Ormai è
una guerra, una guerra nella quale si sparano proiettili di incoscienza,
misti a indifferenza.
Ancora una volta un conducente "fatto" di alcol travolge e
uccide uno straniero, ferendo gravemente un uomo della Polizia Stradale.
Dopo il gravissimo episodio di Reggio Emilia nel quale, una settimana
fa, due ragazze di 17 e 18 anni hanno perso la vita per responsabilità
di un ubriaco plurirecidivo, al quarto ritiro di patente, un altro incosciente
ubriaco, valore accertato post incidente 2,32 cioè quasi 5 volte
il limite di legge, alle 8 della sera di una banale lunedì, sulla
A8 a Castellanza (VA) sbanda sulla terza di sorpasso, sbatte contro
il guard-rail di sinistra poi travolge una pattuglia del Distaccamento
di Busto Arsizio intenta a controllare un cittadino cinese sulla corsia
di emergenza. Muore l’extracomunitario, gravissimo l’agente della Stradale.
Di fronte al lamento di quanti sottolineano in ogni occasione la carenza
dei controlli autostradali e sulle statali, ecco la risposta dopo che
solo giovedì scorso un altro Sovrintendente della Polizia Stradale
è stato ucciso a Fasano (BR).
Ormai è evidente che la struttura di controllo fatica a garantire
se stessa in una società che fa della velocità e della
trasgressione da alcol e sostanze una costante ormai impunita.
E’ drammatico, ma l’opinione pubblica lo deve sapere. Nei servizi effettuati
dalla Polizia Stradale per l’operazione "Rientro sicuro" nei
fine settimana dello scorso luglio, quasi il 25% dei controlli effettuati
con i precursori (palloncino), prima di quelli con l’etilometro, sono
risultati positivi al test dell’alcol.
Ormai sta circolando in certi giorni e orari della settimana un quarto
di conducenti in condizioni di assoluta inadeguatezza per il consumo
eccessivo di alcol o sostanze stupefacenti.
L’Asaps ribadisce la necessità di provvedimenti urgenti che portino
a controlli sistematici e severi dell’alcol, dai quali derivi poi per
i conducenti ebbri recidivi la revoca della patente di guida con divieto
di ripetizione degli esami per almeno 5 anni e una seria verifica psico-sanitaria,
segua la confisca del veicolo e una condanna esemplare con specifiche
aggravanti.
La tolleranza verso l’alcol, le banali sospensioni per un mese, le comprensioni
di molti GdP, sono un opera di bene che questa società non si
può più permettere.
Affiorano anche, sempre più serie, le forti perplessità
degli stessi operatori della sicurezza stradale di fronte all’impotenza
di un sistema che non sa riconoscere e attribuire le giuste responsabilità
verso chi costituisce una minaccia alla vita, alla sicurezza, alla società.
Giordano
Biserni
Presidente Asaps
www.asaps.it