IL BILANCIO DELLA SICUREZZA STRADALE A VERONA
Come ogni inizio anno, apriamo il 2015 con i consueti bilanci statistici sull’andamento dei dodici mesi precedenti e questo, per noi della Stradale, si traduce nel conteggio con il fiato sospeso di quante e quali persone ci hanno lasciato anzitempo per distrazione, velocità o altre cause d’incidente che giornalmente affliggono le nostre strade.
Che il 2014 sia stato un anno particolarmente pesante lo avevamo già intuito al termine di quell’unica lunga stagione iniziata ad aprile è terminata a novembre inoltrato, e proprio questo clima, tutto sommato mite, ha invitato centinaia di motociclisti e scooteristi a salire in sella e purtroppo ben 25 centauri veronesi non hanno più potuto riabbracciare i loro cari.
Per la cronaca, nella nostra provincia sono poi deceduti 23 automobilisti, 10 ciclisti, 6 passeggeri di autovetture e a chiudere 5 pedoni.
Un totale di 69 persone a fronte delle 59 decedute del 2013. C’è di che riflettere su quale debba essere la soglia di attenzione su questo fronte che, sebbene a livello nazionale si registri la tendenza al calo delle vittime, provoca comunque la perdita di 1 vita ogni 5 giorni.
Il 17 gennaio il Sistema Statistico della Regione Veneto ha pubblicato i risultati del primo semestre 2014 ed abbiamo così appreso che la provincia di Verona, a fronte dei numeri in calo delle altre realtà venete, ha visto un + 9,4% degli incidenti con feriti, che passano da 1.313 a 1.437. Numeri che dovranno trovare ulteriori conferme, ma numeri con i quali dobbiamo confrontarci e rafforzare le strategie di contrasto sia in ambito repressivo che preventivo.
Se da una parte l’allarme sociale destato dai recenti fatti parigini ha fatto innalzare il livello di attenzione sul fronte terroristico, dobbiamo comunque proseguire nell’azione di contrasto alla sinistrosità stradale e probabilmente agire sul versante dei disturbi dell’attenzione alla guida su cui noi veronesi pecchiamo notevolmente, come emerge da un’indagine condotta dall’ASAPS Associazione Amici Sostenitori Polizia Stradale che nel dicembre 2013 ha pubblicato i risultati dell’utilizzo del telefono alla guida in molte città italiane e questo malcostume pone veronesi e forlivesi ai vertici della classifica, costituendo una sorta di ottavo peccato capitale, con punte di “telefonisti” del 16% (*).
L’indagine, sebbene non esaustiva, delinea un obiettivo ben preciso su cui concentrare le risorse, anche perché magari qualcuno di quei 25 centauri, oltre che dalla propria velocità, è stato altresì vittima dell’omessa precedenza da utilizzo di cellulare. Già, proprio così, e se consideriamo l’impennata delle vendite di smartphone, non serve certamente chissà chi o cosa per svelarci il bersaglio da colpire, o meglio, quale sia il comportamento umano da perseguire. E’ sufficiente voltarci ad semaforo e guardare il conducente al nostro fianco oppure riflettere un po' su cosa stiamo facendo, per scoprire il pollice sullo schermo multi touch a scorrere email, messaggi, cliccare feed o scattare fotografie. Tutto questo mentre guidiamo, pedaliamo e camminiamo su un asfalto che non è tecnologico come gli apparecchi che maneggiamo e che troppo spesso raccoglie i frammenti di quelli che erano luminosi schermi touch, pezzi di vetro che ora si infilano tra le crepe di un asfalto troppo consunto, ma che ci strappa dall’impalpabilità della rete alla materiale consapevolezza di aver provocato un qualcosa più grave ed enormemente più grande di noi per cui non esiste rimedio sulla soglia dell'implacabile tribunale della nostra coscienza, per chi ce l'ha ancora, beninteso.
Andrea Scamperle
Tutor di educazione stradale
Polizia Stradale di Verona