Le storie che seguono sono, a nostro avviso, atti di quotidiano
ed ordinario eroismo. Sono rigorosamente vere, accadute nelle
ultime ore e raccontate da chi le ha realmente vissute. Sono
scritte in relazioni di servizio, ma spesso sono destinate ad
ingiallire negli archivi, o a diventare storie di pattuglia, da
raccontare in mensa o nelle serate in pizzeria tra i
colleghi-amici del turno. Se ci scappa il morto, tra le divise, si
parla di eroi, se ci scappa, per errore, il morto ed è un
innocente, ci sarà chi vorrà attribuire la responsabilità agli
agenti, che hanno operato male. Se tutto invece va bene, si tratta
solo di un intervento doveroso. Ma così
non è. Nella mente di chi c’era, quegli istanti
resteranno impressi per sempre, e sapete perché: perché
c’è la consapevolezza di fare una cosa rischiosa,
potenzialmente letale. Eppure, questi ragazzi hanno deciso
di farla e basta. Ed hanno vinto. Onoriamoli con la cosa più
bella che possiamo fare: scrivere di loro.
Giordano Biserni |
FIRENZE,
FAR WEST IN AUTOSTRADA. PATTUGLIA INSEGUE CAMION RUBATO, ABBANDONATO
POI IN CORSA DAL DELINQUENTE. UN AGENTE SALTA A BORDO E LO FERMA.
POTEVA ESSERE UNA STRAGE. |
(ASAPS)
FIRENZE – Cos’è una notte di ordinaria follia,
in autostrada? Lo sa bene una pattuglia della Sottosezione di Firenze
Nord, che nella notte tra il 5 e il 6 aprile si è trovata
alle prese con un delinquente pronto a tutto, armato non della solita
pistola, ma di un mezzo d’opera stracarico, completo di rimorchio
con sopra una gigantesca ruspa Caterpillar. Era tutto provento di
due furti, effettuati poche ore prima a Ferrara e nel bolognese.
Evidentemente la stessa banda specializzata, che aveva affidato
ad uno spietato gregario il compito di trasferire il convoglio rubato
– valore oltre 210mila euro – verso il sud Italia. Ma
il piano non è andato liscio, e grazie alla segnalazione
di un utente della strada, che aveva visto sfrecciare ad oltre 100
all’ora quel camion con rimorchio e ruspa sui tornanti autostradali
dell’Appennino, una pattuglia di Pian del Voglio si mette sulle
sue tracce. La trappola della Polizia Stradale funziona a dovere,
e appostata, a Calenzano, ci sono due ragazzi di Firenze Nord. Si
sono nascosti bene, tra i cespugli dello svincolo. I colleghi di
Pian del Voglio hanno cominciato a rallentare il traffico, senza
che il ladro si fosse ancora accorto di nulla, e così tra
l’auto degli agenti e il mezzo rubato si crea un considerevole
spazio: quello che serve ai ragazzi di Firenze Nord, che appena
vedono sfilare il loro obiettivo, partono a tutta velocità.
L’Alfa 156 sfreccia al buio, senza fari e con lampeggianti
e sirene ancora quieti. Per sicurezza, è rimasto acceso solo
il segnale posteriore a messaggio variabile, per non rischiare di
essere tamponati. Poche centinaia metri prima dello svincolo di
Firenze Nord, gli agenti comprendono di avere uno spazio di azione
sufficientemente sicuro e l’autista affonda il piede sul gas:
la pattuglia s’infila tra il convoglio e il guardrail centrale,
sul filo dei 100 all’ora. Troppi, per un camion, per di più
carico all’inverosimile come quello, e sul rimorchio la pesante
Caterpillar ondeggia pericolosamente. Un minimo errore e potrebbe
finire tutto in un disastro. Dal finestrino dei Centauri esce la
paletta, all’unisono con il rumore delle sirene e la luce blu
dei lampeggianti, mentre il faro laterale illumina a giorno la fiancata
sinistra dell’autotreno. Il conducente ha un attimo di smarrimento,
perché non ha visto arrivare l’Alfa della Stradale.
Non si ferma: il delinquente decide di andare fino in fondo, e sterza
bruscamente verso il centro strada. La reazione dell’autocarro
è rabbiosa, spinta ancor più violentemente dal peso
del rimorchio e della ruspa. 5 tonnellate contro una zanzara. L’autista
però comprende e reagisce freddamente all’offesa: niente
freno, ma una scalata in terza e giù sull’acceleratore.
La pattuglia schizza in avanti e passa da inseguitrice ad inseguita,
con il tir che accende tutti i fari come in un film di 007 e punta
a tutta birra contro il posteriore della vettura. Davanti ci sono
altri camion, che viaggiano a 80 poco più. Frattanto dal
COA si affacciano alla finestra ed assistono alla scena, che ha
dell’incredibile, e tutte le auto cominciano a convergere verso
Firenze. Arrivano da Montecatini, da Arezzo, da Bologna. I ragazzi
però non perdono la calma e costringono il bisonte infuriato
ad avvicinarsi ancora al traffico davanti: ma è evidente
che se finiscono a tiro del camion, non c’è scampo.
è come un gioco, al gatto col topo, finché il criminale
non capisce che la via di fuga è chiusa. Poco più
avanti, l’autostrada è bloccata. Allora pigia il freno,
bruscamente, e passa dai 100 orari ad una velocità che gli
consente di lanciarsi a terra, direttamente sulla corsia di sorpasso
della carreggiata opposta. Quando i poliziotti assistono alla scena,
comprendono che se il camion tocca il new jersey, si ribalterà,
o peggio, salterà dall’altra parte. Così l’ABS
della volante entra in azione e il capopattuglia salta giù,
corre verso il camion che comincia a riprendere velocità,
con la marcia ancora ingranata, in discesa. Apre la portiera e si
sdraia fino a trovare il freno di servizio. Il bisonte è
domato. Scatta la battuta, con il fuggiasco che riesce a restare
libero, per ora.
Sembra un film, ma è tutto vero, come il lancio Ansa che
ha fatto il giro del paese. Alla fine, i due uomini di Firenze Nord
hanno scoperto che il camion era stato rubato nel ferrarese, mentre
la ruspa era stata caricata nel corso di un secondo furto. Un valore
di almeno 210mila euro. Ora il fuggitivo, è ricercato per
tentato omicidio e ricettazione. (L.B. - ASAPS)
|
PONT
SAINT MARTIN, UBRIACO CONTROMANO IN AUTOSTRADA. LO BLOCCA UNA PATTUGLIA
DELLA STRADALE, COSTRETTA A INSEGUIRLO PER FERMARLO. STRAGE EVITATA. |
(ASAPS)
PONT SAINT MARTIN (AO) – L’Asaps se n’è occupata
più volute, nel corso di due diverse inchieste pubblicate
sulle pagine de Il Centauro. Ma il fenomeno, spesso correlato all’abuso
di alcol o droghe, non accenna a diminuire. L’ultima storia,
degna della celebre serie "action now!", arriva dalla
Valle d’Aosta, in A/5, dove una pattuglia della Sottosezione
ha dovuto inseguire l’ubriaco, percorrendo a sua volta l’arteria
nel senso opposto. Ma vediamo i fatti: sono da poco passate le 3
del mattino, quando la radio della pattuglia di Pont Saint Martin,
ferma a Verres per un posto di controllo, che copre l’itinerario
da Aosta Ovest fino a Quincinetto, comincia a gracchiare. è
la voce della centrale operativa, che segnala un’auto contromano:
è stata vista entrare proprio alla barriera del capoluogo,
a Brissogne, e si dirige a tutta velocità verso Torino, sulla
carreggiata nord. è una situazione pericolosissima, perché
l’A/5 è piena di curve, è poco trafficata: ma
soprattutto, tra l’auto contromano e la pattuglia, ci sono
tre gallerie, due delle quali a visuale cieca. Se qualcuno si troverà
là dentro, quando il folle sopraggiungerà, sarà
una strage. A 200 orari gli uomini della Stradale, un Vice Sovrintendente
ed un navigatissimo Assistente, si lanciano verso il nord accendendo
tutte le luci a loro disposizione. Una seconda segnalazione indica
che l’auto pirata continua nella sua corsa, ed ha passato da
poco Nus. Ora, tra lei e gli agenti c’è il casello di
Saint Vincent e poi le gallerie, dopo il temibile curvone sul viadotto
delle Capre. Proprio quando l’autoradio della Stradale arriva
alla stazione di servizio sullo svincolo, un fascio di luce anomalo
annuncia l’arrivo del pazzo. Non c’è traffico,
non c’è nessuno: di solito, in questi casi, si mette
un camion di traverso e si sbarra la strada, costringendo il bucaniere
del volante a fermarsi. Ma non c’è nessuno. La macchina
della polizia è ferma di traverso, sulla carreggiata. Ma
l’auto arriva a 100 all’ora, forse più. Sembra
condotta da un poltergeist, perché ignora palette e lampeggianti.
Semplicemente, prosegue contromano verso sud. I due poliziotti si
guardano in faccia per un attimo: sanno che se imbocca le gallerie
di Montjovet, sarà troppo tardi: se arriva qualcuno, a quella
velocità, sarà una tragedia. I due tornano al loro
posto, allacciano la cintura e si lanciano all’inseguimento:
hanno dalla loro parte una visuale di almeno 800 metri, forse più.
Dopo non potranno andare oltre. Arrivano a tiro, lampeggiano, affiancano
il veicolo. Il conducente è ubriaco, è chiaro. Sembra
non sentire e non vedere: solo l’istinto lo guida, quell’ancestrale
capacità che gli alcolisti hanno di fare movimenti ormai
rituali e meccanici, come guidare. Cosa ci sia, oltre il parabrezza
e i cigli della strada, sembra non riguardarli affatto. Ecco che
arrivano due, tre, quattro macchine. Lampeggiano, suonano, e la
galleria è a meno di 100 metri: l’assistente decide
di passare all’azione. Sorpassa e stringe il folle al guardrail,
lo obbliga a fermarsi, a costo di farsi tamponare, all’ingresso
– che poi è l’uscita – della galleria. Poi
gli agenti scendono, aprono la porta dell’auto pirata e tirano
fuori quello sconsiderato, che puzza di alcol come una spugna. Lo
trascinano in corsia di emergenza, mentre uno di loro si occupa
di spostare i veicoli: prima quello del ciucco e poi l’auto
di servizio. è finita. 190 all’ora in contromano. L’etilometro
ha poi detto la sua: 1,88 g/l, per un recidivo del connubio bacco
e volante. (L.B. – ASAPS) |
|