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Pirateria 25/06/2015

Fuggì dopo l’incidente, pirata arrestato

Il giovane di 21 anni incastrato dalle foto pubblicate su Facebook, il 16 marzo travolse e uccise un 40enne al Vallone

 

PAVIA. Avevano attirato l’attenzione degli investigatori soprattutto alcuni selfie con il ponte coperto sullo sfondo. Attraverso il suo profilo Facebook era stato così possibile seguire i suoi spostamenti. E da metà maggio, quando il giovane era rientrato a Pavia e poi a Milano dopo la fuga in Egitto, gli agenti della polizia locale gli stavano addosso. Proprio mentre i vigili stavano passando al setaccio tutti i kebabbari di viale Padova e corso Lodi a Milano, il ragazzo, domenica pomeriggio, è caduto nella rete di un controllo casuale dei carabinieri di Brugherio, in provincia di Milano. È bastato un controllo al terminale per scoprire che nei confronti del giovane era stato emesso un decreto di fermo dalla procura di Pavia. Edris Shehata Roshdy Attia, 21enne di origine egiziana, è stato arrestato con le accuse di omicidio colposo, omissione di soccorso e fuga: secondo le indagini coordinate dal magistrato Roberto Valli è lui il pirata della strada che lo scorso 16 marzo travolse e uccise in via Solferino, al Vallone, Rocco Di Nicola, 40 anni, e poi fuggì. La vittima, che stava attraversando la strada per raggiungere la fermata del bus sul marciapiede opposto, dopo essere uscito dalla comunità Villa Maura, morì in ospedale poche ore dopo l’incidente.

Il 21enne, che da sempre abita a Pavia, dove ha frequentato l’istituto professionale Ipsia e dove è stato per anni ospite del dormitorio di via Lunga, è stato arrestato dunque dopo tre mesi di accertamenti, anche se il giovane era stato già identificato dagli agenti della polizia locale nel corso delle indagini, portate avanti sotto la guida del comandante Flaviano Crocco e del commissario Maurizio Camagni. Le testimonianze delle persone presenti sul luogo dell’incidente avevano indicato una Fiat Punto di colore celeste. La stessa che era stata immortalata dalle telecamere presenti lungo il percorso della fuga. Emerse che il giovane, che a Pavia svolgeva lavori saltuari soprattutto per conto di pizzerie, l’aveva comprata da poco come macchina di seconda mano e la stava provando. Non era, quindi, ancora intestata a lui (doveva essere ancora fatto il passaggio) ma a un altro proprietario. Che, sentito come testimone, aveva confermato la circostanza. Determinanti anche le analisi dei tabulati telefonici e i prelievi di materiale genetico effettuati sugli oggetti personali che il giovane aveva lasciato nella comunità che lo ospitava.

«Un lavoro di indagine molto meticoloso ha permesso di assicurare alla giustizia il responsabile dell’investimento – commenta il procuratore Gustavo Cioppa –, che aveva mostrato un assoluto disinteresse per le conseguenze del suo gesto e disprezzo per la vita umana».

 

di Maria Fiore
da laprovinciapavese.gelocal.it


Ottimo lavoro della Polizia Locale. Fecebook e un selfie questa volta hanno tradito il colpevole che è stato identificato dai caschi bianchi e poi fermato dai Carabinieri. (ASAPS)

 



Giovedì, 25 Giugno 2015
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