Un
durissimo colpo è stato inferto ad un’organizzazione che aveva
basi nel Bresciano e che nel tempo si è specializzata nel furto
e nella commercializzazione con false fatturazioni di materiale ferroso.
Ieri mattina all’alba 120 agenti hanno eseguito quindici dei 17 provvedimenti
restrittivi firmati dal gip su richiesta del pm Gianfranco Gallo. Si è
così conclusa l’operazione «Inox 2» che va collegata
alla consorella «Inox 1» conclusasi a fine febbraio con l’arresto
di 12 persone (una è tutt’ora latitante) che operavano nello
stesso settore. Due persone risultano coinvolte in entrambe le vicende.
L’indagine si è mossa dopo alcuni furti di camion che trasportavano
alluminio, rame, nickel, titanio, ottone e zinco ed è stata seguita
dagli agenti del nucleo di polizia giudiziaria della Stradale di Brescia.
C’era una quarantina di episodi su cui indagare: furti commessi nel
Nord Italia e non solo nel Bresciano, uno anche a Ascoli Piceno, altri
in Veneto.
Una volta individuati i presunti mandanti e gli esecutori dei furti, è
entrata in gioco anche la Guardia di finanza che ha svolto accurate indagini
patrimoniali che hanno permesso, per conto della magistratura, di sequestrare
molti beni e conti correnti riconducibili a 24 delle persone indagate
e a dieci società coinvolte. Le Fiamme gialle hanno sequestrato
anche decine di auto e motocicli.
E dall’analisi della documentazione contabile sequestrata sono risultate
coinvolte dieci società che, secondo l’accusa, fornivano falsa
documentazione contabile o bolle per il trasporto del materiale rubato
che veniva rivenduto a prezzi concorrenziale.
Coinvolte nell’indagine l’Euroland di Castelgoffredo, la Cabrini
Factory di Casalbuttano, la Nifra Recuperi di Cunettone di Salò,
la Lavorazione metalli di Vobarno. La Pace metalli di Concesio, l’Eurotrading
di Montichiari, la Cercom di Montichiari, la Ciemme di Nave, la Zana Roberto
di Calvagese della Riviera e la Pagani Marco di Palazzolo. Molte sono
le ditte individuali. Oltre all’abilità investigativa anche
la tecnologia ha permesso ai poliziotti della stradale di Brescia di giungere
ai risultati sperati. Individuate alcune persone che commettevano materialmente
i furti dei tir carichi di metalli, gli investigatori hanno installato
«cimici satellitari» in auto e su alcui camion e ciò
ha permesso di seguire a distanza i mezzi e di riprenderli da un satellite
mentre uscivano alle ditte e venivano nascosti nei capannoni.
Numerosi i filmati - mostrati ieri mattina alla Polgai dove erano presenti
il procuratore Giancarlo Tarquini, il pm Gallo il comandante della Stradale
Sergio Basile e il comandante della Finanza Attilio Iodice - nei quali
si vedono alcuni degli arrestati in azione.
Non tutte le diciassette persone coinvolte sono finite in carcere. Due
sono latitanti. Dei tredici ordini di custodia cautelare in carcere richiesti
dal pm Gallo, undici sono stati eseguiti ieri mattina: quattro sono le
persone agli arresti domiciliari. Si tratta di Mario Amonini, 45 anni
di Salò, di Marco Pagani, 22 anni di Palazzolo, di Roberto Zana,
36 anni di Prevalle e di Renato Dotti, 54enne palazzolese.
I provvedimenti restrittivi hanno interessato invece Pierangelo Musatti,
49 anni di Brescia, Elio Inverardi, 51 anni di Brescia, Francesco Piardi,
43 anni di Brescia, Pierino Berardi 55 anni di Rovato, Loris Savaresi,
49 anni di San Gervasio, Luca Fusi 42 anni di Vobarno, Sheran Panizzi,
31 anni di Vobarno, Annibale Moreni 36 anni di Gavardo, Carlino Marciò,
42 anni di San Felice del Benaco, Bruno Cella, 55 anni di Brescia, Brenno
Lusoli, 65 anni di Castiglione delle Stiviere, Emilio Rota Biasetti, 57
anni di Filago (Bg) e Pasquale Franco Rossi, 54 anni di Bergamo.
Come detto l’attività del gruppo era finalizzata ad organizzare
e portare a termine furti su commissione di furti di automezzi e di materiali
metallici che venivano poi rivenduti grazie alle false fatturazioni.
I soggetti indagati, inoltre, provvedevano al riciclaggio e alla ricettazione
degli automezzi e dei materiali metallici provenienti dai furti. I beni
sequestrati nel corso delle due indagini supera i 5 milioni di euro. Come
hanno sottolineato ieri mattina gli investigatori l’indagine è
ancora aperta e spetterà alla Finanza, attraverso la documentazione
sequestrata, scoprire i movimenti finanziari delle persone indagate e
le ditte che ne hanno tratto profitto.
Ai vertici delle due organizzazioni gli investigatori pongono Luca Fusi,
Mario Amolini, Sheran Panizzi, Annibale Moretti e Roberto Zana.
Luca Fusi avrebbe organizzato i furti e raccolto i proventi dell’illecita
attività. Roberto Zana era invece l’autista del gruppo. Con
la sua auto portava a destinazione i complici. Sheran Panizzi e Annibale
Moreni partecipavano ai furti decisi da Luca Fusi.
Per quanto riguarda invece il riciclaggio del materiale rubato la Polizia
e la Finanza hanno individuato Pier Angelo Musatti, Carlino Marciò,
Bruno Cella e Loris Savaresi.
Sono centinaia le tonnellate di metallo che sono state rubate. Si indaga
anche su una rapina avvenuta il 7 aprile alla Sepal di Lograto. E tra
i camion rubati ce ne è anche uno che trasportava forme di parmigiano
reggiano. (f.mo.)
|