La strada,
gli incidenti dello scorso fine settimana sono la conferma, è
molto democratica: colpisce tutte le categorie indistintamente, dal
professionista all’operaio, dall’anziano al bambino.
E’ cinica: sa scegliere anche i momenti di massimo relax, come
l’inizio di una vacanza, per distruggere una vita, una famiglia,
un’impresa.
E’ crudele: sa emettere sentenze di morte inappellabili anche a
carico di chi non ha commesso violazioni ma, seguendo le regole, è
vittima di chi ha fatto un salto di carreggiata, ha mancato una precedenza,
ha imboccato l’autostrada contromano.
Alcuni disastri autostradali di questi giorni (altro che 150!) confermano
che non c’è patente a punti o patentino che tengano se non
sono affiancati da una fitta rete di seri e qualificati controlli, magari
senza uso eccessivo di elettronica e con qualche visibile e attrezzata
pattuglia in più sulle strade. Con meno ausiliari e più
professionisti.
La prima domanda che ci facciamo, per esempio, è come mai questo
benedetto organico della Polizia Stradale, carente di circa 1.500 operatori
non venga, da almeno 15 anni, ripianato.
Inoltre, la serie di sinistro drammatici o catastrofali, a parere dell’Asaps,
dovrebbe finalmente indurre, è qui sta la proposta, alla realizzazione
presso il Ministero dell’Interno, di una sorta di autority che
analizzi le dinamiche degli incidenti stradali più gravi.
Insomma dovrebbe nascere una sorta di "catasto" della sinistrosità
che archivi i grandi eventi tragici della strada e ne analizzi in modo
approfondito le cause sui 3 elementi essenziali: uomo, veicolo, strada.
In altri stati, come in USA, apposite agenzie (vi lavorano 400 unità)
analizzano gli incidenti e le cause. L’analisi, oltre a individuare
i punti neri in aree urbane, extraurbane e autostradale, dovrebbe costituire
un laboratorio di verifica approfondita, non ai fini giudiziari, ma
di analisi del fenomeno.
Non si può catalogare come causa di un sinistro alla voce "viaggiava
contromano" o "a velocità eccessiva" un salto
di corsia o un imbocco in senso inverso della rete autostradale.
Certi sinistri, apparentemente inspiegabili, vanno analizzati con attenzione
a cominciare dalle condizioni psico-fisiche dei conducenti (alcol, sostanze,
età avanzata), all’assetto dei veicoli (gomme, carico),
alle condizioni della strada (asfalto, buche, fondo bagnato sdrucciolevole).
Va creato un archivio generale con le modalità degli interventi
e di tutti gli intervenuti per analizzare:
a. le cause dell’incidente (fattore scatenante);
b. la dinamica degli impatti e delle lesioni;
c. le modalità e l’efficacia dei soccorsi tecnico-sanitari;
d. la verifica degli eventuali interventi successivi al sinistro per
correggere carenze o errori.
Per alcuni di questi aspetti potrebbero essere attivati e incaricati
appositi uffici locali che facciano capo ai comitati provinciali della
sicurezza.
Un evento mortale o addirittura catastrofale non può essere materia
esclusiva delle aule di giustizia, va studiato, analizzato, scomposto
per individuare le vere cause, la frequenza delle stesse, le misure
adottabili con il solo scopo che si ripetano il più raramente
possibile.
Forli 5
luglio 2004