como. Arrestate 5 persone: vendevano
gli esami
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(ASAPS) COMO – Il calderone scoperchiato un anno fa dalla Polizia Stradale di Torino sembra più un vaso di Pandora. Stavolta, gli investigatori della Specialità erano quelli di Milano, ed in stretta collaborazione con i vertici del Dipartimento Trasporti Terrestri hanno smascherato alcuni funzionari corrotti, arrestandoli insieme ai loro complici esterni, che procuravano clienti e denari. È accaduto, stavolta, a Como, dove il sistema consisteva in una serie di stratagemmi per evitare i compiti scritti. In alcuni casi, i candidati italiani certificavano lievi disturbi psichici, ottenendo così di evitare i quiz a risposta multipla e di poter sostenere un esame sostitutivo sotto forma di colloquio, definito dagli inquirenti “addomesticato”. Ampi guadagni con minimi rischi, e – soprattutto – con patenti per tutti. La voce aveva superato i confini mandamentali della provincia, e questo ha fatto drizzare le orecchie alla Squadra di PG del compartimento di Milano e della Sezione di Como. Indagini, lunghe e laboriose, ma alla fine il risultato si è visto: 5 persone sono finite in carcere con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di pubblico ufficiale e al falso: si tratta di due funzionari della motorizzazione di Como, uno della motorizzazione di Varese (per loro era già pronto un provvedimento di sospensione dal servizio, che prelude al licenziamento in caso di condanna), e di due coniugi titolari di una scuola guida. Nel periodo di indagine, sono stati documentate nei dettagli le vendite di almeno 35 patenti di guida, con questo sistema, che fruttava ciascuna un minimo di 2.500 euro. Altri episodi hanno invece evidenziato che anche gli extracomunitari costituivano per il gruppo una risorsa davvero appetibile. Per loro, saltare il quiz era possibile semplicemente dichiarando di non comprendere in pieno la lingua italiana. In due occasioni, addirittura, il gruppo ha letteralmente estorto cifre maggiori di quelle pattuite in precedenza. Una vergogna, alla quale si è messo fortunatamente la parola fine: e non tanto per l’abominevole pratica corruttoria, deprecabile e punibile solo con l’estromissione definitiva da certe funzioni da parte di tutti (non sempre ottenibile), ma soprattutto per il fatto di mettere al volante persone assolutamente inette alla conduzione di veicoli. In alcuni casi, in altre indagini, si partiva proprio a ritroso da alcuni gravissimi incidenti, anche mortali, in cui la manifesta incapacità di chi li aveva provocati aveva rivelato l’ignobile mercato. (ASAPS) |
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