La ricerca
Strisce pedonali: queste sconosciute
FORLI' - In Romagna, precisamente a Forlì, c’è il quartier generale dell’Asaps, Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale. Asaps sta alla sicurezza stradale come Libera di don Ciotti sta all’anti mafia. Raccoglie numeri ed elabora statistiche su incidenti, infrastrutture, criticità e bisogni della nostra rete stradale. Un piccolo capolavoro che con la forza dei numeri cerca di smuovere coscienze, e amministratori pubblici, sullo stato - scarso - del civismo italiano quanto è ora di mettesi al volante di un’auto o in sella ad una moto.
Di Asaps fanno storia le inchieste di Natale. Approfondimenti su tematiche chiave della sicurezza stradale. L’anno scorso venne compiuto un monitoraggio sull’uso del cellulare alla guida. Quest’anno il focus punta dritto alle strisce pedonali. L’esito è negativo, i pedoni si confermano utenti di serie b delle strade italiane.
La domanda: Quanti sono gli automobilisti italiani che si fermano quando si trovano di fronte a un pedone che sta attraversando la strada sulle cosiddette “strisce pedonali”? Quanti si fermano dove esistono impianti semaforici pedonali e quanti dove ci sono semplicemente gli attraversamenti? Pochi, davvero pochi. E’ questo il risultato dell’indagine natalizia realizzata dall’Asaps, in 5 più fra le più importanti città italiane: Milano, Firenze, Roma, Napoli e Palermo. Pensando alla propria esperienza da automobilista e pedone, ciascuno di noi converrà come analoghi risultati siano riscontrabili anche in Romagna.
Complessivamente sono stati presi in esame nel mese di dicembre esattamente 2.000 “tentativi” di attraversamento (400 per ciascuna città) e di questi ne sono stati esaminati 200 in prossimità di un passaggio pedonale regolato da impianto semaforico dedicato (cioè un semaforo di utilizzo esclusivamente pedonale) e 200 in prossimità di un attraversamento pedonale cosiddetto “libero”, cioè con strisce e non regolato. Nei momenti del rilevamento, ovviamente, non erano presenti nelle vicinanze agenti della Polizia locale questo per certificare la spontaneità del gesto. Ecco i risultati registrati nelle ore diurne dai referenti e volontari dell’Asaps, tutti adulti sia maschi che femmine (correndo anche qualche rischio). Fra i 5 capoluoghi di regione monitorati la città nella quale, complessivamente, gli automobilisti si sono maggiormente fermati a dare la precedenza ai pedoni è Milano con il 47%; segue Firenze con il 43%, Palermo con il 39%, Napoli con il 38%, mentre la maglia nera spetta alla Capitale con 30%. Se poi si differenziano le percentuali a seconda del tipo di attraversamento, è stato rilevato che sempre a Milano si è fermato il maggior numero di automobilisti quando si sono trovati di fronte a un impianto semaforico pedonale (72%); segue Firenze con il 68%, Palermo con il 66%, Napoli con il 59% e di nuovo Roma si pone all’ultimo posto con una percentuale inferiore alla metà degli esaminati, cioè il 45%.
Notevolmente più basse, invece, le percentuali di automobilisti “corretti” se si analizzano i dati della precedenza su semplici attraversamenti pedonali “zebrati”, cioè non regolati da un semaforo: a Milano soltanto il 22% dei conducenti si è fermato, a Firenze e Napoli il 18% a Roma il 15% ed a Palermo il 12%. “La classifica, sia ben chiaro, non è affatto positiva per nessuna delle città coinvolte - spiega Asaps - e nemmeno se differenziata per tipologia di attraversamento (cioè se regolato da semaforo o meno), basti notare le percentuali dei conducenti che non si sono fermati davanti a un pedone”.
Solo 790 conducenti su 2000 attraversamenti registrati si sono fermati. Come dire che il 60,5% degli automobilisti non concede il dovuto diritto di precedenza ai pedoni neppure negli attraversamenti protetti e a loro dedicati. “Sarebbe tuttavia interessate - chiosa Asaps - poter analizzare anche i dati contravvenzionali delle forze di polizia nelle stesse città prese in esame, cioè quante “multe” sono state elevate a carico di automobilisti che non rispettano la precedenza del pedone sugli appositi attraversamenti. A tal proposito vale la pena ricordare che secondo l’articolo 191 del Codice della Strada, il conducente di un veicolo che non dà la precedenza ad un pedone che attraversa (o è nell’imminenza di farlo) sulle “strisce” è passibile di una contravvenzione da 162 a 646 euro e della decurtazione di 8 punti dalla patente di guida. Una sanzione questa, che crediamo potrebbe avere un’indubbia efficacia se fosse attuata costantemente e se rientrasse negli obiettivi che le amministrazioni centrali e periferiche si pongono di raggiungere nel campo della prevenzione e sicurezza stradale”.
“I frequenti investimenti di pedone hanno quasi sempre conseguenze tragiche - conclude la ricerca - Sono 549 i morti e 21.234 i feriti complessivi nel 2013 e quasi il 30% travolti proprio sugli attraversamenti protetti. Inoltre nei primi undici mesi del 2014 sono già 43 i morti e 363 i feriti (solo fra i pedoni) causati dai pirati della strada che poi si sono dati alla fuga”.
UN GIUDIZIO MOLTO LUSINGHIERO (ED ESAGERATO), MA CHE CI FA VERAMENTE MOLTO PIACERE
Domenica 28 dicembre il quotidiano la Voce di Romagna ha pubblicato un articolo a commento dei nostri dati relativi al monitoraggio sul comportamento degli automobilisti italiani di fronte alle strisce pedonali. Ci ha stupito e lusingato la premessa del pezzo del giornalista (sigla fto), che non conosciamo.
“In Romagna, precisamente a Forlì, c’è il quartier generale dell’Asaps, Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale. Asaps sta alla sicurezza stradale come Libera di don Ciotti sta all’anti mafia. Raccoglie numeri ed elabora statistiche su incidenti, infrastrutture, criticità e bisogni della nostra rete stradale. Un piccolo capolavoro che con la forza dei numeri cerca di smuovere coscienze, e amministratori pubblici, sullo stato - scarso - del civismo italiano quanto è ora di mettesi al volante di un’auto o in sella ad una moto.”
Ringraziamo questo sconosciuto giornalista per un paragone sicuramente molto esagerato e ampiamente immeritato, ma che però ci lusinga per il percorso che l’ASAPS ha tracciato in questi anni e che ci inorgoglisce veramente tanto. (Giordano Biserni ASAPS)