AUTOVELOX , TARATURE E L’ESAME DI MATURITA’ DEGLI AUTOMOBILISTI
Se chiediamo a qualsiasi utente della strada quali sono i metodi (leggasi trucchi) per ingannare gli autovelox e i misuratori di velocità in genere, scopriamo la esagerata portata di una “cultura del fai da te” a dir poco originale, dall’obsoleto (e inutile) CD appeso sopra il cruscotto, alla lacca per capelli rubata alla moglie per fini diversi, al spray al fango che ricopre stranamente solo alcuni numeri della targa. Per non parlare dei pericolosi (e inutili) sistemi di slalom sulla corsia di emergenza per dribblare il tutor in autostrada. E il corredo di motivazioni per i ricorsi? Vastissimo con enciclopedie di cause giustificative, di eccezioni sul posizionamento e sul presegnalamento con cartello degli autovelox. Insomma a volte ci verrebbe da dire che per molti utenti sarebbe forse necessaria la Banda della Polizia che suona un a marcia lenta per allertare il conducente dal piedino pesante in arrivo. Sì siamo automobilisti super informati su come trovare il modo di “fregare” il micidiale misuratore di velocità! D’altra parte non siamo la patria del lampeggio per avvertire i colleghi di strada (e i criminali) che più avanti c’è la polizia?
Se però dovessimo affrontare una seconda prova nell’esame di maturità dell’automobilista italiano ci troveremmo con spiacevoli sorprese. Un esempio? Ci dica il candidato (d’un fiato) in quanti metri si ferma la sua vettura fra tempo di reazione medio di un secondo e spazio di frenata se viaggia a 50 km/h su strada asciutta (e su strada bagnata) e debba arrestarsi in prossimità di un passaggio pedonale, e se il candidato viaggia su una statale a 90 km/h? E in autostrada a 130 km/h? Ecco che il livello di preparazione in questo caso scivola inesorabilmente verso il basso con molte approssimazioni e inesattezze.
Insomma l’osservanza dei limiti viene letta come un elemento di inutile vessazione verso i conducenti. Sfatiamo allora alcuni luoghi: i nostri limiti di velocità sono troppo bassi!! Falso i limiti massimi di velocità in Italia sono assolutamente allineati a quelli dell’UE, anzi il limite dell’autostrada di 130 km/h è addirittura più alto della media dei limiti europei che si ferma sui 125 km/h.
Altra considerazione. Il controllo sistematico dei limiti non serve a niente, gli incidenti accadono lo stesso! Falso il sistema di controllo della velocità ha contribuito moltissimo. Se siamo passati da 7.060 morti nel 2000 a 3.330 nel 2014 sarà stato merito della Patente a punti e del netto aumento dei controlli con l’etilometro, ma certamente ha inciso molto anche il sistema dei controlli della velocità, si pensi solo ai risultati ottenuti in autostrada con il tutor che ha permesso di toccare un altro record positivo nel calo delle vittime sulla rete autostradale -11,5% anche nel 2014!
Certo come negare che non pochi comuni hanno fatti utilizzare gli autovelox in chiave anche di cassa? Siamo del parere che su alcune strade urbane ed extraurbane il sistema dei controlli dovrebbe rispondere invece ad esigenze di vera sicurezza. Insomma la “cura” va fatta là dove è accertata la malattia, cioè una sinistrosità pregressa rilevante e non dove negli ultimi 5 anni ci sono stati solo 2 incidenti con danni a cose. Insomma, secondo l’ASAPS, per attivare la cura non basta che ci sia il termometro sul comodino (cioè il solo segnale stradale) ma anche una condizione di rischio (malattia) conclamata o comunque virale in alcuni orari, per esempio della notte.
La sfida fra controllori e controllati continua, ma un po’ più di equilibrio farebbe abbassare la soglia della diffidenza (e dei ricorsi) per evitare che per il futuro dell’autovelox debba occuparsi dopo la Corte Costituzionale anche un esorcista.
PS: Lo spazio di arresto con tempo di reazione di un secondo su strada asciutta a 50 km/h è di 28 metri, a 90 km/h è di circa 70 metri a 130 km/h è di 129 metri.
*Presidente ASAPS
A proposito di trucchi, tarature e maturità... Ci dica il candidato.... (ASAPS)