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Notizie brevi 12/05/2015

Incidente mortale, l’assicurazione: «Troppo bassa, risarcimento a metà»

Travolta e uccisa sul marciapiede. Il perito: il conducente non ha potuto vederla. Ma la Procura: omicidio colposo

Camminava sul marciapiede quando è stata investita da un camion che usciva da un parcheggio e avrebbe dovuto fermarsi allo stop. Vittima del sinistro mortale Gabriella Serangeli, 65 anni, alta un metro e cinquanta centimetri. Una caratteristica fisica che escluderebbe la responsabilità dell’autista impossibilitato a vedere la donna perché molto più bassa dell’autocarro.

A sostenerlo è stato il perito dell’Axa, l’assicurazione del mezzo di trasporto. Una conclusione che ha permesso alla compagnia di stabilire una corresponsabilità di colpe tra il guidatore del mezzo pesante e la donna. Motivo per il quale adesso la compagnia ha calcolato il risarcimento danni da destinare ai familiari della vittima su base concorsuale paritaria. A conclusione totalmente opposta è giunta invece la Procura, che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio del camionista con l’accusa di omicidio colposo.

L’incidente è avvenuto poco più di un anno fa, il 15 marzo del 2014 e, secondo il consulente del pubblico ministero Clara De Cecilia, l’autista non si è accorto di avere davanti a lui la vittima perché non guardò chi veniva da destra prima di rimettere in movimento il camion. «Nulla si può contestare al pedone perché camminava correttamente sul marciapiede - sottolinea il consulente - e poiché lo faceva da diversi minuti, com’è normale, pensava di essere veduta». La tragedia avviene a Cesano, in via Baccanalle, nel parcheggio di un supermercato. Sono le 8.45 del mattino quando Marco De Paolis si appresta a uscire con il camion dall’area privata. Prima di immettersi sulla strada deve fare lo stop, dopo il quale il camionista deve svoltare a destra. Proprio in quella direzione sta arrivando la donna, a passeggio sul bordo della strada. L’autista accelera ma, anziché andare dove lo obbliga il codice, svolta a sinistra. Mentre compie la manovra, sente le urla della gente, si ferma subito ma non in tempo per evitare la disgrazia.

Da qui la ricostruzione delle parti diverge. La procura, infatti, osserva che la donna - i cui familiari sono assistiti dall’avvocato Alessandro Galli - come pedone ha il diritto di precedenza poiché cammina sul marciapiede. Di diverso avviso è il consulente della difesa e perito dell’Axa secondo cui «causa del sinistro è l’imprudenza della signora che si poneva davanti all’autocarro in posizione in cui era impossibile vederla in quanto più bassa (...) del veicolo».

di Giulio De Santis
da roma.corriere.it


 

Una domanda. E se era un bambino?? (ASAPS)

Martedì, 12 Maggio 2015
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