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SVIZZERA, STUDIO DELL’UPI: GLI INFORTUNI NON PROFESSIONALI CAUSANO OGNI ANNO COSTI DI OLTRE 10 MILIARDI DI FRANCHI
GLI INCIDENTI STRADALI NON PROFESSIONALI COSTANO 4 MILIARDI E 118 MILIONI DI EURO MA RAPPRESENTANO SOLO L’8% DEI CASI

(ASAPS) BERNA, 19 febbraio 2015 – Quanto costano gli infortuni non professionali alle tasche dei contribuenti? se lo sono chiesto in Svizzera gli esperti dell’UPI, l’Ufficio elvetico per la Protezione degli Infortuni, e la risposta è sconcertante: 10 miliardi di franchi, qualcosa come 9 miliardi e 300milioni di euro (e spiccioli). In ballo ci sono incidenti stradali, sportivi, domestici e del tempo libero in generale e se si considera che a questi vanno aggiunti i costi degli infortuni professionali (la strada abbraccia dunque entrambe le fattispecie), è facile comprendere come il bilancio di uno stato dipenda in larga parte anche dalla sicurezza che è in grado di garantire – e imporre – a tutti i suoi cittadini. Secondo i dati dell’UPI, loro, i cittadini, vittima di infortuni nel tempo libero superano abbondantemente il milione: se si considera che la popolazione complessiva della Confederazione supera di poco gli 8 milioni di abitanti, la semplice proporzione con l’Italia (per la quale non siamo riusciti a reperire dati di questo genere), che di abitanti ne conta oltre 60milioni, fa rabbrividire.
La circolazione stradale incide nel 42% dell’emorragia economica, provocando alle casse dei cugini transalpini un danno di circa 4 miliardi e 400milioni di franchi, l’equivalente di 4 miliardi e 118milioni di euro.

Il dato che ci impressiona è che gli incidenti stradali sono solo l’8% di tutti gli infortuni. Al secondo posto, in questa sconcertante classifica del “facciamoci male” ci sono gli infortuni domestici e del tempo libero (37%), circa 3,9 miliardi di franchi pari a 3miliardi e 652milioni di euro. In termini di costi, questi soldi rappresentano il 53% e il 40% di tutto il denaro speso per infortuni e questo a causa della gravità media delle lesioni riportate (lesioni e morte) nel corso degli scontri sulla strada e la ragione è fin troppo semplice: la gravità delle ferite e i relativi costi per infortunato nella circolazione stradale sono nettamente i più elevati per effetto delle spese sanitarie (dal primo intervento alla riabilitazione), della perdita di produzione e dei costi relativi alla sostituzione del personale nella catena produttiva, i costi amministrativi, le spese della polizia e quelle della giustizia e, non ultimi, i danni materiali arrecati.

Se poi aggiungessimo alla proporzione col nostro paese le stime relative ai danni cosiddetti immateriali (dolori, sofferenze e relative perdite produttive ad essi legate), l’Italia rischierebbe solo per questo il default: in Svizzera l’UPI ritiene che il costo sociale complessivo raggiunge i 47,5 miliardi di franchi, qualcosa come 44 miliardi e mezzo di euro. (ASAPS)

 

 

 


 

Giovedì, 19 Febbraio 2015
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