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Notizie brevi 04/06/2015

Truffa sulla raccolta dei rifiuti: nove indagati ai domiciliari

Arrestato anche il presidente della Ternana Zadotti, considerato uomo di fiducia di Cerroni. Sequestrato un impianto. Le accuse: associazione a delinquere, frode, falso, abuso d’ufficio

In nove sono finiti ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta su una presunta truffa sulla raccolta e la gestione dei rifiuti a Viterbo. Gli arresti e le perquisizioni hanno impegnato oltre 50 carabinieri del Comando provinciale, 25 militari del Noe di Roma e 38 agenti della Polstrada del capoluogo della Tuscia. Coinvolte le province di Viterbo, Roma, Terni e Latina. Gli indagati devono rispondere a vario titolo e in concorso tra loro di associazione a delinquere, truffa, frode in pubblica fornitura, falso materiale e ideologico, abuso d’ufficio.

L’uomo di Cerroni

Fra gli arrestati loro c’è anche il commercialista romano Francesco Zadotti, presidente della Ternana calcio dal maggio 2011, considerato dagli investigatori uomo di fiducia di Manlio Cerroni. Infatti la Ecologia Viterbo, azienda coinvolta nell’inchiesta, sarebbe in parte di proprietà di una delle società della holding del patron di Malagrotta. La società sportiva non è in alcun modo toccata dall’indagine.

Il sequestro e le perquisizioni

Carabinieri e polizia hanno eseguito anche nove perquisizioni negli uffici dei funzionari pubblici addetti al settore rifiuti e nelle sedi legali e operative delle società oggetto di indagine. Sequestrato l’impianto di trattamento meccanico biologico (Tmb) di Casale Bussi.

La gestione dei rifiuti

L’inchiesta è stata avviata un anno fa dai carabinieri ed è divisa in due filoni. Il primo riguarda la gestione dei rifiuti e la pulitura delle strade del capoluogo della Tuscia, affidata alla Viterbo Ambiente scarl. Grazie a Ernesto Dello Vicario, dirigente dei Lavori pubblici e Ambiente del Comune di Viterbo, l’azienda avrebbe percepito compensi per servizi non resi o resi solo in parte. Una truffa che ammonterebbe a un milione e 400 mila euro nel solo 2014 e che ha condotto all’arresto de Dello Vicario insieme ad alcuni manager della società. Secondo gli investigatori, per evitare i controlli erano stati perfino staccati i sistemi gps dai mezzi usati per la raccolta dei rifiuti.

Il compostaggio

Il secondo filone riguarda invece lo stabilimento di compostaggio di rifiuti sequestrato. Per chi indaga il gestore avrebbe ricevuto contribuiti dalla Regione e dal Comune di Viterbo anche qui per prestazioni non eseguite. In questa tranche è contestata anche l’associazione per delinquere, oltre alla mancata produzione di cdr (combustibile da rifiuto), che fino al 2012 non sarebbe mai avvenuta e successivamente in quantità inferiori rispetto a quella prevista e pagata.

 

da roma.corriere.it


Operazione congiunta dei Carabinieri e della Polizia Stradale. (ASAPS)

Giovedì, 04 Giugno 2015
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