Treviso, chiede al Comune di pagare la multa con lavoro socialmente utile
Una donna, multata da un vigile per sosta vietata, ha chiesto al Comune di Valdobbiadene di poter pagare la sanzione amministrativa con un lavoro socialmente utile. La somma contestata all'automobilista è di soli 41 euro, ma la sua già difficile situazione economica le rende impossibile l'estinzione del debito.
Nella lettera inviata al sindaco la signora scrive di non poter fare il proprio dovere di cittadina "poiché devo rinunciare a tante cose per arrivare a fine mese", e "rivolgermi al giudice di Pace mi costerebbe di più".
"Sarebbe una novità - precisa l'avvocato Fabio Capraro esperto del settore - l'introduzione anche nel diritto civile di questa applicazione, nata solo nella materia penale e applicata in particolar modo per la circolazione stradale. Però ci vorrebbe una legge ad hoc".
Ma nella zona di casi simili se ne sono già verificati due: un parrucchiere, dopo aver preso una multa di 300 euro per un poster attaccato sulla vetrata all'interno della porta del suo negozio, ha pagato con prodotti il cui prezzo copriva l'ammontare di quanto comminato dalla polizia municipale di Valdobbiadene.
Un altro cittadino, al centro di una disputa con il fisco, ha invece "pagato" una multa di 1.750 euro allo Spisal di Montebelluna consegnando una mucca del proprio allevamento.
A Portomaggiore, in provincia di Ferrara, Comune e Tribunale hanno già adottato una norma in tal senso: le multe possono essere “commutate” in ore di lavoro presso gli uffici del Comune. Il tribunale di Ferrara deve però stabilire le modalità di applicazione della delibera, in particolare dovrà precisare cosa il trasgressore stradale dovrà fare e per quanto tempo.
Comunque onore al senso civico di questa signora che, passando un brutto momento con le sue economie, non si sottrae al suo dovere civico con artifizi come invece fanno in molti. (ASAPS)