Inseguono l’auto che li sorpassa e picchiano i vigili, arrestati
Ravenna, 7 aprile 2015 - Arrestati due uomini per resistenza, lesioni e minacce a pubblico ufficiale, ovvero due dei cinque agenti della Polizia municipale di Ravenna intervenuti, dopo un inseguimento in auto finito proprio a ridosso del comando dei vigili urbani.
Dopo aver subito un sorpasso non gradito alle porte di Ravenna, i due hanno inseguito un’auto con alcuni giovani della provincia di Reggio Emilia a bordo, costringendola a imboccare strade in controsenso e a passare col rosso.
Dopo avere più volte tentato di sbarrare il passo alla vettura, e averla in un’occasione bersagliata di pugni, dopo averne perfino fotografato la targa, forse per regolare i conti in seguito, hanno raggiunto i reggiani fino a ridosso del comando della Polizia municipale, finendo qui per ferire a calci e pugni due dei cinque agenti intervenuti (prognosi di sette giorni a testa) prima di essere bloccati anche grazie all’intervento di un passante algerino.
Per quanto accaduto dopo le 19 di ieri, sono stati arrestati due 32enni, entrambi con precedenti e residenti a Ravenna, ma il passeggero è originario di Castellammare di Stabia (Napoli). Sono stati anche denunciati a piede libero per violenza privata, danneggiamenti e minacce nei confronti dei reggiani. Chi era al volante si è rifiutato di sottoporsi a etilometro ed è stato denunciato pure per questo; inoltre, patente e auto gli sono state sequestrate così come il cellulare con le foto della targa dei rivali.
In mattinata i due - difesi dall’avvocato Francesco Furnari - davanti al giudice Milena Zavatti del Tribunale di Ravenna si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Dopo la convalida, sono tornati liberi con obbligo di firma al comando dei vigili urbani, almeno fino al processo fissato per metà maggio.
Dopo una lite per motivi di traffico gli inseguiti vanno a rifugiarsi direttamente nel piazzale del comando della Polizia Municipale di Ravenna, qui avviene l’aggressione agli agenti da parte degli inseguitori che poi rifiutano l’etilometro. Una catena spiacevole di prevedibili conseguenze per gli aggressori. (ASAPS)