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Notizie brevi 03/04/2015

Sicurezza stradale: gite a rischio, un autobus su due è vecchio e mancano leggi adeguate

Anav, "legge non fissa limite d'età. Su 26mila veicoli circolanti, circa la metà è Euro 1 o Euro 0" Asaps, "prezzi bassi significano meno manutenzione e sicurezza" Polizia, "oltre 13mila infrazioni nel 2014, la maggior parte riguarda tempi di riposo autisti e stato del mezzo"

Roma (AdnKronos) - Autobus vecchi, scarsa manutenzione e autisti alla guida per molte ore, ben oltre i limiti consentiti: con la primavera, tra gite scolastiche ed escursioni turistiche, si riprende a viaggiare ma la situazione non è delle migliori. In Italia, secondo i dati di Anav (Associazione nazionale Autotrasporto Viaggiatori), associazione di categoria che riunisce gli operatori del settore, un mezzo su due che circola su strada è decisamente vecchio, mentre la crisi economica può spingere le compagnie ad abbassare i prezzi, riducendo la manutenzione, con effetti diretti sulla sicurezza. E lo scorso anno la Polizia stradale ha contestato ben 13.730 infrazioni a carico di conducenti e proprietari di autobus.

"La legge -spiega all'Adnkronos il presidente dell'Anav, Nicola Biscotti- non fissa un limite di età e circa la metà dei mezzi circolanti è Euro 1 o addirittura Euro 0". Le società rappresentate da Anav comprendono un parco di circa 3.500 mezzi e, assicura Biscotti, "rispettano gli standard di sicurezza. Ovviamente, gli operatori al di fuori della vita associativa -in Italia circa la metà dei 26mila mezzi adibiti al trasporto viaggiatori- sono meno garantiti e danno meno tutele".

Fondamentale, in ogni caso, sapere con chi si viaggia e scegliere bene la compagnia: "nel caso delle gite scolastiche, ad esempio, spesso si attua la logica al ribasso, preferendo un prezzo meno elevato, mentre bisognerebbe privilegiare i criteri di sicurezza". A fare il mercato, spiega Biscotti, "deve essere il committente, come le scuole, che devono pretendere un certo standard di sicurezza dagli operatori".

A mettere in guardia il cliente devono essere proprio prezzi stracciati e chiaramente fuori mercato: "Sotto la fascia di prezzo che va da 1,5 a 2 euro a chilometro per ogni passeggero, le compagnie fanno fatica a coprire i costi", sottolinea Giordano Biserni, presidente di Asaps, Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale.

"In generale, il patrimonio delle ditte del nostro Paese è eccezionale -continua Biserni- ma esiste il rischio che alcune di loro, stritolate dalla crisi, cerchino di abbattere i costi per essere più concorrenziali sul mercato". La cronaca degli ultimi mesi ha riportato di diversi incidenti nei quali erano coinvolti autobus e che hanno visto, in alcun casi, anche delle vittime: "Per alcuni di questi -conclude il presidente di Asaps- non è fuori luogo ipotizzare che vi fosse stata scarsa manutenzione".

Fondamentale prestare attenzione al prezzo, anche secondo Nicola Biscotti, presidente di Anav: "Se è vero che l'Antritrust ha stabilito che non si può fissare un prezzo minimo per chilometro, è ovvio che costi minori vuol dire meno controlli e qualità; i fattori di costo, infatti, sono gli stessi per tutti: personale, manutenzione ed età dei mezzi". Proprio sull'età dei veicoli, spiega Biscotti, nel sistema ci sono grosse lacune: "Dal 2003 la licenza municipale per gli operatori è stata sostituita da una licenza d'impresa che deve rilasciare la Regione. Non tutte le Regioni, però, hanno recepito la legge, creando un sistema a macchia di leopardo: Piemonte e Sicilia, ad esempio, hanno fissato regole molto rigide, mentre altre come Puglia, Campania e Calabria, non hanno legiferato".

Preoccupante, secondo il presidente di Asaps, anche la mancanza di regole sugli autobus transnazionali a lunga percorrenza che attraversano l'Italia: "Va tenuto in conto il fatto che nei paesi extra Ue il costo del lavoro è molto più basso e le normative che regolano l'impiego di conducenti sono diverse, mentre le linee internazionali possono fare cabotaggio nel nostro Paese, intervenendo così nel mercato nazionale". In altri Paesi, invece, le cose vanno diversamente: "Ad esempio in Germania -chiarisce Biserni- dove nel 2014 è stata varata un legge che impone un trattamento minimo salariale per le compagnie che effettuano viaggi sul territorio nazionale".

La risposta più efficace è la prevenzione dei rischi, con i controlli su strada da parte delle forze dell'ordine. La sola Polizia stradale, nel corso del 2014 ha contestato ben 13.730 infrazioni a carico di conducenti e proprietari di autobus: "Solo nel corso delle cinque operazioni ad alto impatto dello scorso anno -spiega all'Adnkronos Giorgio Bacilieri, vice questore aggiunto del servizio Polizia Stradale - sugli oltre 7mila mezzi controllati abbiamo rilevato 2.100 violazioni del codice".

"Circa una violazione su quattro riguarda i requisiti tecnici del veicolo -continua Bacilieri- ad esempio gli pneumatici, il sistema di illuminazione o modifiche al veicolo non a norma, mentre il 20 per cento riguarda i comportamenti dell'autista", uno tra tutti il rispetto dei tempi di riposo dei conducenti. "La legge -prosegue il funzionario della polizia stradale- è molto chiara: il tetto è di nove ore al giorno (divise in due periodi di non oltre quattro ore e mezza intervallate da almeno 45 minuti di pausa), mentre nel corso della settimana non si va oltre le 56 ore". L'attività di contrasto della Polizia si fa più intensa proprio a ridosso delle festività e nei 'periodi caldi', conclude Bacilieri, ma la prevenzione passa anche dalla consapevolezza degli utenti: "Ottima, in questo senso, l'iniziativa di alcune scuole che hanno stabilito una collaborazione con le forze dell'ordine per effettuare dei controlli sui mezzi".

da adnkronos.com


Si torna sul tema della sicurezza dei pullman in un lungo lancio dell’agenzia ADN Kronos (ASAPS)

Venerdì, 03 Aprile 2015
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