Non nasconde
una punta di orgoglio per l’indagine a lungo coordinata e sfociata,
due giorni fa, in una clamorosa operazione di polizia giudiziaria che
ha portato alla ribalta un giro di «patenti facili» che
ha coinvolto numerosi funzionari e dirigenti dell’ex Motorizzazione
di Palermo, oggi Dipartimento dei trasporti terrestri, che sta facendo
tremare anche qualche autorevole esponente politico.
Il commissario capo Calogero La Porta, dirigente della sezione di Agrigento
del Compartimento della Polizia stradale della Sicilia Occidentale,
è soddisfatto del lavoro effettuato «che - sottolinea -
non è ancora concluso». Ciò, evidentemente, prelude
ad ulteriori sviluppi che l’inchiesta sfociata nell’operazione Lupo
potrebbe avere anche a breve scadenza.
«Quel che ha maggiormente stupito l’opinione pubblica - dice il
funzionario - è il fatto che a condurre una così delicata
e articolata indagine di polizia giudiziaria sia stata la Polstrada
e non altri uffici investigativi. A tal riguardo voglio spiegare che
oltre alla squadra infortunistica che si occupa degli incidenti stradali,
questa sezione può vantarsi di avere una squadra di polizia giudiziaria
estremamente valida e composta da personale competente e specializzato
che si dedica alle indagini riconducibili in qualche modo alla nostra
attività specifica: patenti o mezzi rubati, documenti contraffatti,
auto riciclate e molto altro ancora. La squadra in questione è
coordinata dall’ispettore capo Michele Lo Giudice, anche se va dato
atto dell’impegno anche a quella del distaccamento di Sciacca, coordinata
dall’ispettore capo Baldassare Messina, che ha attivamente partecipato
a questa lunga e complessa attività investigativa».
Due anni di indagini con pedinamenti, intercettazioni telefoniche e
ambientali, sequestri di documenti, interrogatori di persone informate
sui fatti.
«E non solo - continua La Porta - nel corso di quest’attività
abbiamo avuto a che fare con varie Procure, dato che abbiamo cominciato
in territorio di Sciacca e abbiamo finito in quello di Palermo, dove
poi abbiamo scoperto l’epicentro dell’organizzazione criminale che abbiamo
scovato. Quello sfociato nell’operazione Lupo è soltanto un filone
di quest’indagine. Un altro riguarda soggetti e fatti che sono attualmente
al vaglio, mentre un altro ancora è in itinere e a tal riguardo
vi posso solo anticipare che, a suo tempo, ne sentirete e ne vedrete
delle belle».
E il giro di squillo «intercettato?»
«Quando si mettono sotto controllo certe utenze telefoniche non
si può mai sapere cosa ne verrà fuori. E così,
inseguendo due patenti rubate ci siamo ritrovati davanti ad un presunto
giro di prostituzione. A quel punto, il procuratore della Repubblica
di Sciacca, che ha coordinato la prima fase dell’inchiesta, ha operato
un opportuno stralcio, affidando la prosecuzione dell’indagine ad un
altro ufficio. Ma sulla vicenda non ritengo sia opportuno dilungarmi,
dato che l’inchiesta è ancora in corso».