L'Omicidio Stradale c'è. Perfettibile, migliorabile, ma il primo punto fermo è finalmente arrivato
Il disfattismo non è cosa nostra, lo sapete bene.
Se fossimo disfattisti avremmo cessato da tempo di lottare ed avremmo accettato la sconfitta molto tempo fa: avremmo continuato ad essere un semplice strumento di crescita e di arricchimento culturale per chi indossa una divisa e non ci saremmo esposti alle critiche e agli strali di chi, un giorno sì e l'altro anche, è sempre in qualche modo di traverso, anche tra le nostre fila.
Ci saremmo legati a qualche lobby e avremmo strumentalmente mimetizzato i nostri studi e le nostre analisi per accontentare qualche finanziatore dal portafogli gonfio.
Invece no, non l'abbiamo fatto e abbiamo scelto la strada maestra della concertazione, arrivando al risultato di oggi: l'omicidio stradale non è più una semplice locuzione, un esercizio giuridico per i principi del foro.
C'è una bozza di legge che prevede l'istituzione degli articoli 589 bis e 590 bis (omicidio stradale e lesioni personali stradali) e la modifica degli articoli 380 e 381 del codice di procedura penale, che disciplinano – lo sapete – la materia dell'arresto obbligatorio e facoltativo; questa modifica legislativa, quando sarà ripulita dalle imperfezioni e dai refusi, dovrebbe finalmente attribuire dignità ad uno dei reati più comuni ed al tempo stesso abbietti che si consumano nel nostro Paese, noto per avere il più alto numero di “commissari tecnici della nazionale”.
Nel breve articolo che segue, siamo noi stessi a mettere in luce i difetti della proposta, di cui è relatore l'onorevole Cucca, ma è il primo atto concreto di questa materia.
Potremo discuterne all'infinito alla ricerca del testo perfetto, ma in Italia la ricerca perpetua della perfezione ha sempre portato al rimando dei problemi da un governo all'altro.
Diciamocelo chiaramente: se al decisionismo preferiamo la discussione perpetua, non arriviamo mai da nessuna parte. Se iniziassimo ora una discussione sull'Omicidio Stradale per farvi rientrare tutte le fattispecie di sinistrosità, commetteremmo un madornale errore e arriveremmo a rimandare ancora, alla ricerca della perfezione legislativa.
Le cose vanno fatte e saranno poi l'esperienza e la quotidianità a metterci nelle condizioni di migliorare ancora.
Non vi nascondiamo che anche noi siamo un po' delusi: il testo della proposta è arrivato in perfetta coincidenza con la manifestazione organizzata in 24 città italiane da Marina Fontana e il tempismo ci pare un po' troppo sospetto, così come ci sembra un po' troppo approssimativo il testo in alcune sue parti.
Eccessivamente approssimativo, se proprio vogliamo essere sinceri, visto che in due anni di lavoro chi stende una proposta del genere non dovrebbe certo sbagliare tra “motoveicolo” e “motociclo” o eludere completamente la portata di un articolo del codice della strada – e ci riferiamo al 142 – che faciliterebbe incredibilmente il compito di chi si troverà poi a dover giudicare se una morte sulla strada sia un omicidio stradale o colposo.
Nell'articolo del nostro Lorenzo Borselli entreremo nel vivo dell'argomento, ma siccome non siamo disfattisti e siccome pensiamo che le cose, per avere un loro significato, debbano essere innanzitutto fatte, accettiamo di buon grado questa proposta e mettiamo un punto fermo, il primo in materia da quando il governo in carica ha iniziato il suo lavoro.
Il nostro contributo sarà quello di comunicare le nostre osservazioni alle commissioni e di questo ulteriore passaggio speriamo di potervi dare presto notizie.
Giordano Biserni
Presidente Asaps
Cominciamo a fare il punto sullo stato della proposta. (ASAPS)