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Regno Unito, guerra aperta alla droga al volante
Dal 12 marzo è cambiata la legge: basterà aver fatto uso di sostanze, alcuni farmaci compresi, e scatteranno denunce e sanzioni
Italia: perché non copiamo?

(ASAPS) Londra, 24 marzo 2015 – Lo scorso 2 marzo la Camera dei Lords britannica ha modificato – piuttosto radicalmente – la legge che disciplina la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti: lo scopo è quello di accelerare le pratiche di accertamento e quelle che, in caso di positività, possano condurre alla condanna del conducente positivo.

A partire dal 12 marzo scorso, data in cui la modifica legislativa è entrata in vigore (clicca qui), la polizia ha piena facoltà di sottoporre tutti i conducenti ad alcuni test preliminari di valutazione (come ad esempio camminare in linea retta), e di eseguire – sulla base dei primi risultati ottenuti – accertamenti con narco-test per lo screening di cannabis o cocaina. In caso di ulteriore positività o nel caso comunque sia evidente che una sostanza non sul momento rilevabile alteri lo stato psicofisico del conducente controllato, gli agenti potranno obbligare il soggetto a sottoporsi ad un prelievo di sangue o di urina.

A questo punto anche la minima traccia di sostanze rilevata metterà la polizia nelle condizioni di formulare un’accusa precisa perché, la nuova legge prevede proprio questa fattispecie, non sarà necessario dimostrare che l’indagato si trovi sotto l’effetto di droga: sarà sufficiente dimostrare che ne ha fatto uso. Il testo della legge prevede una lista di 16 sostanze psicoattive – anche di tipo legale, come ad esempio un farmaco – come cannabis, cocaina, anfetamina e uno spettro molto vasto di principi attivi presenti in medicine, il cui uso condurrà all’interdizione minima della guida per un periodo di 12 mesi, una denuncia all’autorità giudiziaria, un’ammenda fino a 5mila sterline e carcere fino a due mesi.

In una pagina di “Think!”, il portale governativo dedicato alla sicurezza stradale (clicca qui), tutta la novità è ampiamente illustrata e sono già in programmazione alcuni spot televisivi e l’affissione di una serie di manifesti informativi, unitamente alla distribuzione di folder sull’argomento.
Norme di questo tipo sono in vigore da anni in paesi come gli USA, dove il primo controllo antidroga avviene proprio con una valutazione sintomatologica da parte del poliziotto sui sospetti.

In Italia dovremmo semplicemente copiare la norma e riscriverla al posto di quella attualmente prevista all’articolo 187 del CDS. La gravissima falla del nostro ordinamento, infatti, come diciamo da tempo noi dell’ASAPS è costituita dalla quasi assoluta impossibilità di poter dimostrare l’ebbrezza da stupefacenti al momento del controllo su strada: mancano i test salivari e non esiste una sintomatologia di riferimento che l’operatore di polizia possa utilizzare per una contestazione immediata.
Serve, insomma, un bell’aiuto legislativo e l’occasione potrebbe essere proprio il “la” offerto dal coraggio di paesi assai più avanti di noi su questo fronte. (ASAPS)


IMPARIAMO COME SI FA IL CONTRASTO VERO AI CONDUCENTI DROGATI!! SARA’ PER QUESTO CHE IL REGNO UNITO HA LA META’ DELLE NOSTRE VITTIME SULLA STRADA? (ASAPS)
 

Martedì, 24 Marzo 2015
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