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Notizie brevi 25/05/2015

Ndrangheta alla Spezia, confisca milionaria

La Spezia - Un tesoro da 2 milioni di euro: camion, rimorchi, auto e pullman turistici e per gite scolastiche. Così, secondo l’Antimafia, la ’ndrangheta ricicla il denaro provento del traffico e dello spaccio di droga, dell’usura e dell’estorsione in provincia della Spezia.

A confermarlo sono i giudici spezzini Alessandro Ranaldi, Mario De Bellis e Giuseppe Pavich con il provvedimento che dispone il sequestro e la confisca di beni riconducibili a Domenico Romeo, nato a Roccaforte del Greco 59 anni fa, residente ad Arcola e ritenuto «personaggio di elevato spessore delinquenziale». L’indiziato, per gli inquirenti «ha ricoperto il ruolo di referente strategico di una ramificazione ligure della ’ndrangheta, i cui vertici risiedono in provincia di Reggio Calabria».

Le “teste di legno”
Il blitz degli uomini della Direzione investigativa antimafia di Genova, agli ordini del colonnello Sandro Sandulli, è scattato nei giorni scorsi a conclusione di «approfondite e complesse indagini patrimoniali». Nel mirino degli investigatori della Dia sono finite tre ditte: la “Nuova Do.Ro Trasporti s.r.l.”, la “R. M. Trasporti s.r.l.”, entrambe con sede ad Arcola, e la “Mimmo Travel s.r.l.”, con sede a Massa. Sono stati inoltre posti sotto sequestro 7 semirimorchi, 2 rimorchi, 5 trattori stradali, un furgone, un’auto e 2 autobus. Nelle carte depositate all’esame del collegio giudicante del tribunale della Spezia, gli uomini dell’Antimafia sostengono che Romeo abbia gestito «alcune società di trasporti sedenti nelle province della Spezia e di Massa, intestandole fittiziamente a prestanomi compiacenti in concorso con Santo Cogliandro, reggino di 34 anni abitante a Sarzana, e Carmelo Stelitano, 31 anni, originario di melito Porto Salvo ma residente a Massa». I nomi di Cogliandro e Stelitano compaiono già nel fascicolo dell’inchiesta “Grecale ligure” che lo scorso dicembre aveva portato in carcere proprio Domenico Romeo.

Una lunga carriera criminale
Ora, a distanza di cinque mesi, l’ordine di confisca dei beni e l’applicazione al cinquantenne calabrese della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di due anni, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Gli investigatori genovesi ritengono «evidente la contiguità di Romeo ’ndrangheta». Il suo gruppo familiare era formato anche dai fratelli Pietro e Vincenzo, entrambi deceduti - scrivono ancora all’Antimafia - Il capostipite, Salvatore Romeo era ritenuto un delegato delle cosche calabresi ed aveva l’incarico di mantenere i contatti e le relazioni tra i vari affiliati. Alla morte del padre e dei fratelli, la guida della famiglia e imprenditoriale è passata a Domenico Romeo, la cui carriera criminale è iniziata negli anni Ottanta ed è proseguita ininterrottamente sino ad oggi», come documentano le numerose inchieste per estorsione, usura, riciclaggio, ricettazione, traffico internazionale di stupefacenti e detenzione di armi.

 

da ilsecoloxix.it



 

Nella rete un tesoro da 2 milioni di euro: camion, rimorchi, auto e pullman turistici e per gite scolastiche. Così, secondo l’Antimafia, la ’ndrangheta ricicla il denaro provento del traffico e dello spaccio di droga, dell’usura e dell’estorsione in provincia della Spezia. (ASAPS)

Lunedì, 25 Maggio 2015
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