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Al capolinea della movida, un venerdì notte al pronto soccorso

Dalle due del mattino fino all’alba il continuo via vai di ambulanze e barelle nell’ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova: quasi tutti giovanissimi, vittime delle notti all’alcol. E a volte serve l’intervento di metronotte e forze dell’ordine

FIRENZE – Arrivano uno dopo l’altro, come feriti di una guerra invisibile. Risuonano le ambulanze, rimbombano le sirene, corrono gli infermieri. Le barelle sono sempre piene, i pazienti sono sempre loro, i ventenni del sabato sera, quelli che bevono troppo, quelli che vomitano e svengono. E che poi arrivano qui, incoscienti e devastati in piena notte, al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Nuova, nel centro storico di Firenze, ricettacolo di giovani ubriachi, a volte in coma etilico, a volte insanguinati, vittime di risse. Coi volti sfigurati e gli occhi agonizzanti, qualche volta in lacrime, gli sguardi distesi dentro il vuoto. A volte invece fanno paura, gli infermieri devono domarli, placare la loro ebbrezza rabbiosa, calmare gli animi dopo una sbronza. O magari dopo una scazzottata. Al pronto soccorso c’è il metronotte, spesso polizia e carabinieri. Ammanettano gli alcolizzati, quelli che minano la sicurezza degli altri pazienti, quelli che danno in escandescenza.

 

>VIDEO - Al capolinea della movida, un venerdì notte al pronto soccorso
Nell’ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova - Video di Jacopo Storni

 

La guerra del fine settimana

È una battaglia notturna a Santa Maria Nuova, il fine settimana è quasi una guerra: il fronte è l’ospedale e gli infermieri fanno i soldati. «Cerchiamo di tenere la situazione sotto controllo, ma i pazienti arrivano in condizioni talmente critiche che spesso siamo in difficoltà sul fronte dell’ordine pubblico». Insieme agli infermieri ci sono i volontari della Misericordia, della Fratellanza Militare e della Croce Rossa. «Santa Maria Nuova – spiegano loro - è uno degli ospedali italiani con il maggior numero di ricoverati per intossicazione alcolemica ogni fine settimana, data soprattutto la sua ubicazione in pieno centro storico».

Ore 2: inizia l’assedio

I monitor del pronto soccorso sono collegati alla centrale del 118 e segnalano i pazienti in arrivo. Dalle 2 in poi, arrivano soltanto gli ubriachi. Cinque, dieci, quindici pazienti ogni venerdì e ogni sabato notte. Una puntuale invasione di italiani e stranieri. Tanti americani, assidui frequentatori del centro storico di Firenze. Tante ragazze e tanti minori. Un flusso ininterrotto fino alle 6 della mattina. «Paziente in arrivo da via de’ Sassetti, 21 anni, sospetta intossicazione etilica». L’infermiera che osserva i monitor lancia l’allarme e il pronto soccorso entra in stato di allerta. In via de’ Sassetti c’è una delle discoteche più gettonate della città, non è certo un caso che il paziente arrivi da lì. Quando si aprono i portelloni dell’ambulanza, esce una barella ricoperta da un cappotto e una coperta. Sotto la coperta c’è uno scricciolo di ragazza che vomita e boccheggia. Poi mugola, alla fine si addormenta. Quando si risveglia, si alza e se ne va, così, in maglietta e senza scarpe. Un’infermiera le corre incontro e la riporta in ospedale.

«Che ci faccio qui?»

Barelle che vanno, barelle che vengono. «Li troviamo distesi sui marciapiedi fuori dai locali, oppure in preda al vomito in mezzo alle piazze». I volontari delle ambulanze ormai non si stupiscono più. «Raccattiamo di tutto, quasi tutti giovani, a volte anche minori». Alle 4 il pronto soccorso è pieno di barelle dove dormono gli ubriachi. E le sirene continuano a suonare. Ecco un ragazzo di 25 anni. Chiede scusa per il disagio agli infermieri e si porta le mani sul volto, accasciato sulla barella con i pantaloni strappati e gli stivali di pelle. Trema per il freddo e per la vergogna. Lo sguardo sul ginocchio destro, ferito e insanguinato. I medici vogliono sapere cosa ha bevuto: «Cocktail? Vodka? Birra? Vino?». Alla fine la risposta è quasi sempre la stessa: mix d’alcol. Poi chiedono se ha battuto la testa, lui dice di no ma non sembra convinto. Continua a tenere basso lo sguardo, passando dalla barella alla carrozzina, evitando gli occhi degli altri e chiedendosi ripetutamente, disperatamente: «Che ci faccio qui?»

di Jacopo Storni
da corrierefiorentino.corriere.it



ECCO COME SCORRONO LE NOTTI DEL FINE SETTIMANA, IN UN LAGO DI ALCOL !
La guerra (persa) del fine settimana. Il video denuncia di quello che succede in ogni notte nel week end. Le stragi del sabato sera sono molto diminuite grazie ai controlli antialcol sulle strade, ma  anche perché i giovani viaggiano meno in auto e le “movide” ora sono ristrette alle mura cittadine. Con le conseguenze che vediamo in questo video denuncia del Corriere Fiorentino.
Se la situazione dei nostri giovani è questa, va cancellatala la parola futuro. (Giordano Biserni ASAPS)

Martedì, 10 Febbraio 2015
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