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PALERMO
Travolta e uccisa, preso il «pirata»

Fiori e sit-in per ricordare Tania

Convalidato l’arresto per Pietro Sclafani, l’uomo che ha investito Tania Valguarnera, artista e dipendente di un call center: è risultato positivo ad ecstasy e anfetamina
Tania Valguarnera

PALERMO - Si chiama Pietro Sclafani il panettiere palermitano 50 enne che domenica a Palermo ha travolto ed ucciso Tania Valguarnera, giovane dipendente del call-center Almaviva, mentre stava andando a lavoro. La ragazza non aveva nemmeno trent’anni. L’esame tossicologico compiuto in serata ha accertato che il suo investitore aveva assunto stupefacenti, ecstasy e anfetamina. Il giudice Daniela Vascellaro ha convalidato l’arresto e disposto la misura della custodia cautelare in carcere per il 50 enne accusato di omicidio colposo e omissione di soccorso arrestato poco dopo l’incidente.

Aveva patente sospesa

Nella ordinanza di 5 pagine letta dal magistrato in aula dopo una camera di consiglio durata quasi quattro ore si sottolinea la «particolare gravità del reato» e la «rilevante colpa» di Sclafani aggravata dall’uso di sostanze stupefacenti. Il narcotest a cui è stato sottoposto ha accertato la presenza, nel sangue dell’automobilista, di oppiacei, cannabis, anfetamine ed ecstasy. Per il magistrato, che ha in dettaglio ricostruito la dinamica dell’incidente costato la vita a Tania Valguarnera, sussisterebbero sia i gravi indizi di colpevolezza a carico del pirata della strada, sia il pericolo di fuga, visto che, dopo l’incidente, è scappato via. Forte anche il rischio di reiterazione del reato: più volte Sclafani era stato multato per eccesso di velocità e proprio ieri sarebbe dovuto andare dai carabinieri per consegnare la patente che gli era stata sospesa dopo l’ennesima contravvenzione.

>VIDEO - Giovane investita da un pirata della strada

Il pirata: «Sono addolorato»

L’uomo, che dopo l’incidente è fuggito senza prestare soccorso alla ragazza, è stato arrestato nel pomeriggio di domenica dalla polizia. Secondo indiscrezioni, Sclafani, al momento dell’incidente stava anche parlando al telefono. Nel 2014 gli era stata già ritirata la patente per eccesso di velocità, il documento gli era stato poi riconsegnato, ma avendo «collezionato» ben trenta contravvenzioni per guida troppo veloce, era stato avviato il nuovo iter di sospensione della patente.

>VIDEO - Il furgone col quale il pirata della strada ha investito Tania

 

«Sono addolorato - avrebbe detto Sclafani, secondo quanto riporta il suo legale Ninni Reina - e penso solo alla ragazza e ai suoi familiari». L’uomo ha anche negato, nel corso della convalida dell’arresto, di avere fatto uso di droga, circostanza emersa invece dall’esame tossicologico. Ma il punto è tutto da chiarire perché, ha spiegato il suo difensore legale, «le analisi delle urine e quelle del sangue sono in contrasto tra loro. Le prime sono negative, le seconde positive».

>FOTO - Il Sit-in per Tania sul luogo dell’incidente

 

Sit-in sul luogo della tragedia

Oggi, intanto, sul tratto di marciapiede dove ieri Tania è stata travolta e uccisa i suoi colleghi del call center hanno organizzato un sit-in per chiedere al Comune di Palermo l’installazione di un semaforo pedonale all’incrocio tra la via Simone Cuccia e via Libertà. Per la giovane fiori e un minuto di silenzio. «Era un angelo, appassionata di scultura e un’artista meravigliosa; la famiglia è distrutta», racconta una collega, Rossella Stella, 40 anni, da 12 anni impiegata da Almaviva. I colleghi di Tania non riescono a darsi pace e come un mantra ripetono che «da anni chiedono l’installazione di un semaforo a chiamata, ma nessuno ha fatto nulla. Doveva per forza scapparci il morto?». «Questa è una strada maledetta», aggiunge Rossella Stella, «abbiamo lanciato una petizione anni fa per chiedere l’installazione di un semaforo. Quell’uomo è sceso dalla macchina, l’ha vista e non ha fatto nulla. Una bestia... ma le bestie sono migliori». «Tania era una ragazza meravigliosa», dice ancora la collega, «si era laureata e aveva raggiunto questo traguardo pagando gli studi con il lavoro nel call center, doveva sposarsi». Poi racconta: «Ieri eravamo in black out e eravamo affacciati alla finestra, quell’uomo è sceso dalla macchina, ha visto il corpo ed è scappato, abbiamo assistito a tutto e chiamato la polizia. Quell’uomo deve pagare con una pena esemplare».

«Vogliamo un semaforo pedonale»

Al sit in è stato osservato un minuto di silenzio, seguito da un lungo applauso, per ricordare Tania. «Grazie per essere venuti - ha detto Fabrizio Guarnotta, che ha organizzato il presidio davanti alla sede di Almaviva - stiamo dimostrando senso di civiltà nonostante l’assurdità del momento. Non si può morire così». Intanto, i colleghi della giovane donna uccisa hanno promosso un’altra petizione per chiedere al Comune l’installazione di un semaforo pedonale nell’incrocio dove ieri si è verificato l’incidente.

Alla panetteria

A Villa Tasca, quartiere di Palermo, tutti conoscono Pietro Sclafani, il panettiere da anni ha un'attività in via Santissima Mediatrice. Nel centro commerciale ci sono una pescheria, una macelleria, un supermercato, rivendite di souvenir e alcuni bar. Da questa mattina nel viale davanti alla grande chiesa che dà il nome alla strada si parla solo della morte della ragazza. «Io mi metto nei panni della famiglia - dice il titolare di una gelateria -. Non si può accettare quello che ha fatto Sclafani. Siamo rimasti senza parole. Se fosse stata mia figlia non so cosa avrei fatto». Uno degli avventori della gelateria cerca di trovare qualche tesi a favore del panettiere. «Non lo giustifico, perché è scappato - dice - ma io più di una volta ho rischiato di mettere sotto un pedone che attraversa senza guardare o con il telefono in mano. O qualcuno in moto che guida in modo spericolato. Poi uno passa per pirata della strada, ma tutti prima di scagliare la prima pietra devono mettersi la mano sulla coscienza». I colleghi di Sclafani non sanno dei risultati dell’esame tossicologico.

 

da corrieredelmezzogiorno.corriere.it

 


Ecco che emerge anche il consumo di droga! Non solo sembra che questo conducente stesse anche parlando al telefono. Nel 2014 gli era già stata ritirata la patente per eccesso di velocità. Cos’altro c’è da dire per l’uccisione di questa giovane mamma? Aspettiamo una risposta dalla sentenza.  (ASAPS)
 

Martedì, 19 Maggio 2015
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