Rassegna stampa sulle manifestazioni a favore dell’Omicidio stradale
L'omicidio stradale in Commissione giustizia: pene fino a 12 anni di carcere
Centodiciannove morti e milleduecentoventiquattro feriti sono stati vittima di pirateria stradale nel 2014. Sono questi i dati del Asaps che oggi chiede l'introduzione del reato davanti a 24 Prefetture d'Italia
24.03.2015 - Ma c'è anche il cadavere di un povero 20enne travolto e ucciso che, proprio Ieri mattina, la polizia stradale ha trovato in un fosso a Piove Di Sacco, nel Padovano: Luca Sartori è stato speronato mentre era a bordo del suo scooter nella notte di domenica. Ma si è persa ogni traccia di chi lo ha investito. In queste ore è iniziata la discussione in commissione Giustizia del ddl di cui si parla da almeno due anni. "Tenendo fermo il principio che l’omicidio stradale può essere una colpa, anche grave, ma non un dolo come sentenziato ormai da tante decisioni della Cassazione, terremo fede agli impegni", assicura il relatore, il senatore Pd Giuseppe Cucca. Nel 2014, secondo i dati dell'Asaps (Associazione sostenitori e amici della polizia stradale) ci sono stati 1.009 episodi di pirateria stradale con 119 morti e 1.224 feriti. E solo il 58% dei responsabili è stato individuato. "Nei primi due mesi del 2015 gli episodi di pirateria che abbiamo registrato sono 160 ed hanno causato 18 morti e 174 feriti- tuona il presidente dell'Asaps Giordano Biserni-l’assurda mattanza piratesca continua!" Si stanno tenendo oggi 24 manifestazioni in tutta Italia,"e noi come Asaps saremo presenti al sit-in davanti alla prefettura a Firenze per invocare l'inserimento nell'ordinamento del reato di omicidio stradale. Con le associazioni Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni- ricorda Biserni - siamo promotori della raccolta delle firme sull'omicidio stradale. Ci vengono a dire che le leggi ci sono già. Ma non funzionano", scandisce il presidente dell'Asaps, che spiega di accogliere come "un piccolo ma significativo passo in avanti" la presentazione in commissione Giustizia al Senato del testo unificato sul reato di omicidio stradale, "in concomitanza con la nostra mobilitazione", dice Biserni. Due sono i nuovi reati in arrivo. Si tratta dell' "omicidio stradale" e delle "lesioni personali stradali". Il primo dovrebbe prevedere la pena della reclusione da 5 a 12 anni per chi cagiona la morte di una persona"ponendosi alla guida in stato di ebbrezza alcolica o dopo assunzione di sostanze stupefacenti". Nel caso in cui l’investitore, seppure lucido e sobrio, avesse proceduto a una velocità pari al doppio di quella consentito, la pena andrebbe dai 4 agli 8 anni. In caso di omicidio multiplo, la pena potrebbe essere aumentata fino al triplo e comunque non oltre il massimo di 18 anni. Chi cagiona lesioni stradali permanenti, se la riforma dovesse essere approvata, rischierebbe una pena tra i 6 mesi e i 2 anni, quando si dimostra il guidatore è ubriaco o sotto l'effetto di droga. Nel caso di lesioni gravissime, poi, la pena potrebbe essere aumentata da un terzo alla metà. Il delitto sarebbe punibile a querela della persona offesa se la malattia avesse una durata non superiore a 20 giorni. È stata accantonata, almeno per il momento, la questione relativa alla revoca definitiva della patente. Sul Codice della strada è già al lavoro, infatti, un’altra commissione del Senato. Quindi è meglio evitare possibili corti circuiti: "Se vogliamo fare presto con il reato di omicidio stradale - conferma Cucca -è preferibile lasciar lavorare i colleghi".
Fonte della notizia: ilgiornale.it
Fino a 12 anni per l’omicidio stradale: il nuovo reato all’esame del Senato
di Francesco Grignetti
ROMA 24.03.2015 - Aggiornate le statistiche. Non c’è solo il ragazzo di 14 anni ucciso da un pirata della strada a Monza. Ieri mattina in Veneto la polizia stradale ha trovato in un fosso anche il corpo senza vita di un povero scooterista di 20 anni, Luca Sartori, speronato e ucciso nella notte di domenica. Nessuna traccia dell’investitore. «L’assurda mattanza piratesca continua!», urla Giordano Biserni, presidente dell’associazione Asaps (amici della polizia stradale).
IL SIT-IN Le associazioni a tutela delle vittime della strada oggi terranno raduni di protesta di fronte alle Prefetture di 24 città italiane chiedendo che sia varato il reato di «omicidio stradale». E forse è la volta buona. Caso vuole che proprio oggi la commissione Giustizia del Senato inizierà a esaminare un ddl di cui si discute da almeno due anni. «Tenendo fermo il principio - precisa il senatore Giuseppe Cucca, Pd, relatore - che l’omicidio stradale può essere una colpa, anche grave, ma non un dolo come sentenziato ormai da tante decisioni della Cassazione, terremo fede agli impegni».
DUE NUOVI REATI Sono in arrivo «omicidio stradale» e «lesioni personali stradali». Il primo prevederà la pena della reclusione da 5 a 12 anni per chi cagiona la morte di una persona «ponendosi alla guida in stato di ebbrezza alcolica o dopo assunzione di sostanze stupefacenti». Se l’investitore si dimostrasse lucido e sobrio, ma comunque avesse proceduto a una velocità doppia del consentito, la pena sarebbe da 4 a 8 anni. In caso di omicidio multiplo, la pena potrà essere aumentata fino al triplo e comunque non oltre il massimo di 18 anni.
Chi cagionasse lesioni stradali permanenti rischierebbe la pena da 6 mesi a 2 anni quando il guidatore non fosse sobrio o lucido. Nel caso di lesioni gravissime la pena sarebbe aumentata da un terzo alla metà. Il delitto sarebbe punibile a querela della persona offesa se la malattia avesse una durata non superiore a 20 giorni.
RINVIATA LA REVOCA Sarà accantonata la revoca definitiva della patente, già definita «ergastolo della patente». Dato che sul Codice della strada c’è al lavoro un’altra commissione del Senato, si rischia un corto circuito. «Se vogliamo fare presto con il reato di omicidio stradale - conferma Cucca - è preferibile lasciar lavorare i colleghi». Sull’ergastolo della patente, peraltro, si profilano difficoltà giuridiche. In caso di «revoca», ci potrebbe essere comunque la scappatoia di ripetere l’esame di guida.
Ma se l’ubriachezza al volante fosse una brutta abitudine? «Si potrebbe pensare - dice ancora Cucca - a una sorta di recidiva. La prima volta che si viene trovati in stato di ebbrezza, sospensione della patente. La seconda volta, nuova sospensione più pesante. Alla terza, sospensione definitiva». C’è chi nutre qualche dubbio. «Il nuovo reato è un provvedimento necessario - sostiene Carmelo Lentino, patron dell’associazione Bastaunattimo - ma non è una soluzione. Bisogna investire per aumentare i controlli sulle strade ed il coordinamento tra le polizie».
Fonte della notizia: ilsecoloxix.it
Omicidio stradale, presidio a Firenze. Nardella: "Escalation di inciviltà"
Anche sindaco e assessori alla manifestazione organizzata a Firenze e in contemporanea in 24 città. Presenti associazioni e familiari delle vittime per chiedere pene certe
24.03.2015 - C'erano anche il sindaco Dario Nardella insieme agli assessori Sara Funaro e Andrea Vannucci alla manifestazione che si è svolta a Firenze, in contemporanea in 24 città italiane, per chiedere l'istituzione del reato di omicidio stradale. Le associazioni Gabriele Borgogni, Lorenzo Guarnieri e i Sostenitori e amici della polizia stradale, insieme ai familiari delle vittime della strada, si sono ritrovati davanti alla Prefettura di via Cavour e hanno rinnovato l'appello alle istituzioni per chiedere pene certe per chi commette reati del genere. "Assistiamo ad una escalation di inciviltà dei pirati della strada, che ancora quando guidano non si rendono conto che in mano hanno una vera e propria arma - ha commentato il sindaco Nardella - l'ultimo decesso a Firenze è accaduto ad un motociclista vittima di un'auto che ha fatto inversione ad 'u' in una strada con doppia striscia continua con assoluta tranquillità". Le associazioni fiorentine sono fra le promotrici, insieme al Comune di Firenze, della raccolta firme per la proposta di legge popolare per l'istituzione del reato di omicidio stradale e che ha raggiunto già 80mila firme (www.omicidiostradale.it). La manifestazione, alla quale hanno partecipato circa 50 persone, è stata indetta in seguito ad una recente sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato la condanna a 21 anni, comminata in primo grado e confermata in appello, all'uomo che nel 2010 uccise quattro ragazzi francesi, guidando volontariamente per 30 km contromano in autostrada e in stato di ubriachezza. L'iniziativa nazionale "ha come obiettivo quello di creare un senso di urgenza al Parlamento e al Governo e all'opinione pubblica sul tema delle vittime della strada, ripetutamente offese da sentenze ingiuste che rinnovano il dolore dei familiari - dicono in una nota le associazioni Borgogni e Guarnieri - non è più accettabile, dopo tanti anni, tante promesse, tante inutili parole, che non sia stato ancora istituito il reato di omicidio stradale e che, a causa di ciò, continuino a rimanere costantemente impunite le migliaia di delitti, come quello dei quattro ragazzi francesi, che ogni anno avvengono puntualmente nel nostro Paese".
Fonte della notizia: firenzetoday.it
Omicidio stradale, Di Giorgi: “Da introdurre al più presto nel codice penale”
La posizione del sindaco di Latina: "Torno a ribadire che, oggi più che mai, è necessario attivare tutte le procedure affinché venga finalmente introdotto il reato di omicidio stradale"
24.03.2015 - “Introdurre al più presto il reato di modico stradale nel codice penale”. A ribadire un’idea già fortemente sostenuta anche in passato il sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi. “Torno a ribadire che, oggi più che mai, è necessario attivare tutte le procedure affinché venga finalmente introdotto il reato di omicidio stradale. Da tre anni sostengo questa battaglia e anche in qualità di vice presidente nazionale dell’Anci mi auguro che alle parole possano finalmente seguire iniziative concrete da parte delle massime istituzioni nazionali, a partire dal Governo e dal Parlamento ”. “Ho accolto con soddisfazione le prese di posizioni di coloro che negli ultimi giorni, come nel caso del ministro Alfano, si sono schierati dalla parte di chi è favorevole ad introdurre il reato di omicidio stradale - prosegue il primo cittadino del capoluogo pontino -. Mi auguro che la sensibilità del Governo tenga conto dell’opinione pubblica, che già si è espressa anche attraverso la raccolta di firme per introdurre una legge che va da in tale direzione”. “Coloro che commettono omicidi mettendosi alla guida sotto l’effetto di alcool o droghe o per palese imprudenza non possono restare in una situazione di sostanziale impunità – continua Di Giorgi - e per questo occorre accelerare i tempi per l’introduzione di questa nuova norma del codice penale. Già ai tempi del Governo Monti era stato presentata una proposta di legge di iniziativa popolare che prevedeva che un conducente che commette un omicidio in condizioni di guida con tasso alcoolemico sopra 1,5% g/l, o di guida alterata dall’assunzione di droghe sia punibile con una pena detentiva non inferiore nel minimo a 8 anni e nel massimo a 18 anni, nonché con la previsione dell’arresto in flagranza. Inoltre era prevista come sanzione amministrativa accessoria la revoca della patente nonché l’impossibilità di conseguirne in qualsiasi tempo altra e comunque il divieto di circolare sul territorio nazionale, ancorché con patente di guida conseguita in altro Stato. Occorre prevedere gli strumenti giuridici per agire a tutela della sicurezza pubblica. Io sto dalla parte delle vittime della strada e di loro familiari. Da primo cittadino di Latina e da vice presidente nazionale dell’Anci sono pronto a promuovere tutte le necessarie azioni presso le opportune sedi affinché possa essere introdotto il reato di “Omicidio stradale” nel nostro Codice penale”.
Fonte della notizia: latinatoday.it
Omicidio stradale, ogni ritardo è colpevole
La pirateria stradale resta impunita
24.03.2015 - L’omicidio stradale è la promessa non mantenuta della politica italiana. Più di un anno fa, l’allora ministra degli Interni Cancellieri affermava che nel giro di un mese sarebbe diventato una nuova fattispecie di reato, e nel corso del 2014 sia il nuovo ministro Alfano che il premier Renzi sostenevano a più riprese la stessa esigenza. Ma di omicidio stradale, purtroppo, se ne parla soltanto in occasione di fatti tragici, come l’adolescente Elio Bonavita ucciso a Monza domenica scorsa. Oppure quando la Cassazione, nell’annullare la condanna a 21 anni di reclusione a Ilir Beti, dimostra a chiare lettere che in Italia le leggi attuali non bastano per punire in modo esemplare colpe così gravi. Occorre che il nuovo reato di omicidio stradale entri nel codice penale. Ricordiamo i fatti: nell’agosto del 2011 l’albanese Ilir Beti imboccò volutamente con un Suv l’autostrada A26 contromano (così, per vedere l’effetto che fa), e sotto l’effetto di droghe e alcol percorse 20 km, finendo per travolgere e uccidere 4 giovani turisti francesi. La prima condanna a 21 anni è stata annullata dalla Cassazione, che ha rinviato il processo in appello. È per queste ingiustizie che oggi a Firenze e in altre 24 città italiane, alle ore 17, i cittadini si riuniranno davanti alle Prefetture per chiedere l’istituzione del reato di “omicidio stradale” al Parlamento, al Governo e al Presidente della Repubblica. Le Associazioni Gabriele Borgogni, Lorenzo Guarnieri e l’Asaps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale) hanno avviato una raccolta firme per la proposta di legge popolare, che ha già raggiunto le 80.000 adesioni. D’altronde la situazione è drammatica, secondo l’Asaps nel 2014 e nei primi due mesi del 2015 ci sono stati più di mille casi di pirateria stradale, con 119 vittime e 1.224 feriti. La pena media erogata è di 2 anni e 8 mesi.
Fonte della notizia: mediaset.it
Omicidio stradale, in piazza per reato
In numerose città. Mobilitazione partita da familiare vittima
ROMA, 24 MAR - Manifestazioni in tutta Italia oggi per chiedere l'istituzione del reato di 'omicidio stradale'. Una mobilitazione partita dall'iniziativa di Marina Fontana, vittima due anni fa di un incidente nel quale è morto suo marito e lei stessa è rimasta gravemente ferita. I manifestanti chiedono al Governo una data certa per l'approvazione della legge che istituisce questo reato. A Roma in piazza Santi Apostoli sono stati esposti striscioni con le foto delle vittime.
Fonte della notizia: ansa.it
Pirateria stradale, allarme Asaps: "Se sei ubriaco o drogato conviene scappare"
Con le attuali leggi in aumento i casi di fuga dopo incidenti: l'associazione amici polizia stradale spiega perché
di Vincenzo Borgomeo
23.03.2015 - Pirateria stradale, fenomeno incontenibile: nei primi due mesi del 2015 già registrati altri 160 episodi di pirateria con 18 morti e 174 feriti. E con marzo siamo vicini a 30 morti. Una casualità? Sembra proprio di no. Così come non sembra un caso che il pirata di Monza sia - come tanti altri - scappato: "In attesa che venga approvato l’Omicidio stradale, con l'attuale sistema se hai bevuto o sei drogato conviene fuggire", denuncia Giordano Biserni, presidente dell'Asaps, associazione amici polizia stradale. Una dichiarazione pesante ma Biserni ha ragione: le pene previste per reati del genere sono inconsistenti: da tre mesi a tre anni. Solo in caso incidente mortale con fuga si rischia oggi di rimanere per un certo periodo in cella. Ma non si hanno notizie specifiche in proposito per i 119 pirati che hanno ucciso nel 2014, neanche nei casi di ubriachezza o droga. La condanna media per chi ha ucciso e si è dato alla fuga è quella assurdamente irridente di 2 anni e 4 mesi. "Si pensi - spiega infatti Biserni - quale esempio all’omicidio del piccolo Gionatan travolto e ucciso sulle strisce pedoinali a Revenna il 22 giugno scorso, per il quale il bulgaro, ubriaco e pirata che lo ha ucciso, ha patteggiato la “simbolica” pena di anni 2 e mesi 9. Questo reato, per l’impatto che ha sull’opinione pubblica, dovrebbe essere tra quelli previsti nella sfera dell’Omicidio Stradale, per la cui istituzione l’ASAPS con le associazioni Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni ed altre si batte ma, pur con il parere favorevole del Governo e di Matteo Renzi, il Parlamento tergiversa sulla spinta delle perplessità espresse dagli influenti tecnici del diritto che siedono nelle Commissioni. E il provvedimento cammina lento, molto più lento della velocità dei pirati della strada".
Fonte della notizia: repubblica.it
Pirati strada: nei primi mesi del 2015 quasi 30 morti
Asaps, nel 2014 sono stati 119, rintracciati solo in 1 caso su 2
BOLOGNA, 22 MAR - Il fenomeno della pirateria stradale, riportato all'attenzione dall'episodio di Monza, è in crescita, addirittura "incontenibile", come lo definisce l'Asaps, l'associazione dei sostenitori e amici della polizia stradale che, con l'osservatorio 'Il Centauro' monitora i costi umani e sociali degli incidenti stradali. Nei primi due mesi del 2015, infatti, sono già stati registrati 160 episodi di pirateria con 18 morti e 174 feriti. Un fenomeno proseguito con la stessa intensità anche nel mese di marzo: secondo l'Asaps, nel 2015, quasi 30 persone sono morte a causa dei pirati della strada. I dati, del resto, avevano disegnato un fenomeno estremamente preoccupante già nel 2014. L'Asaps ha infatti censito 1.009 episodi con 119 decessi e 1.224 feriti. L'autore dell'incidente è stato smascherato nel 57,8%: questo significa che quasi un pirata su due è riuscito a farla franca. Nel 19,6% dei casi sono state trovate tracce di alcol e droga nel guidatore. A pagare un prezzo altissimo degli episodi di pirateria stradale è stata, come sempre, la fascia più debole degli utenti della strada, ovvero i pedoni: nel 2014 ben 46 sono stati uccisi e 416 feriti dai pirati. La Lombardia, con 141 episodi, è risultata la regione più interessata da questo fenomeno, seguita dall'Emilia-Romagna con 105, dal Veneto con 94 e dal Lazio con 92. "Perché il pirata di Monza è scappato? - si chiede Giordano Biserni, presidente dell'Asaps - Perché, in attesa che venga approvata una legge che introduce il reato di omicidio stradale, con l'attuale sistema se hai bevuto o sei drogato conviene scappare. Le pene previste sono inconsistenti, da tre mesi a tre anni. Solo in caso di incidente mortale con fuga oggi si rischia di rimanere per un certo periodo in cella".
Fonte della notizia: ansa.it