L’annullamento con rinvio della esemplare condanna a 21 anni di reclusione inflitta a Ilir Beti, l’omicida dei 4 ragazzi francesi, dimostra che è ormai inderogabile fare chiarezza con la configurazione del reato di Omicidio stradale.
Appello a Matteo Renzi. Il Parlamento decida!
Quello che temevamo in molti è avvenuto. La Suprema Corte ha infatti annullato con rinvio l’esemplare condanna a 21 anni di reclusione inflitta, sia in primo grado che in appello a Torino, a Ilir Beti l'imprenditore albanese che imboccò la A26 contromano e la percorse per oltre 20 chilometri. Nell'impatto con il suo Suv morirono quattro ragazzi francesi il 13 agosto 2011. Il caso ritorna ora in appello per essere riesaminato.
La Cassazione insomma ha confermato che con le leggi attuali il dolo eventuale per morti provocati da comportamenti altamente pericolosi e pieni di rischio alla guida (nessuno può riuscire ad immaginare niente di più rischioso che andare pieno di alcol o droga per 20 km con un suv contromano in autostrada) è inapplicabile. Questo sgombra il campo da tutte le discussioni teoriche sul fatto che le leggi esistono già e basta applicarle. Dimostra chiaramente un vuoto legislativo che fa sì che chi uccide sulla strada resti di fatto impunito. Pertanto solo l'introduzione di una fattispecie specifica, come l'omicidio stradale può aiutare i giudici a rendere giustizia. Lo stesso percorso fatto con lo stalking niente di nuovo.
Di fronte ad incidenti di estrema gravità si ripete la solita sequenza. I giudici di primo grado e spesso anche quelli dell’appello tentano di infliggere condanne severe con l’applicazione del reato di omicidio con dolo eventuale.
Ma quasi mai queste condanne vengono confermate in Cassazione. Per questo come promotori, con le associazioni Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni, della proposta, con la raccolta di quasi 80.000 firme, per l’introduzione del reato di Omicidio stradale insistiamo: il Parlamento deve decidersi a decidere.
Oggi facciamo di nuovo appello al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che fin dall’inizio ha condiviso la nostra proposta impegnandosi personalmente, affinché risolva questa situazione, ormai da troppo tempo in stallo, superando le difficoltà che emergono dalle Commissioni parlamentari, in particolare la Commissione Giustizia, dove deputati e senatori, di cui molti provenienti dalle file degli avvocati ed ex magistrati non dimostrano una particolare tensione verso questa nuova norma. Dopo che anche il Ministro dell’Interno Alfano si è dichiarato favorevole all’Omicidio stradale ci piacerebbe conoscere anche il parere del Ministro della Giustizia Orlando e capire se la proposta ha veramente un futuro o se gli omicidi della strada debbano ancora rimanere il più grave dei reati di fatto impuniti nella realtà, considerato le pene medie di 2 anni e 8 mesi per chi uccide al volante mentre è in stato di elevata ebbrezza o sotto l’effetto di droghe e magari si dà alla fuga.
ASAPS, le associazioni Lorenzo Guarnieri, Gabriele Borgogni e tante altre associazioni di vittime della strada attendono un segnale di chiarezza col quale ognuno si assuma le proprie responsabilità. E’ l’ora.
Forlì, lì 12 marzo 2015
Giordano Biserni
Presidente ASAPS
Ora il Parlamento deve decidersi a decidere! (ASAPS)