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Notizie brevi 03/05/2005

I RISCHI DELL’ALCOL ANALIZZATI IN UN’INCHIESTA DI "FOCUS"

 

I RISCHI DELL’ALCOL ANALIZZATI IN UN’INCHIESTA DI "FOCUS"


di Maria Teresa Zonca

Alcol, droga europea. E ancora: alcol, causa di 30-50 mila morti ogni anno in Italia. E poi: il pericolo invisibile. A parlare in questi termini è un’inchiesta, particolarmente approfondita, uscita sul numero di aprile 2005 di Focus. Secondo quanto sostiene l’indagine, sono almeno tre milioni gli italiani che non sanno controllarsi con l’alcol, e se una volta si beveva soltanto durante i pasti, oggi non è più così. Nell’occhio del ciclone, le mode: dall’happy hour (altro non è che il momento dell’aperitivo) al “binge”, vera e propria abbuffata di alcol, che consiste in bere in poco tempo una quantità di alcolici tale da mandare in tilt il cervello. I divieti? Non funzionano. Le campagne educative? Secondo uno studio della rivista medica The Lancet “non influenzano il modo di bere dei giovani”.
Emanuele Scafato, direttore del Centro per la ricerca sull’alcol dell’Organizzazione mondiale della Sanità a Roma, intervistato da Margherita Fronte, spiega che “l’insidia peggiore è che chi beve troppo non se ne accorge, e percepisce il suo modo di bere come moderato”. Da qui, la sensazione di essere perfettamente in grado di guidare, anche quando il campo visivo è ridotto, l’udito funziona peggio e i riflessi sono appannati.
Il consiglio dell’esperto? Contare i bicchieri: per una donna è consigliabile non berne più di due di vino per rientrare nei limiti legali oltre i quali non è consentito guidare, mentre per un uomo è bene non superare i tre bicchieri. Sono, tuttavia, consigli generici: contano molto l’età, il peso, la reazione personale all’alcol, insomma ci sono delle variabili.
E’ in ogni caso sbagliato pensare che una sbronza di superalcolici sia diversa da quella di vino: ciò che conta è la quantità di alcol assunta dall’organismo. Secondo la ricerca medica pubblicata su Focus, non ci sono esami particolari per capire quando si rischia di superare il confine tra bevitore occasionale e bevitore cronico.
Per curare gli abusi, sono consigliate terapie con vitamina B, ma per gli alcolisti veri e propri servono cure specifiche per contrastare lo squilibrio elettrolitico. Associare l’alcol ad altre droghe, come gli allucinogeni ad esempio, può addirittura essere letale. Dipendenza come per il fumo? Si, ma con la differenza che dal fumo ci si disintossica in dieci anni, mentre i danni dell’alcol sono irreversibili.
Tornando ai pericoli per la guida, Focus pubblica una tabella precisa sui rischi che si corrono con l’aumentare del livello di alcol nel sangue.
Cerchiamo di riassumerla. Con 0,2 grammi per litro di sangue, diminuisce la percezione del pericolo e si registra la tendenza a guidare in modo meno prudente. A 0,4 si rischiano manovre più brusche, mentre a 0,5 grammi per litro il campo visivo è ristretto ai lati e la percezione degli stimoli sonori e luminosi è ridotta del 30-40 per cento.
Gradualmente, la situazione peggiora: a 0,9 grammi di alcol possono provocare la difficoltà a percepire la presenza contemporanea di più oggetti.
L’ubriachezza vera e propria si ha con una concentrazione di 1 grammo di alcol per ogni litro di sangue: si barcolla, non si riesce a capire bene cosa accade intorno, l’euforia può spingere a comportamenti avventati e inconsueti e, per la guida, è difficile capire la posizione dell’auto rispetto alla carreggiata, mentre le luci degli altri veicoli possono causare un momentaneo accecamento. Il rischio elevato di addormentarsi al volante è tra un grammo e un grammo e mezzo di alcol per litro di sangue: la lucidità è completamente persa e si è in piena confusione mentale.

 


di Maria Teresa Zonca

Martedì, 03 Maggio 2005
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