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(ASAPS)
IMOLA – Lo specchietto retrovisore, lasciato sulla scena del
crimine, ha fornito ai militari il giusto indizio: così,
dopo aver selezionato una ristretta cerchia di veicoli compatibili
potenzialmente con quello che aveva investito lo scorso 14 aprile
un 70enne, che stava raggiungendo a piedi la propria abitazione
a pochi chilometri da Imola, hanno suonato alla porta del pirata.
Un pirata in gonnella, di 25 anni, che la sera del terribile incidente,
era in compagnia del suo fidanzato, 27enne anni.
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Dopo l’impatto, che aveva lasciato l’anziano in condizioni
gravissime, ma che sta comunque riprendendosi dalle ferite, la coppia
era fuggita, facendo perdere le proprie tracce. Unico indizio, quello
specchietto, che ha smascherato i due. Secondo la ricostruzione
dei Carabinieri, alla guida si trovava la ragazza, mentre il fidanzato,
che lavora come carrozziere, aveva subito riparato l’auto,
per evitare che fosse individuata. Lo specchietto retrovisore, però,
ha indirizzato i carabinieri verso la ragazza, la quale – messa
alle strette – non ha potuto far altro che confessare, giustificando
la fuga con il fatto di essersi sentita terrorizzata per l’accaduto.
Una tesi che non convince, vista la condotta successiva dei pirati.
(ASAPS)
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