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OMICIDIO STRADALE: SI SGRETOLA IL PILASTRO DELL’ERGASTOLO DELLA PATENTE. SEMBRA PREVALERE IN PARLAMENTO LA TUTELA AL DIRITTO DI LIBERTA’ DI MOVIMENTO RISPETTO ALLA TUTELA DELLA SICUREZZA E DELLA VITA.
LA PATENTE DI GUIDA E’ UNA LICENZA (COME IL PORTO D’ARMI) NON UN DIRITTO DIVINO

Il luogo in cui un pirata della strada travolse e uccise il piccolo Gionatan Lasorsa il 22 giugno scorso

Alla fine in Parlamento la tribuna numerata dei difensori estremi dei vari diritti compreso quello della mobilità, a discapito della tutela alla sicurezza e alla vita, ha sempre la meglio.
Ora apprendiamo con stupore che uno dei due pilastri dell’Omicidio stradale, quello relativo all’ergastolo della patente verrà di fatto costruito con un debole calcestruzzo che limiterà gli effetti a sanzioni accessorie con la sospensione della patente da 5 a 12 anni, questo, ci dicono, per rimanere entro il recinto del diritto alla libertà di movimento tutelato dalla Costituzione.
Perché siamo stupiti? Perché la proposta, l’impianto originale e le dichiarazioni di parlamentari e relatori inizialmente non andavano in questa direzione.

 

Vorremmo ricordare ai nostri rappresentanti che oltre il diritto alla libertà di movimento la Costituzione tutela anche il diritto alla sicurezza e a alla vita.
Allora cerchiamo di fare un esempio. Partiamo dal fatto che la patente di guida è una licenza che spetta a tutti i cittadini che abbiano particolari caratteristiche psico/fisiche e viene rilasciata dopo il superamento di un esame.
Anche il porto d’armi per difesa personale e o per uso di caccia è una licenza che viene rilasciata solo se esistono particolari condizioni. Domandiamo:  se un cacciatore o un titolare di licenza di porto di pistola, uccide accidentalmente una o più persone perché ubriaco o drogato e magari si dà alla fuga, dopo che gli viene ritirato il porto d’armi gli verrà poi restituito? Crediamo proprio di no. Come mai per chi alla guida di un veicolo con tanto di licenza autorizzativa uccide dopo aver ecceduto con l’alcol o stupefacenti e magari si dà anche alla fuga si vuole attutire il peso delle conseguenze? Un esempio,  il bulgaro Dimitrov che ha ucciso Gionatan a Ravenna il 22 giugno scorso, mentre era ubriaco e poi si è dato alla fuga oltre al patteggiamento ad una pena irrisoria di anni due  e mesi nove si è visto applicare dal giudice la sospensione della patente per 7 anni.

Con la nuova normativa che prevedesse  la sospensione da 5 a 12 anni cosa cambierebbe nella sostanza?
Per “disarmare” l’omicida incosciente si dovrà attendere che il conducente diventi un Killer seriale della strada? Possibile che in questo Paese si continui alla fin fine a difendere sempre Caino senza preoccuparsi di Abele? Questa decisione, se confermata, la consideriamo veramente grave e una sorta di raggiro nei confronti dei familiari delle vittime della strada e delle associazioni proponenti l’Omicidio stradale come l’ASAPS. Il traguardo della giustizia sulla strada con questa posizione si allontana e l’Omicidio stradale rischia di scivolare verso la farsa.
 
Forlì, lì 27 aprile 2015
 
Giordano Biserni
Presidente ASAPS
 


 

Cominciano le manovre di “aggiustamento”.
Vorremmo ricordare ai nostri rappresentanti che oltre il diritto alla libertà di movimento la Costituzione tutela anche il diritto alla sicurezza e a alla vita. Per questo noi non ci stiamo! (ASAPS)

Lunedì, 27 Aprile 2015
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